Dopo la presentazione delle osservazioni della Ola con la richiesta all’Ente Parco dell’Appennino Lucano di bocciare l’autorizzazione per i pozzi petroliferi Monte Alpi 6-7-8 (Grumento Nova), il parco ha passato “la patata bollente” alla Regione Basilicata che, a sua volta, dopo le osservazioni della nostra Organizzazione presentate amche per
il pozzo Enoc 1 (Viggiano), ha sospeso l’iter delle Valutazioni di Incidenza per i quattro pozzi ubicati nel parco nazionale, rivolgendo altrettanti quesiti al Ministero dell’Ambiente.
Per la Ola si profilerebbe un “palleggiamento” di competenze tra Regione e Ministero con il duplice scopo di voler da un lato delegare le procedure VIA al Ministero dell’Ambiente in base alla legge “sblocca Italia”, e dall’altro, temporeggiare sulle autorizzazioni secondo logiche meramente economiche e non di salvaguardia ambientale, in attesa che il prezzo del barile faccia “spuntare” royalty più alte per Comuni e Regione.
La Ola rinnova invece la richiesta già formulata alla Regione Basilicata e all’Ente Parco dell’Appennino Lucano di negare da subito le autorizzazioni ed i pareri di loro competenza nell’ambito delle procedure regionali di incidenza già in itinere. Non è infatti accettabile che questi Enti, in modo volontario ed ingiustificato, rinuncino a competenze e prerogative attribuite loro dalle leggi in materia di salvaguardia dell’ambiente e del territorio, dando carta bianca al Ministero dell’Ambiente di decidere.
Se così fosse – secondo la Ola – ci troveremmo di fronte a comportamenti “pilateschi” che, facendo finta di voler salvaguardare il territorio opponendosi solo a parole alla petrolizzazione del territorio, mirano invece a mercanteggiare di nuovo con il governo centrale e con le compagnie minerarie.
Precisazioni dipartimento Ambiente su comunicato della Ola: Nessuna sospensione dell’iter autorizzativo dopo le osservazioni presentate dalla Ola il 28 agosto 2015 e nessun palleggiamento di competenze.
In relazione al comunicato stampa diffuso ieri dalla Ola, la Organizzazione Lucana Ambientalista, sotto il titolo “La Ola su sospensione regionale delle autorizzazioni per quattro pozzi petroliferi”, il Dipartimento Ambiente della Regione Basilicata ha fornito le seguenti precisazioni al fine di fare chiarezza su procedure autorizzative di propria competenza in ordine alle quali strumentalmente si è generata una certa confusione.
Preliminarmente è utile sottolineare che i quattro pozzi cui fa riferimento la Ola sono pozzi già da tempo autorizzati e messi in produzione (Monte Enoc 1: autorizzato nel 1993, perforato nel 1994, messo in produzione nel 1996; Monte Alpi 6: autorizzato nel 1999, perforato nel 2000, messo in produzione nel 2001; Monte Alpi 7: autorizzato nel 1999, perforato nel 2000, messo in produzione nel 2001; Monte Alpi 8: autorizzato nel 1999, perforato nel 2000, messo in produzione nel 2001). Quindi nessuna nuova autorizzazione.
Le istanze formulate da Eni nel giugno 2015 riguardano esclusivamente la procedura di Valutazione di incidenza relativa ad attività di manutenzione straordinaria (work over) finalizzate a ripristinare la capacità produttiva dei pozzi in questione. In relazione a tali istanze l’Ufficio compatibilità ambientale, nella puntuale osservanza della normativa vigente, il 5 agosto 2015 ha formulato al Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, un quesito per acclarare, ai sensi dell’art.38 della L. 164/2014, se i progetti di “attività di Work over” presentati da Eni dovessero essere assoggettati al procedimento di Via (Valutazione impatto ambientale), atteso che ai sensi dell’art.10 del Decreto legislativo 152/2006 il procedimento di Via ricomprende il procedimento di Valutazione di incidenza.
E’ pertanto evidente che non vi è stata alcuna sospensione dell’iter autorizzativo dopo le osservazioni presentate dalla Ola il 28 agosto 2015, come erroneamente sostenuto dalla Ola nel comunicato stampa diffuso ieri, 8 settembre, atteso che il quesito correttamente formulato al Ministero dall’Ufficio Compatibilità ambientale è datato 5 agosto 2015 (quindi anteriore alle osservazioni datate 28 agosto 2015), e nessun “palleggiamento di competenze”, ma semplicemente la necessità di chiarire i limiti di competenze al fine di evitare sovrapposizioni e/o duplicazioni.
E’ fuori dubbio che, all’esito del riscontro da parte del Ministero, l’Ufficio Compatibilità Ambientale procederà con la solita solerzia agli adempimenti di propria spettanza per la valutazione delle attività di Work over.
Pozzi nel parco: replica della Ola al Dipartimento Ambiente della Regione Basilicata
La replica alla Ola del dipartimento ambiente della Regione Basilicata di replica alla Ola conferma nella sostanza la propria richiesta di chiarimenti al Ministero dell’Ambiente sulle procedure autorizzative
per i lavori workover per i pozzi Monte Alpi 6-7-8 ed Enoc 1 con “la necessità di chiarire i limiti di competenze al fine di evitare sovrapposizioni e/o duplicazioni”. In proposito la Ola rimarca invece
la richiesta che la Regione Basilicata e l’Ente Parco Appennino Lucano esprimano parere negativo d’incidenza nell’ambito delle procedure in itinere, al di là delle motivazioni espresse dal Dipartimento Ambiente
che accusa ingiustamente la Ola di “strumentalità” (non comprendiamo a cosa si riferisca il dipartimento e/o il suo assessore con il termine strumentalità, essendo la nostra organizzazione, apartitica, senza
scopi di lucro e fatta di volontari impegnati per la salvaguardia del territorio e dell’ambiente) . La richiesta della Ola attiene la natura di opere di cui non sono chiari gli scopi finali e/o se trattasi di lavori di manutenzione e/o finalizzati ad altre attività, come nel caso del pozzo Enoc 1 di Viggiano per il quale esiste l’intenzione di
trasformarlo in pozzo re-iniettore ,per i quali gli enti titolati dovrebbero applicare il “principio di precauzione”, così come ha già fatto il comune di Grumento Nova per il pozzo Monte Alpi 9 OR.
Mediterraneo no triv: Montescaglioso delibera per referendum abrogativo No Triv.
Mediterraneo no triv ha inviato a tutti i comuni della Basilicata, la bozza di delibera per sollecitare la Regione Basilicata a promuovere il referendum abrogativo dell’art.35 del D.L. 22 giugno 2012, n. 83- Disposizioni in materia di ricerca ed estrazione di idrocarburi- convertito con Legge del 7 agosto 2012 n. 134, meglio identificato come Decreto Sviluppo.
L’art. 35, comma 1, del “Decreto Sviluppo” nell’introdurre il divieto di ricerca, prospezione e coltivazione di idrocarburi liquidi e gassosi entro il limite delle 12 miglia dalle linee di costa e dal perimetro esterno alle aree marine e costiere protette, tuttavia ha fatto salvi, dal predetto divieto, tutti i procedimenti concessori di cui agli articoli 4, 6 e 9 della legge n. 9 del 1991 in corso alla data di entrata in vigore del Decreto Legislativo 29 giugno 2010 n. 128 ed i procedimenti autorizzatori e concessori conseguenti e connessi, con ciò consentendo il riavvio dei procedimenti per l’innanzi interrotti dalDecreto Legislativo n. 128 del 2010.
Sono numerosissimi i procedimenti ricadenti entro le 12 miglia marine e in corso alla data di entrata in vigore del decreto Prestigiacomo e interessano gran parte del Mar Ionio, del Canale di Sicilia e del Mar Adriatico, così come rileva dalla pubblicazione sul sito del Ministero dello Sviluppo Economico.
Poiché al summit di Termoli ha fatto seguito, cinque giorni più tardi, un secondo incontro tra il Sottosegretario Vicari ed i Governatori delle Regioni Puglia e Basilicata, e con l’Assessore all’Ambiente della Regione Calabria, nel corso del quale, come riferisce il MISE,
“i rappresentanti delle Regioni hanno manifestato la loro contrarietà all’avvio delle attività di prospezione e ricerca offshore nello Ionio e nell’Adriatico in quanto contraddittorie rispetto alle politiche avviate dalle stesse Regioni, chiedendo al Governo una moratoria di questi programmi. Il sottosegretario Vicari, ascoltate le posizioni delle Regioni, si è impegnata ad approfondire questi temi con il ministro Federica Guidi e con la presidenza del Consiglio annunciando un nuovo incontro con le Regioni da convocare entro la prossima settimana”. “In mancanza di chiarezza, o comunque se non si trova un’intesa, i consigli regionali che lo riterranno – queste le parole del Presidente della Regione Puglia – potranno avviare, come previsto dalla Costituzione, la procedura del referendum contro le norme che consentono le trivellazioni”.
E’ quindi, giunto il momento di dare attuazione alle dichiarazioni di intenti così espresse e i comuni della Basilicata hanno un ruolo determinante perché il Mar Ionio è interessato da un gran numero di richieste di ricerca di idrocarburi.
Mediterraneo no triv ha anche inviato, oltre alla bozza di delibera che i comuni possono adottare per sollecitare, in tal senso, il Governo Regionale, anche l’appello rivolto dal Coordinamento Nazionale no triv e da altre associazioni.
Intanto, il primo comune a deliberare per il referendum abrogativo dell’art. 35 del Decreto Sviluppo, è stato il Comune di Montescaglioso con delibera di Giunta N. 102 del 2.9.2015.
Per tutti gli altri il tempo stringe perché la Regione può promuovere il referendum abrogativo, con altre regioni, entro e non oltre il 30 settembre 2015.