Il Coordinamento nazionale dei docenti della disciplina dei diritti umani, in occasione della Giornata Mondiale dell’Insegnante istituita dall’UNESCO il 5 ottobre e dal tema “Empoweringteachers, building sustainable societies”, mette in evidenza le problematiche dei tanti precari inattesa di stabilizzazione, che, giornalmente, affrontano mille problemi pur di svolgere al meglio una professione così importante per l’avvenire della nostra società. Infatti, la funambolica flessibilità, che conduce molti colleghi a recarsi ovunque pur di conseguire il fatidico punteggio, la ricerca di un alloggio, quasi sempre condiviso con altri lavoratori, quando non si è più giovanissimi, pur di abbattere i costi, le ore trascorse nei treni, nei pullman, nella metrò, negli aerei, con allerta meteo magari, il distacco dai propri cari e l’impossibilità di viverne la quotidianità costituiscono motivo di silenziosa sofferenza per tanti, ma non compromettono la professionalità (e spesso anche l’entusiasmo!) con cui ogni mattina si entra in classe e si garantisce il diritto all’istruzione.
Sono in molti che ci scrivono raccontandoci della loro vita difficile di emigrati al Nord e delle molteplici difficoltà incontrate, non ultime le tante, troppe, spese sostenute per l’aggiornamento didattico e/o la miriade di ricorsi per veder riconosciuti finalmente i propri diritti.
Speranza, attesa, sacrificio, frustrazione sono quindi termini ricorrenti di una esistenza “precaria” trascorsa a rincorre un futuro più stabile e decoroso, in cui poter finalmente vivere il proprio diritto alla famiglia.
Speriamo che a Novembre per i tanti che hanno presentato domanda si possa dischiudere un nuovo orizzonte e che per tutti i supplenti indiscriminatamente si possa trovare una soluzione al più presto.
Prof. Romano Pesavento, Presidente Coordinamento nazionale dei docenti della disciplina dei diritti umani