Audizione in quarta Commissione consiliare (Politica sociale) presieduta dal consigliere Bradascio (Pp) dei rappresentanti delle organizzazioni sindacali di Cgil, Cisl, Uil funzione pubblica e Usb sulla situazione della Casa della Divina Provvidenza.
Roberta Laurino della Cgil ha espresso quanto di seguito si declina: “Contrarietà alla revoca del Bando per acquisire le manifestazioni di interesse volte all’acquisto in toto o in parte della Casa della Divina Provvidenza e parere favorevole, quindi, alla vendita della struttura nel suo insieme, o meglio, in parte, della struttura, attesa la diversità della situazione pugliese rispetto a quella di Potenza. Un sì convinto – ha continuato Laurino – al distacco dalla casa madre con vendita del singolo ramo aziendale del Don Uva lucano. La Cgil avrebbe voluto – ha sottolineato – che prima del Bando vi fosse un intervento di garanzia della Regione Basilicata unitamente a tutte le sigle sindacali al fine di poter definire preventivamente i requisiti dei soggetti che avrebbero potuto esplicitare una manifestazione di interesse, soprattutto con riferimento alle garanzie sui posti di lavoro. La Cgil – ha aggiunto Laurino – richiama con forza la vigenza della legge regionale sul Don Uva e consequenzialmente la necessità di una sua concreta attuazione. La legge regionale prevede un impegno della Regione Basilicata come soggetto presente nella trattativa anche attraverso l’Asp e, quindi, deve esercitare il ruolo importantissimo di raccordo tra il commissario straordinario e le organizzazioni sindacali. La volontà del commissario straordinario – ha affermato Laurino – è quella di vendere per liquidare la struttura, la Cgil, al contrario, vuole mantenere la struttura di Potenza e auspica che la Regione Basilicata o l’Asp, come sua longa manus, possa entrare a far parte del Don Uva quale società mista pubblico-privata. Il sindacato Cgil ritiene che il Consiglio regionale debba assumere la vertenza del Don Uva quale priorità sganciata da Bisceglie con la partecipazione della Regione per confluire, dunque, nella precitata società mista. La Regione Basilicata – ha concluso Laurino – non può, stante la normativa vigente, non fare la sua parte”.
Giovanni Sarli della Cisl ha sottolineato “la mancanza del capitolato, fondamentale per capire le clausole del contratto che si dovrà poi, eventualmente, stipulare con il soggetto manifestatore di interesse e ritenuto idoneo. Lo Stato – ha anche sottolineato Sarli – è creditore nei confronti della Divina Provvidenza di ben 350 milioni di euro per i contributi previdenziali mai versati e la legge della Regione Basilicata – ha continuato – sul Don Uva deve essere onorata, in altri termini, si deve applicare in concreto. Vi è la necessità che le manifestazioni di interesse – ha concluso Sarli – debbano dare garanzie sostanziali”.
Antonio Guglielmi della Uil ha manifestato “l’adesione a quanto già espresso dalle sigle sindacali Cgil e Cisl”, mentre la rappresentante sindacale della Usb, Rosalba Guglielmi, ha rappresentato “la necessità di un coinvolgimento dell’Asp affinchè, eventualmente, attragga a sé l’erogazione di servizi dati in gestione al Don Uva, anche in considerazione del fatto che alcune parti della struttura immobiliare del Don Uva non rispondono più ai criteri di sicurezza e direzionare l’offerta degli stessi servizi, ad esempio, presso le strutture dell’ex ospedale San Carlo. Si auspica, quindi – ha aggiunto – che l’amministrazione straordinaria intraprenda la via del risanamento più che quella della vendita”.
Dopo le audizioni delle organizzazioni sindacali, la Commissione ha esaminato la proposta di legge su: “Disposizioni per il riconoscimento della lingua dei segni italiana e per la piena accessibilità delle persone sorde alla vita collettiva”, d’iniziativa del consigliere Napoli (Pdl-Fi). Il consigliere proponente ha illustrato la pdl che ha subito raccolto l’adesione ed il consenso del presidente Bradascio, degli altri consiglieri, ivi compreso Miranda Castelgrande a nome di tutto il Pd, con la riserva di proporre alcune integrazioni al provvedimento legislativo per poi audire le associazioni di categoria. La proposta è stata condivisa dal consigliere Napoli che ha espresso la sua soddisfazione “per la positiva predisposizione e l’accoglimento da parte dei componenti la Commissione di una proposta di legge di alta valenza sociale con l’auspicio di trovare una comunione di intenti in tempi brevi vista l’importanza del provvedimento per l’inclusione sociale di una categoria che ha pieno diritto all’informazione”.
Rinviato l’esame della pdl concernente le: “Modifiche alla legge regionale 25 gennaio 1993, n.6 – Norme sulla prevenzione e sul controllo del randagismo – Istituzione anagrafe canina e protezione degli animali di affezione”, d’iniziativa del consigliere Leggieri (M5s). Deciso il rinvio per l’assenza del proponente e la richiesta di audizione da parte del dipartimento “Politiche della persona”.
L’organismo consiliare ha anche rinviato il parere in merito alle due pdl sul riconoscimento della funzione sociale svolta dagli oratori in virtù delle similitudini tra i due provvedimenti. Il consigliere Spada (Pd) ha espresso “la necessità che le due pdl vengano esaminate congiuntamente”, mentre il consigliere Mollica (Udc) ha rilevato come “le proposte di legge siano similari e presentino solo piccole sfumature diverse, necessitando, quindi, la ricerca una posizione comune facendo sintesi per poter presentare in Commissione un’unica pdl”. Il presidente Bradascio ha ritenuto di affidare al consigliere Santarsiero (Pd) uno dei proponenti, l’incarico di trovare il punto di connessione esaustivo per i due provvedimenti, giungendo ad una unica stesura.
Hanno preso parte ai lavori della Commissione, oltre al presidente Luigi Bradascio (Pp), i consiglieri Giannino Romaniello e Aurelio Pace (Gm), Carmine Miranda Castelgrande, Vito Santarsiero, Mario Polese, Achille Spada (Pd), Paolo Galante (Ri), Francesco Pietrantuono (Psi), Michele Napoli (Pdl-Fi), Francesco Mollica (Udc), Gianni Rosa (Lb-Fdi).