L’assessore Liberali e il direttore Marchese hanno illustrato ai giornalisti dati e peculiarità di questa innovativa azione finalizzata al rilancio industriale.
Componentistica per l’automotive, recupero materiali e servizi ambientali, metallurgia avanzata, meccanica di precisione, servizi telematici nel settore dei pedaggi, servizi sociali e agroalimentare.
Sono questi i settori industriali nei quali opereranno le prime dodici aziende finanziate con il bando pubblico regionale sui Pacchetti Integrati di Agevolazione (Pia).
I primi progetti industriali, approvati lo scorso 2 ottobre, sono stati presentati questa mattina alla stampa dall’Assessore alle Politiche di Sviluppo, Lavoro, Ricerca e Formazione, Raffaele Liberali e dal direttore generale, Giandomenico Marchese.
I contributi concessi con la prima finestra, che si è chiusa nel mese di luglio, ammontano a circa 34,5 milioni di euro. La seconda finestra si chiuderà nel prossimo mese di ottobre e completerà il finanziamento complessivo previsto dall’iniziativa pari a 65 milioni euro.
“Abbiamo approvato – ha dichiarato l’assessore Liberali – progetti completi immediatamente cantierabili. Così come accaduto nella fase di candidatura, la Regione continuerà a monitorare il buon esito delle attività, attraverso le fasi di rendicontazione e di verifica del rispetto degli impegni presi con la proposta. La presenza delle dodici imprese – ha osservato l’assessore – è sufficientemente equilibrata sul territorio regionale, con una più marcata concentrazione nell’area del melfese. La formula innovativa di bando aperto – ha detto Liberali – consente agli imprenditori di aggiornare, in occasione delle prossime scadenze, il business plan. Gli investimenti complessivamente attivati, attraverso questo investimento particolarmente consistente, ammontano a circa 90 milioni di euro, fra cofinanziamenti e importi richiesti per le operazioni di ampliamento degli stabilimenti, ammodernamento, ed investimenti in tecnologia e formazione degli addetti. Questa iniziativa – ha sottolineato Liberali – è solo un tassello importante di una più complessa strategia che coinvolgerà anche le piccolissime realtà, comprese quelle che operano nei settori del turismo e della cultura e che saranno oggetto di bandi ad hoc in occasione della prossima Programmazione Comunitaria”.
I 12 Piani di Sviluppo Industriale presentati oggi sono stati redatti, al 50 %, da piccole e medie imprese e sono localizzati nelle aree industriali ex Legge 219/81 e in altre aree. Alla scadenza della prima finestra intermedia (luglio 2015) sono pervenuti in tutto 31 progetti. Di questi, altre ai 12 approvati: 7 hanno superato il punteggio minimo ma non sono rientrati nella dotazione finanziaria disponibile perla prima finestra; 4 non sono stati ammessi a Finanziamento perché non hanno raggiunto il punteggio minimo prescritto dall’avviso pubblico; 8 sono stati ritirati prima della valutazione. I PSI coinvolgono complessivamente 630 lavoratori, di cui 229 (il 36,3%) sono nuovi occupati. Di questi, 103 (quasi il 45%) provengono dalle platee dei disoccupati di lunga durata o da quella dei percettori di ammortizzatori sociali.
Il programma PIA nasce da due delibere CIPE con le quali sono state rimodulate le risorse residue 2007-2013 del Fondo di Sviluppo e Coesione non ancora inserite in Accordi di programma Quadro. Tra le caratteristiche innovative del bando, evidenziate nel corso della conferenza stampa: la tempistica stretta, rispetto ai tempi medi delle pubbliche amministrazioni; le modalità di interlocuzione con i soggetti imprenditoriali proponenti; l’iter procedurale perla presentazione, la valutazione e la selezione dei Piani di Sviluppo Industriale con almeno due finestre e con la possibilità per i progetti non ammessi e/o non rientranti nella disponibilità finanziaria di ripresentare domanda nella finestra successiva.
Il PIA consente inoltre alle imprese, attraverso la presentazione di un unico Piano di Sviluppo Industriale articolato in Progetti specifici, di richiedere contributi finanziari non solo per la realizzazione di investimenti produttivi per la salvaguardia e sviluppo dei livelli occupazionali, ma anche per l’acquisizione di servizi reali, la realizzazione di attività di ricerca e sviluppo tecnologico e lo svolgimento di attività di formazione continua.