Rispetto alla crisi economica ed al calo del numero delle imprese in Italia, le imprese femminili mostrano una maggiore capacità di resistenza rispetto alle imprese “maschili”, con perdite inferiori in termini sia assoluti che relativi. Ciò determina anche una crescita del livello di femminilizzazione della nostra imprenditoria: l’incidenza è infatti passata dal 29,8% del 2009 al 30,2% del 2014. Nel settore dei servizi l’incidenza delle imprese “femminili” è del 35,6% e le imprenditrici del terziario costituiscono il 69,2% del totale, contro il 58,6% degli uomini. Sono alcune delle tendenze espresse da Terziario Donna Confcommercio, che in occasione del Forum “Donne motore della ripresa”, ha presentato i dati di una ricerca condotta con il Censis.
La provincia di Potenza – secondo i dati – è sesta per tasso di femminilizzazione di impresa (la provincia di Potenza conta 10.370 pmi iscritte alla Cciaa con donne titolari su 38.015 complessive, con un tasso di femminilizzazione pari al 27,28%). Creare nuove imprese è stata per le donne la formula di autoimpiego vincente in questo periodo. Di qui tre idee-progettuali: “Investiamo nelle donne” – finanziamenti finalizzati a realizzare nuovi investimenti, materiali o immateriali, per lo sviluppo dell’attività di impresa ovvero della libera professione;“Donne in start-up” – finanziamenti finalizzati a favorire la costituzione di nuove imprese, ovvero l’avvio della libera professione;“Donne in ripresa” – finanziamenti finalizzati a favorire la ripresa delle PMI e delle lavoratrici autonome che, per effetto della crisi, attraversano una momentanea situazione di difficoltà.
Ancora, secondo l’indagine i comparti del terziario a maggiore incidenza di imprese femminile sono la sanità e assistenza sociale 58,7%, servizi personali 54,8%, l’immobiliare 44,6% e l’istruzione 43,6%. Dal 2009 al 2014 i settori che hanno registrato maggior incidenza di imprese femminili sono finanza e assicurazioni con un + 6,3%e i servizi di supporto alle imprese + 5%. L’innovazione è particolarmente sviluppata nelle imprese femminili, soprattutto per quanto riguarda i sistemi informatici, la ricerca e lo sviluppo e i servizi 5 post-vendita, confermando lo storico contributo di innovazione delle imprese femminili rispetto al contesto sociale di riferimento.
L’economia del benessere, di cui tanto si parla, per rafforzarsi – commenta Fausto De Mare presidente Confcommercio Potenza – deve passare anche attraverso una maggiore valorizzazione delle imprese femminili e della conciliazione tra impegno lavorativo ed esigenze familiari e private. Un messaggio identificato come Bene Essere, centrato sulla riscoperta della qualità della vita e, non necessariamente, legato alla ostentazione e al lusso. Un discorso sui valori e non sull’ agiatezza, basato sulla valutazione qualitativa e non quantitativa. Si richiede uno sforzo di tutti i comparti della vita collettiva e delle politiche sociali e fiscali, per la costruzione di una sostenibilità sociale ed economica a lungo termine.