Un gradito ritorno a Matera per Alberto Zaccheroni a distanza di 29 anni, in compagnia della moglie Fulvia. Nel 1986 ha collaborato con il glorioso Football Club Matera grazie all’amicizia con Nicola Salerno, direttore sportivo e fratello di “Ciccio”, il compianto senatore Salerno che aveva regalato ai tifosi biancoazzurri la storia promozione in serie B nel 1979.
Zaccheroni ha allenato in ordine cronologico Cesenatico, Riccione, Boca San Lazzaro, Baracca Lugo, Venezia, Bologna, Cosenza, Udinese, Milan, Lazio, Inter, Torino, Juventus e la Nazionale del Giappone dal 2010 al 2014.
Mister, come ha ritrovato Matera rispetto a 29 anni fa? “All’epoca ho visto una città “sopita”, addormentata se vogliamo dire così. E adesso nonostante il titolo che è riuscito a conquistare di capitale europea della cultura per il 2019 non è ancora esplosa secondo me ma è in rampa di lancio. Io credo che tutto il mondo deve conoscere questa realtà straordinaria. Sono convinto che i materani non immaginano cosa diventerà questa città per i prossimi decenni. Chi non vede dal vivo questa città non si rende conto di cosa c’è qui. E te lo dice uno che ha girato il mondo grazie al mestiere che faccio”.
A proposito di esperienze, come è andata in Giappone? “Divinamente bene sotto tutti i punti di vista. Sia per la qualità della vita che dal punto di vista professionale. Siamo entrati subito in sintonia e sono rimasti molto dispiaciuti quando ho deciso di interrompere questa esperienza. Siamo cresciuti in un modo che nessuno si immaginava e conserverò sempre un ottimo ricordo del Giappone e dei giapponesi, un popolo educato, corretto ed ospitale”.
Adesso è tornato in Italia, ha voglia di un’altra panchina? “Adesso mi godo la famiglia perchè me la sono goduta troppo poco visto che sono andato via di casa a 37 anni e ora ne ho 62. Certo, se capita qualcosa che intriga sarei pronto per allenare ma non cerco un progetto perchè si abusa troppo di questa parola. Basta un paio di partite e il progetto salta nel calcio italiano, a qualsiasi livello”.
Che calcio abbiamo in Italia? “Ci sono troppi stranieri ed è un calcio umorale, con troppi quotidiani sportivi. Pensa che in Grecia ce ne sono 8 e in Turchia addirittura 12. E si vede perchè stanno peggio di noi. Sicuramente nel nostro calcio c’è meno qualità. Credo che il miglior decennio è stato quello tra il 95 e il 2005. Poi dopo l’ultimo mondiale vinto nel 2006 abbiamo perso moltissimo in qualità anche se credo che il calcio italiano resta sempre quello più difficile sul piano tattico e quindi se un giocatore vuole maturare gli consiglierei di venire a giocare in Italia”.
Suo figlio è legato al mondo del calcio? “No, ha un locale sulla spiaggia, a Cesenatico. L’ultima volta che siamo venuti a Matera era con noi, ora gli racconterò di Matera e sicuramente verrà a visitarla anche lui, perchè questo è un posto meraviglioso e qui nel residence Fra due Sassi siamo stati accolti benissimo”.
Michele Capolupo
La fotogallery dedicata a Zaccheroni (foto www.SassiLive.it)
La biografia di Alberto Zaccheroni
Alberto Zaccheroni, nato a Meldola il 1º aprile 1953 è un allenatore di calcio italiano. Conosciuto con il diminutivo di Zac, nel corso della sua carriera ha guidato Cesenatico, Riccione, Boca San Lazaro, Baracca Lugo, venezia, Bologna, Cosenza, Udinese, Milan, Lazio, Inter, Torino, Juventus e Giappone dal 2010 al 2014 e proprio con i nipponici è stato il primo tecnico italiano ad aver conquistato un trofeo internazionale, la Coppa d’Asia 2011, alla guida di una nazionale straniera.
Carriera
Vive le prime esperienze da allenatore con le squadre di Cesenatico, Riccione, San Lazzaro, Baracca Lugo. Dopo le esperienze con Venezia (riportato in serie B dopo l’assenza di 24 anni), Bologna, è protagonista di una stagione con il Cosenza in Serie B, dove nonostante una penalizzazione di 9 punti salva la squadra rossoblù con largo anticipo arrivando a toccare alla fine di marzo le soglie della zona promozione. Quello alla guida del Cosenza, lo ricorderà come il campionato più bello della sua vita.
Lo schema preferito da Alberto Zaccheroni, il 3-4-3.
Udinese
Nel 1995 passa all’Udinese, che lo ingaggia facendolo approdare in Serie A. Con questa squadra Zaccheroni impone il modulo 3-4-3 (schierando spesso il tridente Poggi-Bierhoff-Amoroso) e si piazza prima al 5º posto, successivamente al 3º posto.
Milan
La qualificazione in Coppa UEFA ottenuta coi friulani (inedito terzo posto, con Oliver Bierhoff capocannoniere in Serie A) gli vale la panchina del Milan, guidato nel 1998-1999 (anno del centenario della società rossonera) alla vittoria dello scudetto, vinto in rimonta sulla Lazio con sette vittorie nelle ultime sette giornate. La stagione 1999-2000, cominciata subito male per il suo Milan con la sconfitta1-2 col Parma in Supercoppa Italiana, si chiude al terzo posto in campionato. L’esperienza sulla panchina milanista termina a marzo 2001, quando il presidente Berlusconi lo esonera dopo l’eliminazione in Champions League, scaturita dal pareggio casalingo col Deportivo La Coruña.
Zaccheroni non aveva mai avuto buoni rapporti con il presidente del Milan, il quale non ne apprezzava del tutto il modo di disporre la squadra in campo. In particolare Silvio Berlusconi non condivideva l’idea di schierare una difesa di soli tre uomini.[senza fonte] Berlusconi espresse il proprio dissenso pubblicamente, soprattutto durante la stagione 2000-2001, paragonando Zaccheroni a un tessitore che ha buona tela ma non la sa tessere.
Lazio
Nella stagione 2001-2002 subentra dopo poche giornate di campionato con la squadra al terzultimo posto a Dino Zoff a guida della Lazio. Complici anche risultati non previsti della squadra biancoceleste (come la sconfitta 1-5 nel derby con la Roma), e nonostante l’accesso in Coppa UEFA centrato all’ultima giornata grazie alla vittoria sull’Inter il 5 maggio 2002, il presidente Sergio Cragnotti a fine stagione non conferma il tecnico romagnolo, sostituendolo con Roberto Mancini.
Inter
Il 22 ottobre 2003 fu ingaggiato dall’Inter, subentrando all’esonerato Héctor Cúper. Alla seconda gara in nerazzurro, portò la squadra a vincere per la prima volta sul campo del Chievo.[5] Condusse l’Inter al quarto posto in campionato, qualificandosi per la Champions League, ma un mese più tardi rassegnò le proprie dimissioni.
Torino
Il 7 settembre 2006, a pochi giorni da inizio campionato, è ingaggiato da allenatore del Torino del presidente Urbano Cairo, nell’anno del centenario della squadra granata. Assume l’incarico con la squadra in crisi, riuscendo inizialmente a ottenere buoni risultati (tra i quali la vittoria con l’Empoli nel giorno della festa del centenario dei granata) e a porre rimedio alla situazione portandola all’8º posto prima della sosta natalizia. Alla ripresa, dopo una lunga serie di sconfitte consecutive a inizio 2007, il 26 febbraio è sostituito da Gianni De Biasi.
Juventus
Il 29 gennaio 2010 torna ad allenare e prende il posto dell’esonerato Ciro Ferrara alla guida della Juventus con l’obiettivo dichiarato di conquistare la qualificazione in Champions League agganciando il terzo posto. Debutta sulla panchina bianconera il 31 gennaio 2010 nella partita Juventus-Lazio 1-1. La prima vittoria è contro il Genoa 3-2 il 14 febbraio, pochi giorni dopo arriva la prima vittoria in Europa League, contro l’Ajax ad Amsterdam 1-2, competizione dalla quale la Juve uscirà nel turno successivo col Fulham, vincendo 3-1 in casa, perdendo 4-1 a Londra. Con l’organico impegnato su due fronti e ridotto all’osso per i tanti infortuni, manca la qualificazione in massima competizione europea. Chiude il campionato al settimo posto con 55 punti qualificandosi in Europa League. A fine campionato gli scade il contratto, che non gli viene rinnovato.
Nazionale giapponese[modifica | modifica wikitesto]
Il 30 agosto 2010 entra nel ristretto club degli allenatori italiani che si sono seduti sulla panchina di nazionali straniere, assumendo l’incarico di C.T. della Nazionale giapponese dichiarando di ritenere questo ruolo l’unica sfida di suo interesse e sperando di lasciare un’importante eredità. Le prime quattro amichevoli con Zaccheroni CT vedono un Giappone ottimo che batte 1-0 il Paraguay, 2-1 il Guatemala, 1-0 la forte Argentina, pareggia 0-0 con la Corea del Sud. Il trionfo più importante di Zaccheroni nel sol levante è la vittoria della Coppa d’Asia 2011, disputatasi in Qatar, vincendo il girone imponendosi addirittura 5-0 contro l’Arabia Saudita. Ai quarti di finale elimina 3-2 i padroni di casa del Qatar, in semifinale supera ai rigori la Corea del Sud.
In finale batte l’Australia 1-0 dopo i tempi supplementari, col gol vittoria che giunge al 110′ del secondo tempo supplementare per opera di Tadanari Lee. Nelle successive qualificazioni ai campionati del mondo, dopo il pari con l’Uzbekistan, Zaccheroni ha ottenuto il tredicesimo risultato utile consecutivo con la nazionale giapponese, superando i precedenti record di Zico e Troussier.
In seguito a questi successi, il 18 ottobre 2011 Zaccheroni è ufficialmente ricevuto dall’imperatore nipponico Akihito (che concede tale onore molto raramente) il quale dimostra stima e riconoscimento all’allenatore italiano per aver riportato la Coppa d’Asia in Giappone. A novembre 2011 perde la propria imbattibilità dopo 19 partite, venendo sconfitto dalla Corea del Nord[13]. A giugno 2013 porta il Giappone a essere la prima squadra qualificata al Mondiale che si svolgerà in Brasile nel 2014. Il 28 giugno 2013 battendo i padroni di casa, vince in Corea del Sud la Coppa dell’Asia orientale, la prima nella storia del Giappone.
Il 25 giugno 2014, dopo il Mondiale in Brasile, in cui la nazionale nipponica è stata eliminata al termine della fase a gironi, annuncia di non voler rinnovare il contratto.