L’artigianato è “su misura”. Da ieri sino al 28 Settembre, l’ItalianMakersVillage di Via Tortona, il Fuori Expo di Confartigianato, ospita la Fashion Week degli artigiani: una settimana della moda tutta artigiana con 32 eccellenze creative in grado di fondere antiche tradizioni e idee innovative nell’unicità dei loro capi d’abbigliamento ed accessori. Gli eventi, tra esposizioni e sfilate, hanno lo scopo di far conoscere ai visitatori le realtà produttive del settore moda, scoprendo artigiani, lavorazioni e tradizioni che rappresentano l’eccellenza tessile in Italia e nel Mondo.
Nelle regioni del Sud sono complessivamente 7.468 le ditte artigiane di abbigliamento tessile e in pelle. Secondo la “mappa” di Confartigianato al primo posto c’è la Puglia (1.751 abbigliamento e 293 pelle), seguita da Campania (1.711, 553), Sicilia (768, 134), Abruzzo (707, 324), Calabria (495, 54), Sardegna (307, 76) Basilicata (183, 10) e Molise (90, 11).
“La sartoria artigiana – sottolinea Rosa Gentile, vice presidente nazionale Confartigianato, con delega al Mezzogiorno, presente all’evento all’ItalianMakersVillage – è culla dell’alta moda italiana e il segreto del suo successo. Ma negli ultimi vent’anni è stata abbandonata a se stessa, scarificata sull’altare della moda di massa e delle griffe. Per fortuna la globalizzazione, la massificazione e l’omologazione hanno scatenato un fenomeno di pari forza ma opposto: la voglia di personalizzazione, originalità, qualità e buon gusto. E tutto questo è successo appena in tempo prima che “maestri e maestre” italiani sparissero per raggiunti limiti di età e, con loro, il patrimonio di competenze, conoscenze e cultura unici al mondo”.
“Il sistema moda – continua Gentile – non è solo grandi firme, ma è anche una vasta rete di piccoli artigiani, che dal disegno al taglio realizzano capi unici. La sartoria artigianale nonostante, o forse grazie alla crisi, è un settore ancora vivace, ed il sarto è una professione “a tutto tondo” riscoperta da giovani e meno giovani che voglio distinguersi. Il segnale più incoraggiante sul risveglio del settore è che il 17% delle imprese sono imprese giovani con titolari sotto i 35 anni. Un bel risultato visto che solo qualche anno fa una delle maggiori difficoltà era proprio il ricambio generazionale”. “La ricetta vincente –continua – è dunque presentarsi sul mercato con creatività e qualità. Lo spazio c’è. Oggi sappiamo che tra le professioni più richieste ci sono quelle di sarta modellista, professionalità importanti in cui la disponibilità è ancora superiore all’offerta”.
Quanto all’essenza dell’artigiano: «Il genio italico, la passione per il proprio lavoro, la voglia di fare qualcosa di bello e unico, i valori di eticità e semplicità». «il lavoro artigiano è il piacere di fare qualcosa di unico e che piace al proprio cliente, che alla fine si guarda in faccia. Un piacere del tutto umano». E la vita di oggi non può essere interpretata senza le nuove regole, dettate da una tecnologia sovrana che ha invaso ogni aspetto della vita, personale e professionale. «Il digitale sta cambiando il mondo. Sta cambiando il modo di vivere e cambierà anche il modo di lavorare delle imprese. Per quanto riguarda il mondo artigiano non possiamo ridurre tutta la sfida del digitale al fenomeno delle stampanti 3D o dei cosiddetti makers». “La mission: arriva un cliente mi chiede una cosa e io gliela faccio per imbastire un sogno”.