Al 30 settembre scorso sono poco più di un migliaio le start up innovative iscritte alle Camere di Commercio delle Regioni del Sud con significative performance raggiunte in Campania (273), Sicilia (221), Puglia (188), Calabria (107), Basilicata (30) e con Napoli e Bari tra le prime dieci province italiane. A queste vanno aggiunte le circa 13.300 imprese dell’area Sud-Isole che operano con meno di cinque anni in settori innovativi vale a dire ad alta intensità tecnologica e di conoscenza.
In questi dati – è il commento di Rosa Gentile, vice presidente nazionale Confartigianato con delega al Mezzogiorno – c’è l’apporto determinante dell’artigianato e delle pmi. Dietro questi successi ci sono la voglia di scommettere in proprio, le esperienze di piccoli makers ad alto tasso di innovazione. Secondo l’Ufficio Studi Confartigianato, il 42,8% delle imprese manifatturiere tra 3 e 9 addetti hanno introdotto innovazione, a tal riguardo va sottolineato che le piccole imprese manifatturiere presentano una quota di fatturato derivante da prodotti nuovi del 17,6%, superiore al 14,3% delle imprese di medie dimensioni e anche al 16,9% delle grandi imprese. I makers artigiani danno lavoro a quasi un milione (974.987) di occupati, il 25,3% dei lavoratori del settore manifatturiero e il 34,2% dell’occupazione artigiana.
L’artigianato fornisce dunque un apporto determinante ad un settore manifatturiero caratterizzato da un elevata presenza dimicro e piccole imprese: il 97,6% delle imprese che operano nel manifatturiero sono micro e piccole imprese (MPI) con meno di 50 addetti e occupano il 55,0% degli occupati del settore e realizzano un fatturato di 259,7 miliardi di euro.Nel 2014 le esportazioni dei beni prodotti nei settori manifatturieri a più alta concentrazione di MPI con meno di 50 addetti, che nel nostro Paese rappresentano il 26,6% dell’export manifatturiero, crescono del 3,5% rispetto al 2013, ad un ritmo quasi doppio del 2,2% del totale export; il 54,3% delle vendite nei settori di MPI avvengono sui mercati UE28 e il 45,7% extra UE.
Nell’attuare strategie le micro-piccole imprese manifatturiere fanno leva principalmente sul miglioramento dellaqualità del prodotto o del servizio offerto, indicato dal 75,6% delle imprese come proprio fattore competitivo. Mentre il 19,3% punta sulla flessibilità produttiva al variare della domanda.
Secondo Unioncamere sempre nell’area Sud-Isole ci sono oltre 3mila potenziali aspiranti startupper laureati in scienza e tecnologia, in possesso di lauree in Scienza e Tecnologia che stanno cercando un lavoro in proprio, ai quali – dice Gentile – va rivolta maggiore attenzione. Il Premier Renzi ed alcuni Ministri da tempo ripetono che oggi viviamo in una stagione favorevole per il Mezzogiorno d’Italia: abbiamo risorse pubbliche importanti (54 miliardi in sette anni) e buona parte di questi fondi sono a disposizione per piccole imprese, ricerca e innovazione e per i giovani. E’ arrivato il tempo di passare ai fatti a cominciare da due elementi: la burocrazia e l’erogazione dei finanziamenti. E’ innegabile che al Sud specie i giovani si scontrano contro un ambiente burocratico ostile rispetto all’incontro con le persone di talento. Sui fondi bisogna fare chiarezza e indicare priorità nei Programmi Operativi delle Regioni del Sud per il 2014-2020. Infine – conclude Gentile – una verifica è necessaria sull’attività di società, enti subregionali ed incubatori di imprese che non sempre assolvono con efficacia ai compiti per cui sono nati.