La tavola di Paolo e Francesca della mostra di Marco Rindori rubata misteriosamente e poi ritrovata, Un giallo a lieto fine per la mostra “Matera inCanta Dante”.
Una pennellata di giallo su Matera in canta Dante, la manifestazione che fra poco più di una settimana vedrà quasi quattrocento cantori coinvolti nella lettura corale della DivinaCcommedia . Mentre negli ambienti dell’ex ospedale di San Rocco, dove si sono tenuti gli incontri danteschi di settembre e dove è in corso la esposizione delle tavole di Marco Rindori, era in fase di conclusione la terza giornata di prove dei cantori con Franco Palmieri e Antonio Montemurro, regia e aiuto regia della manifestazione, durante una delle visite guidate alla mostra ci si è accorti di un vuoto tra i pannelli su cui sono affisse le opere. E non uno spazio vuoto qualunque, ma lasciato dall’opera che fra tutte richiama maggiore attenzione, curiosità e dolcezza, quella che rappresenta Paolo e Francesca, gli amanti infelici il cui incontro suscitò in Dante una tale commozione da fargli perdere i sensi,” come corpo morto cade”.
Accorsi in pochi minuti i Carabinieri e rilevata la necessità di rilievi scientifici data l’evidenza di impronte all’ interno dei pannelli trasparenti che proteggono le tavole, fermati tutti i numerosi presenti all’interno dell’ex- carcere si è cominciato a presumere che la tavola fosse nascosta da qualche parte proprio in quegli stessi luoghi.
Dopo i rilievi scientifici e una serie di interrogatori, coinvolti nelle ricerche anche i giovani della Scaletta, nello staff delle prove e dell’organizzazione , quando ormai si temeva che il bel quadro fosse- è il caso di dire, volato via, “Quali colombe dal disìo chiamate con l’ali alzate e ferme al dolce nido”, intorno alla 23, 00 viene ritrovato in una delle stanze deposito dell’ex ospedale e ex carcere, dal quale a quel punto è stato possibile uscire, con un gran sospiro di sollievo dei responsabili della mostra che hanno avvertito l’autore fiorentino di quanto accaduto a lieto fine avvenuto. Non sappiamo se e quando il ladro d’arte avesse l ‘intenzione di andare a recuperare la tavola o se abbia pensato solo a uno scherzo di cattivo gusto, quel che rimane è che a Matera la febbre della Divina Commedia e di Dante continua a salire e a provocare effetti collaterali anche bizzarri. Nel frattempo, mentre da un ex carcere avvengono furti più o meno maldestri, dal direttore della Casa Circondariale Walter Gentile giunge la notizia della partecipazione a Matera InCanta Dante quali lettori del Paradiso e Purgatorio di alcuni detenuti, tra i quali anche un extracomunitario, come segno prezioso e tangibile di una comunità che vuole dimostrare la sua unità anche nella missione del recupero sociale attraverso questa impresa comune costruita sulla poesia più bella del mondo. Quella che ha cantato l ‘amore , la sofferenza, la caduta e la rinascita come nessun altra opera letteraria al mondo e non ha bisogno di essere rubata perché è patrimonio di tutti.