Cisf Funzione Pubblica su Arpab: perchè parlare solo oggi di trasparenza e anticorruzione? Di seguito la nota integrale.
Anche per la Cisl FP ARPAB, l’Agenzia è un ente strategico per la tutela e la difesa dell’ambiente della nostra regione che deve assolvere alla sua missione istituzionale, nel rispetto rigoroso delle norme vigenti anche in materia di trasparenza e anticorruzione.
A chi giova solo oggi parlare di trasparenza e anticorruzione?
Che cosa è stato fatto in Agenzia in termini di trasparenza da quando sono entrate in vigore le pertinenti norme?
Basti pensare che siamo ad un anno e mezzo circa dal fatidico 01 maggio 2014, data dalla quale l’ARPAB forse avrebbe dovuto agire in gestione provvisoria, sulla base della normativa vigente, per la mancata approvazione del Bilancio previsionale 2014.
Di chi le responsabilità e la mancata azione di vigilanza e controllo?
In questo quadro, di che cosa dovranno discutere e su cosa verranno formati i dipendenti dell’ARPAB individuati ”tra quelli operanti nelle articolazioni aziendali di competenza che presentano un grado di esposizione al rischio di corruzione medio/alto”?
Non a caso nella relazione dello scorso 6 luglio 2015, mai inviata alle OO.SS. e ai dipendenti dell’Agenzia, anche l’OIV fa una approfondita disamina sulla grave situazione nella quale versa l’ARPAB, così come chiaramente riportato nell’articolo a firma della segreteria Confederale e Regionale FP CISL, apparso su La Nuova La Gazzetta del Mezzogiorno e su Basilicatanet il 12 settembre u.s..
Nei giorni scorsi, si è assistito all’adozione della Deliberazione n. 205 del 10/09/2015 di “Approvazione della Procedura per le segnalazioni di illeciti e irregolarità in Arpab – Whistleblowing Policy”. Questa procedura, adottata con notevole ritardo rispetto alle previsioni normative, resta di dubbia garanzia per la tutela dell’anonimato dei dipendenti che volessero (o che avrebbero voluto…oramai il dado è tratto) segnalare illeciti. Difatti, le pur citate linee guida dell’ANAC che tra l’altro testualmente recitano :
Per tutelare il dipendente che segnala gli illeciti e garantire quindi l’efficacia del processo di segnalazione il sistema di gestione delle segnalazioni deve essere capace di:
- gestire le segnalazioni in modo trasparente attraverso un iter procedurale definito e comunicato all’esterno con termini certi per l’avvio e la conclusione dell’istruttoria;
- tutelare la riservatezza dell’identità del dipendente che effettua la segnalazione;
- tutelare il soggetto che gestisce le segnalazioni da pressioni e discriminazioni, dirette e indirette;
- tutelare la riservatezza del contenuto della segnalazione nonché l’identità di eventuali soggetti segnalati;
- consentire al segnalante, attraverso appositi strumenti informatici, di verificare lo stato di avanzamento dell’istruttoria.
L’amministrazione dovrà prevedere le opportune cautele al fine di:
- identificare correttamente il segnalante acquisendone, oltre all’identità, anche la qualifica e il ruolo;
- separare i dati identificativi del segnalante dal contenuto della segnalazione, prevedendo l’adozione di codici sostitutivi dei dati identificativi, in modo che la segnalazione possa essere processata in modalità anonima e rendere possibile la successiva associazione della segnalazione con l’identità del segnalante nei soli casi in cui ciò sia strettamente necessario;
- non permettere di risalire all’identità del segnalante se non nell’eventuale procedimento disciplinare a carico del segnalato: ciò a motivo del fatto, già ricordato, che l’identità del segnalante non può essere rivelata senza il suo consenso, a meno che la sua conoscenza non sia assolutamente indispensabile per la difesa dell’incolpato come previsto dall’art. 54-bis, co. 2, del d.lgs. 165/2001;
- mantenere riservato, per quanto possibile, anche in riferimento alle esigenze istruttorie, il contenuto della segnalazione durante l’intera fase di gestione della stessa. A tal riguardo si rammenta che la denuncia è sottratta all’accesso di cui all’art. 22 e seguenti della legge 241/1990.
Sempre al fine di garantire la sicurezza e la riservatezza delle informazioni raccolte, occorre altresì effettuare idonee scelte relativamente a:
- modalità di conservazione dei dati (fisico, logico, ibrido);
- politiche di tutela della riservatezza attraverso strumenti informatici (disaccoppiamento dei dati del segnalante rispetto alle informazioni relative alla segnalazione, crittografia dei dati e dei documenti allegati);
- politiche di accesso ai dati (funzionari abilitati all’accesso, amministratori del sistema informatico);
- politiche di sicurezza (ad es. modifica periodica delle password);
- tempo di conservazione (durata di conservazione di dati e documenti).
Si ricorda, infine, che i dati e i documenti oggetto della segnalazione, che potrebbero anche essere o contenere dati sensibili, devono essere trattati nel rispetto della normativa in materia di protezione dei dati personali.”
La procedura adottata in ARPAB, invece indica esclusivamente l’indirizzo email per le segnalazioni, ma non precisa i seguenti importantissimi aspetti:
- quali procedure informatiche sono state adottate per la tutela del dipendente che intende presentare una segnalazione;
- l’ANAC può direttamente ricevere le denunce anche dalle altre Pubbliche Amministrazioni, su uno sportello che effettivamente tutela tutti ed è già operante da tempo al link sottostante:
http://www.autoritalavoripubblici.it/portal/public/classic/MenuServizio/Contatti
In conclusione, per l’ARPAB è un’altra occasione persa per recuperare in termini di gestione trasparente e di serenità del lavoro per tutti i dipendenti.
Oggi sul BUR pare che vi sia la pubblicazione della sola legge di riforma dell’Agenzia, mentre, non vi è notizia delle leggi di approvazione dei Bilanci 2014 e 2015. Pertanto l’ARPAB continua ad essere in gestione provvisoria?????
La rappresentanza sindacale CISL FP ARPAB della dirigenza e del comparto.