Giovanni Montesano, docente di lettere del Liceo classico di Matera nell’ultimo ventennio della sua carriera scolastica ha pubblicato, per la memoria della cultura di Basilicata e per la Nazione, il libro “La tragica fine di Isabella Morra – La rovinosa decadenza della terra di Favale”, edito da Magister di Matera. Un libro curato con notevole attenzione e arricchito dall’analisi storica dallo stesso professore dopo aver frequentato l’Archivio di Stato di Napoli, di Matera, di Potenza e gli archivi comunali di Valsinni, della Chiesa Madre, l’Archivio privato della famiglia Battifarano di Nova Siri, e per quanto riguarda le sentenze della Commissione feudale.
In questo libro si racconta della poetessa Isabella Morra e della sua famiglia. Un volume che arriva dopo il lavoro relativo al suo paese natìo Rotondella il cui titolo è “Rotondella e il suo territorio nell’età moderna” edito nel 1997 da Osanna di Venosa.
“Caro Carlo-mi diceva- sto lavorando tanto perché su Isabella Morra non è stato scritto molto e ci sono anche contraddizioni. Sto raccogliendo molti inediti e mi auguro di portare a termine un lavoro circostanziato. Poi avrai modo di farne una recensione”. “ Ok- Rispondevo”. Diverse volte è venuto a trovarmi in redazione e mi parlava delle novità acquisite. Purtroppo il professore non ha potuto vedere la pubblicazione di quest’opera, per la quale ci teneva tantissimo, non ha potuto vedere, altresì, gratificato il suo lavoro dal grande spessore culturale in quanto è volato nell’alto dei cieli. Il libro è pubblicato postumo perché la famiglia ha voluto dare voce al lavoro del caro papà nonché professore carico di umanità e di grande affabilità.
Della decadenza di Favale, oggi Valsinni in provincia di Matera, Montesano dice: “nella prima metà del Cinquecento era una terra in espansione nonostante i tempi turbinosi e calamitosi in cui venne a trovarsi il Regno di Napoli, conteso tra Spagna e Francia, con vicende di guerra che interessarono direttamente le nostre terre, e l’esilio del suo barone Giovanni Michele Morra. Ma- sottolinea Montesano-sulla sua condizione influì pesantemente il triplice feroce delitto del 1545-46, ossia l’uccisione di un pedagogo, della poetessa Isabella Morra e del suo presunto amante Diego Sandoval de Castro, barone di Bollita (oggi Nova Siri), che innescò un processo di rovinosa decadenza”. Montesano affonda la sua ricerca per evidenziare ancor più l’esodo delle famiglie da Favale : “Le rappresaglie, le inquisizioni e la ricerca dei colpevoli (tre fratelli della poetessa e due zii paterni), condotte con metodi violenti e vessatori dalla giustizia del principe di Salerno , cui apparteneva ancora la baronia criminale di Favale ma soprattutto dal governatore della Provincia di Basilicata Alfonso Basurto che si era portato dietro schiere di soldati, furono causa di gravi devastazioni non solo del territorio di Favale , ma anche della regione circostante, donde la rovina dei Morra e la spoliazione della stessa terra. Montesano avanza nella storia e ne rende appassionante la vicenda.
Franco Vitelli, docente dell’Università di Bari presenta l’opera così: “Giovanni Montesano riversa in quest’opera tutta la sua passione di storico che della frequentazione degli archivi ne ha fatto una ragione di vita, riscoprendo il senso più vero degli avvenimenti e i fattori umani che li determinarono. La cronaca rigorosa non solo restituisce i complicati passaggi e l’esatto svolgersi dei soprusi che hanno caratterizzato per lungo tempo un sistema di tipo feudale, ma prospetta in un quadro variegato le condizioni socio-economiche delle terre lucane tra Cinquecento e Ottocento. Piace altresì allo studioso, di entrare in confronto dialettico con altri storici, intervenendo qua e là a rettifica di posizioni consolidate. Le pagine intense e analitiche- sottolinea il prof. Vitelli-ci fanno rivivere i tratti della vita quotidiana dei costumi e tuttavia non manca l’intreccio con la grande storia che condiziona la sorte di una baronia locale e di un territorio”.
Carlo Abbatino