“Il saldo di mobilità sanitaria in Basilicata al 2014 è costato 38milioni 796mila euro: lo ha accertato l’Agenzia per i servizi sanitari regionali (Agenas) che ha pubblicato l’ultimo aggiornamento dei dati sulla spesa sanitaria nazionale e regionale relativi al periodo 2008-2014, con particolare attenzione alle voci di costo che hanno maggiormente inciso sull’andamento della spesa e ai disavanzi regionali”. A riferirlo è il capogruppo di Forza Italia in Consiglio Regionale Michele Napoli evidenziando gli altri dati più significativi di Agenas, tra i quali l’aumento della spesa sanitaria corrente che passa da 1milione 28mila euro del 2013 a 1milione 37mila euro 2014. Dal lato dei costi che hanno inciso maggiormente essi sono stati: prodotti farmaceutici ed emoderivati (+7,09%), dispositivi medici (3,41%), manutenzioni e riparazioni (+5,62%). Si registra un incremento anche nella voce di spesa legata alle consulenze (+2,48%). Nel 2014 cresce anche la spesa per manutenzioni in media del 6%. In crescita le prestazioni da privato ma l’attenzione è sulle prestazioni per assistenza ospedaliera (+2,05%) il cui andamento non è coerente con le misure introdotte dal dl n. 95/2012, che prevedeva una riduzione rispetto al consuntivato 2011 nei volumi e nei corrispettivi degli acquisti di specialistica ambulatoriale e ospedaliera dagli erogatori privati.
“I cosiddetti “viaggi della speranza” – aggiunge Napoli – sono la cartina al tornasole della insufficienza, quantitativa e qualitativa, delle prestazioni erogate dal sistema sanitario regionale, incapace non solo di attrarre, ma anche di trattenere i propri cittadini bisognosi di cure entro i propri confini. Lo testimonia oltre al dato finanziario relativo all’entità del saldo negativo anche e soprattutto l’analisi relativa al flusso migratorio: i lucani “emigrano” soprattutto verso le regioni del Centro- Nord, alla ricerca di quelle cure di “alta specialità” che la nostra regione non riesce a garantire nelle modalità e nei tempi richiesti dagli utenti”. Se poi si considera il decennio 2002-2012 la cifra è impressionante: -422 milioni. Nello stesso decennio il saldo della Lombardia è stato positivo per ben 4,5 miliardi di euro e quello dell’Emilia Romagna positivo per 3 miliardi”
Nel ricordare che le proposte di Forza Italia contenute nella mozione “La sanità lucana by night” sono da mesi sui tavoli del confronto in Regione, Napoli afferma che “nessun alibi a tale situazione di fatto perchè la Basilicata, a differenza di altre Regioni, può contare su risorse non derivanti dalla fiscalità generale(royalties) che vengono impiegate, evidentemente, per compensare i pessimi risultati del nostro sistema sanitario regionale in termini di programmazione ed appropriatezza, piuttosto che per rispondere alle reali esigenze dei cittadini. Chiaramente “liste di attesa” lunghe sono di ostacolo a questo e comportano diagnosi tardive di patologie che, se non prese in tempo, diventano irrecuperabili”.
Per il capogruppo di Fi “occorre dunque mettere in campo un diverso modello organizzativo che comporti un migliore utilizzo delle risorse umane, anche perché la conseguenza diretta ed immediata dei lunghi tempi di attesa è l’emigrazione sanitaria”.
Il report AGENAS inoltre sottolinea come l’andamento di altre due componenti che non sono legate ad attività sanitarie in senso stretto ma sono rappresentative della stabilità del sistema aziendale. Nel 2014 si vede il raddoppiarsi degli accantonamenti, dove la voce preponderante è rappresentata dagli accantonamenti per rischi: 1) situazioni di contenziosi con i fornitori, specie di servizi, ancora non risolti; 2) modifica del sistema assicurativo con aumento nelle regioni del sistema della autoassicurazioni. Anche la gestione finanziaria (seppur di importi non consistenti) è rappresentativa di costi che il servizio sanitario sta pagando a seguito dei debiti pregressi e del ritardo nei pagamento ai fornitori, infatti i valori più elevati si registrano negli interessi passivi e sono maggiormente presenti nelle regioni in piano di rientro.
Ancora, in sei anni il ticket è cresciuto del 26%. Mentre l’analisi del finanziamento della spesa sanitaria rileva un aumento del Fondo sanitario nazionale che dal 2008 al 2014 cresce del 9%. Per quel che riguarda invece le entrate proprie, la compartecipazione alla spesa (ticket) si conferma la voce principale con una crescita del 26% dal 2008 al 2014.