Domani si apre una settimana decisiva tra il Governo e le Regioni sulla legge di stabilità per il 2016 che l’esecutivo dovrà presentare al Parlamento entro il 15 ottobre. I presidenti delle Regioni si sono dati appuntamento per domani alle 12 a Roma, per una seduta della Conferenza dei governatori destinata ad essere monotematica e, cioè, dedicata ad essere interamente destinata all’esame delle misure del documento economico al quale lavora il Governo.
A tenere banco sono ovviamente le risorse da destinare al fondo sanitario nazionale. Lunedì scorso c’è stata una riunione operativa a Palazzo Chigi tra una serie di ministri, tecnici del ministero dell’Economia e una delegazione di presidenti delle Regioni. Un altro incontro, questa volta ufficiale e allargato, dovrebbe esserci nei prossimi giorni per la presentazione del documento prima del varo definitivo.
A Palazzo Chigi si è parlato della possibile introduzione dei costi standard nella legge di stabilità con l’obiettivo di realizzare dei risparmi importanti da dedicare al fondo sanitario, fermo quest’anno a 110 miliardi di euro e che, secondo il patto della salute, il prossimo anno dovrebbe salire a 113 miliardi. Ma così come avvenuto lo scorso anno, anche per il 2016 si profila un mancato aumento del fondo di 2 miliardi di euro dopo che il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, nel Question time alla Camera, ha parlato di un incremento del fondo fino a 111 miliardi di euro.
Dal punto di vista delle risorse, hanno spiegato le Regioni, l’impegno che il Governo si era assunto un anno fa con il Patto per la salute era di destinare 2 miliardi in più sul 2015 e 3 miliardi in più sul 2016, per un totale di 5 miliardi. Lo stanziamento per il 2015 è stato azzerato, sul 2016 la proposta di un miliardo in più “non è sufficiente” anche alla luce dei rinnovi contrattuali dei medici e del personale sanitario che sono ancora in corso di trattativa.
Sulla stessa lunghezza d’onda, anche il presidente della Regione Basilicata, Marcello Pittella, che ha spiegato di aspettarsi dalla trattativa tra il Governo e le Regioni che “non ci siano tagli e mi aspetto che almeno sui farmaci salvavita ci sia un’attenzione particolare. Comprendo che nella condizione economico e finanziaria in cui si trova il paese, tutto non possiamo ottenere. Anzi, vogliamo concorrere responsabilmente al contenimento della spesa – ha spiegato – non un centesimo in meno e un’ aggiunta che recuperi questa ulteriore criticità potenziale. I farmaci salvavita per una Regione piccola come la nostra, possono provocare uno sbilanciamento di cica 20 milioni di euro”.