Nell’abitato neolitico di Trasanello-Cementificio si è svolta nel mese di settembre la nona campagna di scavo archeologico condotto in regime di concessione dal Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere dell’Università di Pisa, sotto l’alta sorveglianza della Soprintendenza Archeologia della Basilicata e grazie al finanziamento e al supporto logistico di Italcementi SpA e della Cementeria di Matera Trasanello, che ospita nella sua proprietà il sito archeologico.
I lavori, sotto la responsabilità scientifica della prof.ssa Giovanna Radi e del Direttore del Museo Archeologico Nazionale Ridola di Matera dott.ssa Annamaria Patrone, vedono la partecipazione del gruppo di studio diretto e coordinato dalla dott.ssa Lucia Angeli.
La ricerca, avviata nel 2007 grazie al ritrovamento del sito da parte di Gianfranco Lionetti e Vinicio Camerini, riguarda l’occupazione umana del comprensorio murgiano nella preistoria recente e si inserisce in un programma più ampio della Soprintendenza che risponde ad esigenze di tutela come ad opportunità di valorizzazione del territorio.
La ripresa delle indagini nel villaggio neolitico, individuato da Gianfranco Lionetti e successivamente indagato e vincolato, muove dall’interesse ad approfondire lo studio relativo alle prime comunità ad economia produttiva del Materano mediante scavi sistematici, studio dei reperti archeologici e analisi di laboratorio.
Nel mese di Settembre l’indagine appena conclusa ha interessato i saggi nel riempimento del fossato di recinzione del villaggio neolitico, recuperando la sequenza stratigrafica del deposito archeologico e un’abbondante quantità di materiale ceramico, attualmente in corso di restauro nel laboratorio del Museo Ridola. Inoltre l’interesse si è rivolto al recupero di un monumento sepolcrale riferibile all’età del Bronzo Finale-età del Ferro presente all’interno del villaggio.
Le ultime ricerche hanno confermato che nel sito di Trasanello si sono conservate importanti testimonianze di una frequentazione umana che dal Neolitico si estende fino all’età dei metalli. La prima occupazione è riferibile al Neolitico antico quando è stata realizzata l’opera di escavazione del fossato che recingeva l’abitato. Dopo un periodo di abbandono di circa tre millenni l’identificazione di due capanne attesta che la frequentazione è ripresa durante l’età del Bronzo. Alcuni secoli dopo sono stati realizzati sulla parte sommitale del pianoro quattro tumuli circolari, ad uso funerario, delimitati da un recinto di blocchi di calcare.
Una selezione dei materiali più significativi è esposta già dal 2010 nella Mostra didattica
“ Trasanello…quattro passi nella Murgia preistorica”, all’interno del nuovo percorso espositivo della sezione preistorica del Museo Archeologico Nazionale Domenico Ridola di Matera, dove trovano spazio anche ricostruzioni sperimentali e pannelli esplicativi delle attività e dei modi di vita delle comunità vissute nel territorio materano dal quinto al primo millennio avanti Cristo.
L’importanza dei risultati emersi dalle indagini sul campo e dai dati preliminari dello studio fanno auspicare una continuazione delle ricerche.