“Tra i 100 enti pubblici “più virtuosi” che hanno i tempi più bassi di pagamento dei debiti, secondo il “cruscotto” del Ministero Economia e Finanze, aggiornato all’11 agosto scorso, nessuno è del Sud, segno evidente che se qualcosa è andato storto nel meccanismo del pagamento dei debiti degli enti pubblici verso le imprese fornitrici di beni e servizi, nelle regioni meridionali la situazione è più penalizzante per chi fa impresa e non incassa quanto dovuto”. Lo afferma Rosa Gentile, vice presidente nazionale Confartigianato con delega al Mezzogiorno. “Accade – aggiunge – che i soldi per saldare le fatture arretrate ci sono, ma non tutti arrivano nelle casse delle aziende. Secondo gli ultimi dati del Ministero dell’Economia, diffusi l’11 agosto, le risorse stanziate dal Governo per pagare i debiti ammontano a quasi 57 miliardi, quelle effettivamente messe a disposizione degli Enti debitori sono 44,6 miliardi. Solo che agli imprenditori sono arrivati finora 38,6 miliardi. Mancano quindi all’appello un bel po’ di risorse, incagliate nel meccanismo per certificare i crediti e liquidare le fatture. Meccanismo che lo stesso Renzi, ha definito “complicato e, alla fine, il colmo è che sono avanzati i soldi, ma non tutti sono ancora stati pagati”.
Gentile cita uno studio di Confartigianato che colloca l’Italia al primo posto in Unione Europea con pagamenti in 144 giorni, con un divario di 92 giorni rispetto alla media Ue di 52 giorni. Si registra una riduzione apprezzabile di 21 giorni rispetto ai 165 del 2014, ma si tratta sempre – continua la vice presidente di Confartigianato – di un valore che rimane di 114 giorni superiore alla media dei 30 giorni prevista dalla Direttiva europea recepita con il D. lgs. 192/2012 entrato in vigore il 1 gennaio 2013. Tra i maggiori Paesi dell’Ue l’Italia fa peggio della Spagna dove la PA paga i fornitori in 103 giorni, della Francia (62 giorni), del Regno Unito (24 giorni) e della Germania (19 giorni); nel dettaglio si osserva che solo Italia e Spagna mostrano tempi di pagamento superiori ai 100 giorni, con il Sud del Paese ancora più indietro.
Certo – dice ancora Gentile – qualche progresso c’è stato: ma la strada da fare è ancora molta. Soprattutto per smaltire i debiti degli Enti locali come le Regioni alle quali sono stati destinati, in teoria, 33,1 miliardi per saldare le fatture, ma se ne sono viste versare soltanto 27,2. E alle imprese ne sono arrivati 23,3. Quanto poi ai debiti di Comuni e Province, è stato saldato finora l’81% di quanto dovuto alle imprese creditrici.
Confartigianato, che sui debiti della Pubblica amministrazione conduce da anni una strenua battaglia, continua a monitorare il trend dei pagamenti dei debiti arretrati ma denuncia anche il grave problema dei tempi di pagamento degli attuali contratti. Il malcostume di pagare in ritardo o non pagare affatto purtroppo non è stato sconfitto. Con il risultato che ai vecchi debiti da smaltire si sommano i nuovi crediti insoluti. Ancora una volta, la soluzione proposta da Confartigianato sarebbe semplice e a portata di mano. Si tratta di consentire agli imprenditori la compensazione tra i crediti che vantano nei confronti della Pubblica amministrazione con le imposte da pagare al Fisco. Equivarrebbe a una iniezione di liquidità, servirebbe ad allentare la morsa che schiaccia gli imprenditori.
Ma evidentemente è una soluzione troppo semplice per essere praticata!”.