Il consigliere regionale del Movimento 5 stelle Gianni Leggieri chiede in una nota le dimissioni di massa contro la decisione del Governo Renzi di autorizzare le ricerche di petrolio alla Shell nel Mar Jonio. Di seguito la nota integrale.
Apprezzo le parole del consigliere regionale Bradascio, sono la conferma tardiva che il Movimento 5 Stelle ha sempre avuto ragione.
Qualcuno ha voluto dare credito ad un millantatore, ad un venditore di chiacchiere ed oggi la Basilicata tutta ne paga le conseguenze.
Credere alle promesse di Renzi e del ministro Guidi è stato come fidarsi delle parole del Gatto e della Volpe e, oggi, qualcuno sta facendo la figura del Pinocchio di turno.
Adesso però basta con le pseudo vie istituzionali e con il dialogo. Basta con le riunioni e i tavoli romani che non servono a nulla e non hanno prodotto alcun risultato concreto per i lucani. Basta con la politica supina adottata dal governatore Pittella rispetto alle mire colonialiste del padrone romano. E’ tempo di cambiare registro e di farlo con atti seri, concreti e tangibili.
E’ il momento di schierarsi con coerenza e decisione dalla parte del popolo lucano per difendere questa terra.
Siamo stati votati per rappresentare i cittadini lucani e non gli interessi di alcune multinazionali o di un partito politico. Siamo stati eletti per migliorare la situazione dei cittadini lucani, per risolvere i problemi di questa Regione e non per assistere inermi alla sua distruzione.
A questo punto ritengo doveroso rassegnare le mie dimissioni da vice presidente della IV commissione e chiedere a tutti i colleghi di fare lo stesso, Presidenti e Vice presidenti delle commissioni regionali dovrebbero dimettersi per iniziare a lanciare segnali forti.
Allo stesso tempo, lancio un appello a tutti gli amministratori, siano essi comunali o regionali, siano essi semplici consiglieri o assessori e sindaci, se anche questa ennesima protesta non dovesse portare i risultati politici sperati, allora tutti insieme dovremmo avere il coraggio di rassegnare le nostre dimissioni di massa. Sarebbe uno scatto di orgoglio di una intera classe politica, un gesto simbolico, ma non solo, che dovrebbe essere messo in atto da tutti, parlamentari, consiglieri regionali, consiglieri comunali.
Un modo forte per far sentire al Presidente del Consiglio Renzi che questo popolo ha una sua dignità.
Il modo migliore per dimostrare il dissenso totale rispetto alle scelte del Governo centrale, ma anche per far capire ai palazzi romani che noi siamo pronti a tutto per difendere questa Regione, la salute, l’ambiente, il territorio lucano.
E poi non dimentichiamo che la nostra dignità è sicuramente più importante di una poltrona.
CIFARELLI E LUONGO (PD) SU DIMISSIONI BRADASCIO DA PRESIDENTE IV CCP
Caro Luigi,
abbiamo letto con grande attenzione il malessere che hai espresso a seguito della notizia del via libera del Governo nazionale alle ricerche di idrocarburi nel mar Jonio. Stride anche per noi verificare come: se da un lato la Basilicata ed altre nove regioni propongono i referendum per rivedere le modalità ed i rapporti di leale collaborazione tra Stato e Regioni, dall’altro lo Stato continua imperterrito ad applicare, seppur legittimamente, una legge fortemente messa in discussione, e nel rapporto con la Basilicata, regione che già contribuisce in modo determinante con le estrazioni su terra al fabbisogno energetico nazionale.
Ma la cosa più utile che possiamo fare in questo momento è quella di restare uniti, innanzitutto come forze di governo regionale, e con grande responsabilità continuare in questa difficile azione, come il Presidente Pittella sta facendo insieme ai parlamentari del centrosinistra, di dialogo costante con il Governo nazionale, mantenendo la schiena dritta. La sfida è difficile, inutile nasconderlo, e come tutte le battaglie con momenti altalenanti. Abbiamo ancora strumenti oltre la diplomazia da mettere in campo e lo faremo concordando il da farsi come sempre è avvenuto in queste circostanze innanzitutto con il Presidente Pittella.
Siamo alla vigilia di importanti passaggi per la nostra comunità regionale e per il Mezzogiorno. Martedì il Presidente Pittella riferirà in Consiglio sullo stato di avanzamento del Masterplan per il Sud, strumento nel quale siamo certi troveranno risposta le tue giuste domande sulle risorse da destinare al superamento dei ritardi del Sud rispetto al resto del Paese e per il grande progetto Matera-Basilicata 2019 in termini di infrastrutture, servizi e non solo, perché sappiamo bene che le risorse stanziate nella legge di stabilità nazionale per Matera 2019 rappresentano, e lo diciamo per dargli merito, l’impegno mantenuto (ed anche qualcosa in più) dal Ministro Franceschini per la realizzazione della parte culturale del dossier.
In questi primi due anni di legislatura la maggioranza consiliare è sempre stata unita, coesa nel sostegno all’azione di governo, nonostante la crisi della politica e del nostro stesso partito, il PD; ed è in ragione della coesione, della corresponsabilità e del positivo percorso compiuto fin qui insieme che ti invitiamo a riflettere e rivedere la tua decisione di dimetterti da Presidente della IV Commissione consiliare.
Antonio Luongo, segretario regionale PD
Roberto Cifarelli, consigliere regionale PD
SANCHIRICO (IU): ALLA BASILICATA NON SERVE UN PRESIDENTE BIFRONTE DI GOVERNO E DI LOTTA
“Tra la Basilicata del petrolio e la Basilicata no-triv che emerge in queste ore, anche a seguito delle annunciate dimissioni di Bradascio dalla presidenza della Quarta Commissione, noi continuiamo a sostenere che c’è una terza Basilicata che coniugando risorse energetiche e programmazione, nel pieno rispetto dell’ambiente e dei territori, nella salvaguardia della salute dei cittadini e non limitandosi al petrolio, può percorrere una propria autonoma e originale strada di sviluppo”. Ad affermarlo è il coordinatore regionale di Italia Unica per la Basilicata Pietro Sanchirico che aggiunge: “l’unica proposta concreta e innovativa è venuta sinora dal Presidente di Italia Unica Corrado Passera per la definizione di un progetto che riesca a usare le royalties per farne un grande project financing per lo sviluppo della Basilicata, mettendo in moto dai 5 ai 10 miliardi di euro. Un’opportunità che può cambiare la prospettiva dei lucani per i prossimi decenni. L’atteggiamento del Presidente-bifronte Pittella che elogia Renzi e lo contesta sul petrolio invece – continua Sanchirico – non mi pare possa determinare condizioni favorevoli per la nostra regione. Invece di prendersela con i suoi amici di partito dovrebbe essere il primo a smetterla di fare l’uomo di governo e di opposizione perché non paga soprattutto in termini di credibilità. E Lacorazza oltre ad invocare che “i panni sporchi si lavano in famiglia” , scuramente temendo la segreteria nazionale, dovrebbe prendere atto che la chiamata in causa diretta di Pittella in occasione della conferenza stampa dell’ultimatum non consente altri passi falsi. Italia Unica continua a sostenere e lo ribadisce nella giornata della festa di Matera 2019 che se ci colleghiamo a grandi progetti interregionali con Puglia, Campania, Calabria e utilizziamo parte dei proventi delle royalties per iniziative di alcuni miliardi finalizzate a completare le reti ferroviarie e stradali necessarie, in pochi anni il grave gap infrastrutturale potrebbe essere risolto con benefici enormi per la Basilicata. Bisogna avere, però, una visione di prospettiva, saper usare i proventi del petrolio per investimenti infrastrutturali di lungo periodo. Fare insomma quello che le più recenti amministrazioni regionali non hanno saputo e voluto fare».
Gianni Rosa, consigliere regionale Fratelli d’Italia Alleanza Nazionale : “Mar Jonio #selopossonodimenticare. Gli slogan di Pittella i soliti bluff”.
28 milioni di euro. Ecco quanto il Governo italiano paga per due permessi di ricerca nel mar Jonio. 14 milioni a permesso. L’operazione di svendita della Basilicata, iniziata un anno fa, raggiunge uno dei suoi momenti più tragici.
Abbiamo presentato un’interrogazione urgente perché Pittella, martedì 20, venga in Consiglio, pubblicamente a dire se la Regione Basilicata intende impugnare il provvedimento autorizzativo del Ministero dell’Ambiente che riguarda le estrazioni nel Mar Jonio. Inoltre, deve dirci, quali azioni politiche voglia intraprendere per contrastare una buona volta questo assalto alla Basilicata. Non solo. Abbiamo sollecitato il medesimo intervento ai nostri rappresentanti istituzionali in Parlamento. Vogliamo che sia Renzi che Pittella ci dicano, una volta per tutte, quanta importanza danno al volere dei Lucani.
Non ci meraviglia il silenzio di Pittella sui provvedimenti che riguardano le autorizzazioni denominate “d 73 F.R.-S.H.” e “d 74 F.R.-S.H.”, richieste da Shell Italia per perforazioni nel golfo di Taranto, a pochi kilometri dalle nostre, splendide coste, nonostante il parere sfavorevole della Regione Basilicata e dei comuni interessati. Lo avevamo detto da subito che, con le norme dello Sblocca Italia, le Regioni non avrebbero contato più nulla. E infatti, il Ministero ha dato il via libera nonostante il parere contrario della Regione.
Quello che ci meraviglia è l’esultanza di Pittella per i 28 milioni, dimostrando, ancora una volta, di essere un semplice portaordini al servizio di Renzi, il quale vuole trasformare il territorio e il mare lucano in un’enorme gruviera al servizio dei petrolieri.
Pensavamo che Pittella, dopo aver spudoratamente svenduto la Basilicata e aver mentito, una per tutte il #selopossonodimenticare, avrebbe avuto il buon gusto di tacere. E invece, esulta. Come se deturpare i fondali del Mar Jonio fosse lontanamente ripagabile con qualche spicciolo di elemosina.
Mentre Emiliano occupa spazi importanti nel turismo che genera già oggi l’attrattività di Matera creando canali imprenditoriali verso la Puglia e scalzando proprio le nostre cittadine della costa jonica dal ruolo di accoglienza dei turisti, Pittella esulta per 28 milioni che sono nulla rispetto a quello che il suo “capo” ci chiede.
Rimaniamo basiti di fronte a tanta incapacità politica, di fronte ad un comportamento così ambiguo che rappresenta, secondo noi, l’inizio del crepuscolo dell’oramai ex-gladiatore lucano.
Coordinamento No Triv Basilicata: “Non c’è tempo da perdere
Con le delibere regionali sui referendum adottate su proposta del Coordinamento nazionale No Triv, le Regioni rispondono con i fatti agli effetti distruttivi che le scelte politiche intraprese dai governi di questi ultimi anni hanno determinato non solo in materia energetica e per quanto concerne la velocizzazione delle procedure autorizzative finalizzate alle attività di ricerca, prospezione, coltivazione di idrocarburi, ma anche alla drastica ed inequivocabile riduzione delle competenze territoriali garantite dalla Costituzione, a favore dei poteri centrali dello Stato.
Dopo una lunga stagione di scelte discutibili, di atteggiamenti ambivalenti, di tentativi di rettifica e trattativa andati a vuoto, molte Regioni (almeno nella misura doppia del necessario richiesto dall’art 75 della Costituzione), mandano a dire, forte e chiaro, che vogliono (e non possono!) delegare scelte impattanti ambientali e linee di pianificazione economica al governo centrale.
Da lungo tempo, tranne rare eccezioni, abbiamo perso al riguardo la voce e la presenza dei sindaci, che dovrebbero essere i primi rappresentanti degli interessi locali, i primi cittadini di territori che, soprattutto in Basilicata, sono costantemente minacciati da inquinamento, da rischi diffusi ed allarmanti per la salute, da innumerevoli perdite di opportunità. Cosa fanno i nostri sindaci?
Il 7 Agosto scorso a Policoro l’ANCI aveva invitato ed incontrato i movimenti e le associazioni NO TRIV di Basilicata per un confronto aperto e costruttivo sul tema delle trivellazioni in mare ed in terra.
In quell’occasione il presidente, il vice presidente dell’ANCI ed anche tutti gli altri sindaci intervenuti, avevano pubblicamente mostrato seria preoccupazione nei confronti sia della difficile realtà presente, sia, soprattutto, nei confronti delle calamitose prospettive future che lo Sblocca Italia e la politica della giunta regionale, così come del governo nazionale, stavano prevedendo per i nostri territori.
Dopo aver ascoltato le nostre proposte e dopo esserci confrontati sulle varie soluzioni; dopo aver appreso dal presidente Adduce, così come da molti altri sindaci presenti, che le proposte NO TRIV erano non solo fondate, ma anche in gran parte condivisibili; dopo aver sentito dalla voce ufficiale dell’ANCI Basilicata che “non c’era tempo da perdere” (parole vostre), la sera del 7 Agosto ci eravamo salutati con la garanzia formalmente espressa da parte dell’associazione dei sindaci lucani – garanzia rivolta non solo ai NO TRIV ma a tutti i lucani – che avreste informato tutti i sindaci (anche quelli assenti la sera del 7) delle nostre proposte presentate ufficialmente in un documento congiunto NO TRIV consegnatovi singolarmente a mano, che tutte le giunte municipali le avrebbero studiate ponderatamente, le avrebbero confutate punto per punto e che quindi l’ANCI, “senza perdere tempo”, avrebbe discusso, risposto punto per punto, infine deliberato, in merito a tali proposte, proponendo tra l’altro – sulla base delle nostre sollecitazioni – a tutte le municipalità della Regione, una precisa linea politica e progettuale da seguire per contrastare la deriva estrattiva del nostro ambiente e delle nostre comunità e per delineare nello stesso tempo alternative di sviluppo compatibili con il nostro ambiente naturale e sociale.
Sappiamo che le associazioni NO TRIV sono composte da semplici cittadini che si assumono tutta la responsabilità di iniziative autogestite finalizzate alla salvaguardia del proprio territorio; cittadini che prendono sul serio la portata delle emergenze ed il ruolo delle istituzioni. È per questo che queste associazioni, tra loro coordinate, sono rimaste fiduciose fino ad ora sul fatto che l’ANCI, senza perdere tempo e con altrettanta serietà, tenendo fede a quanto deciso e pubblicamente comunicato, rispondesse ufficialmente alle nostre richieste. Così come aveva garantito, appunto.
A distanza di quasi due mesi stiamo ancora aspettando che l’organo che associa tutti i primi cittadini, ossia coloro che dovrebbero assumersi con ancora maggiore gravità di noi la responsabilità della salvaguardia del nostro ambiente naturale e sociale, dunque lo sforzo di mantenere gli impegni assunti, rispetti quanto aveva promesso e garantito in un incontro ufficiale convocato dalla stessa ANCI il 7 Agosto a Policoro.
Purtroppo le notizie che ci giungono sono scoraggianti: diversi sindaci da noi interpellati ci hanno rivelato, non solo di non essere stati informati adeguatamente per l’incontro del 7 Agosto a Policoro, ma, soprattutto ed ancora più gravemente di non essere stati messi al corrente del documento di proposta presentato ufficialmente quella sera e che doveva essere oggetto di discussione per la deliberazione ANCI e per l’azione congiunta dei Comuni lucani.
Lo ritenete un comportamento opportuno e degno di primi cittadini ai quali le vostre comunità hanno affidato i propri destini? Non avete avuto tempo e modo? Vi sono per caso mancati la volontà e l’impegno di assolvere ai vostri impegni ed alle vostre promesse?
Se le notizie sono demoralizzanti, noi però non smettiamo di sollecitare e di chiedere segnali concreti di un rinnovato protagonismo dei sindaci al fianco dei bisogni delle loro comunità.
Nel confermare la nostra volontà di dialogo, di confronto, di tenuta della fiducia, vorremmo avere contezza sullo stato della discussione attuale a proposito delle nostre richieste presentate il 7 Agosto scorso al vostro interno e nuove e più solide garanzie – nell’immeditato- riguardo alle prese di posizioni dei nostri primi cittadini ed alla tanto attesa delibera ANCI.
Il tutto nella comune consapevolezza che “non c’è tempo da perdere” e che dopo la risposta dei cittadini, quella delle Regioni, oramai manca solo quella dei sindaci, che pure dispongono di un documento di confronto già bello e pronto su cui discutere, confrontarsi e deliberare.
Comune di Pisticci: ferma opposizione alle ricerche petrolifere nell’arco Jonico.
In merito al provvedimento rilasciato dal Ministero dell’Ambiente rispetto alle estrazioni nel Mar Jonio, che autorizza le compagnie petrolifere a ispezionarlo per la ricerca di gas e petrolio, l’Amministrazione Comunale di Pisticci ribadisce, ancora una volta, la su ferma opposizione a qualsiasi tipo di ricerca ed estrazione petrolifera sia in mare sia in terra ferma.
La posizione del Comune, peraltro, era già stata espressa con atti di Giunta Municipale (Delibera di G.C. n. 271 del 28.11.2012 e delibera di G.C. n. 286 del 20.12.2012) e di Consiglio Comunale (Delibera n. 14 del 19 marzo 2013).
In queste ore si stanno predisponendo gli atti per la convocazione di un consiglio comunale aperto a tutti i comuni dell’arco Jonico, compresi quelli delle regioni limitrofe interessate alle ricerche petrolifere.