Nicola Pavese, presidente dell’associazione culturale La Cupola Verde riapre il dibattito sulle carenti infrastrutture ferroviarie presenti sul territorio lucano. Di seguito la nota integrale.
Da qualche mese la questione “Ferrovie in Basilicata” è sempre più al centro dell’attenzione con un serrato dibattito che riguarda non solo MateraCapitale 2019 bensì anche la tanto attesa velocizzazione dell’importante tratta Taranto-Potenza-Roma che attraversa tutta la nostra regione lungo l’asse basentano. In una realtà come la Basilicata, che secondo l’Osservatorio Espon della Commissione Europea per le carenti infrastrutture ferroviarie risulta al penultimo posto dell’indice di accessibilità regionale (38,7%, peggio di noi in Italia solo la Sardegna), tale velocizzazione è una esigenza particolarmente avvertita e ormai improcrastinabile per superare l’anacronistico isolamento di Matera, del Metapontino, della collina materana e anche del Potentino. Dunque, un isolamento che interessa l’intera regione.
Attraverso gli organi di informazione si è appreso sin dal mese di giugno che la Regione Basilicata ha fatto richiesta al governo centrale e al ministero delle Infrastrutture per migliorare il servizio della tratta in argomento con l’utilizzo (a partire dal mese di dicembre prossimo) di quattro coppie di treni “Frecciabianca”. L’obiettivo è quello di collegare Roma a Potenza in poco più di 3 ore, a Ferrandina in 4 ore (con proseguimento in bus per Matera in 30 minuti) e a Metaponto in 4 ore e venti, prima di raggiungere Taranto. Una notizia sensazionale, tenendo conto dei notevoli disservizi e disagi che ogni giorno sia i turisti che arrivano da Roma che i cittadini lucani affrontano a causa di una tratta ferroviaria inaugurata nel lontano 1875, da Battipaglia a Metaponto, e rimasta praticamente la stessa (se si esclude l’elettrificazione, che comunque non incide sulla velocità dei treni).
Difficoltà a raggiungere la Basilicata che non sono da meno per coloro che da Roma scelgono di viaggiare in autobus. Si tratta, infatti, di mezzi che impiegano circa 5 ore per Potenza e ben 6 ore e trenta per Matera, seguendo (dopo aver lasciato l’autostrada) percorsi tortuosi e in alcuni tratti pericolosi, per le strade strette e per le pendenze, prima di arrivare a destinazione. Da quanto esposto si capisce bene perché la velocizzazione in argomento, con i tempi di percorrenza assolutamente concorrenziali del treno da/per Roma, risulterebbe di gran lunga gradita all’utenza e segnerebbe anche un segnale importante: finalmente anche in Basilicata sarebbe possibile arrivare in treno in tempi ragionevoli e con un viaggio confortevole, non più stressante per le numerose fermate e per i frequenti imprevisti.
In proposito vi è da sottolineare che nel corso dell’estate vari esponenti politici della Regione Basilicata attraverso la stampa locale confermavano la suddetta priorità per “recuperare” un’ora di viaggio rispetto a oggi. La velocizzazione da/per Roma si realizzerebbe con l’ utilizzo della linea ad Alta Velocità dalla Capitale fino a Salerno, sulla quale i treni viaggiano con una velocità media di 180-200 km/h. Il servizio, inoltre, sarebbe espletato con i treni “Frecciabianca” che indubbiamente migliorano la qualità del viaggio rispetto agli attuali Intercity. I “Frecciabianca” non sono altro che gli Eurostar Italia Etr 450 che sulla tratta Roma-Potenza-Taranto sono stati utilizzati fino al 2009. Quindi, già ampiamente “sperimentati”, sia pure con una velocità ridotta (80-90 km/h), nel tratto lucano montuoso, per poi riprendere velocità da Grassano fino a Taranto.
Ebbene, a spegnere i crescenti entusiasmi e a dar voce a chi sostiene che in Basilicata “non cambierà mai niente” ci pensava a fine settembre l’amministratore delegato delle Ferrovie dello Stato, Michele Elia. Infatti, in un incontro pubblico a Matera comunicava che i “Frecciabianca” (quattro coppie di treni giornalieri) dovrebbero partire da Potenza anziché da Taranto, escludendo e penalizzando ulteriormente il Materano. Secondo Trenitalia, infatti, da Matera, Metaponto, Ferrandina e Grassano la gente per prendere il treno dovrebbe raggiungere il capoluogo di regione con i bus sostitutivi. In pratica: la tanto pubblicizzata Capitale Europea della Cultura 2019, se tale ipotesi prendesse corpo con l’assenso della Regione Basilicata, non avrebbe più come stazione di riferimento lo scalo di Ferrandina (a 20-25 minuti di auto, 5 minuti in più con il bus) ma Potenza. Da raggiungere in non meno di 1 ora e 50 minuti-circa 2 ore dalla Città dei Sassi, tenendo conto anche delle fermate dei bus a Ferrandina e a Grassano. Pur presenti a quell’incontro di fine settembre a Matera diversi politici a vari livelli, a sollevare dubbi e a protestare nei confronti di Elia fu solo l’estensore di questa nota. Argomenti importanti e delicati, questi, per l’intera provincia di Matera sui quali non vi fu in quell’occasione (e nemmeno successivamente, tranne qualche eccezione) alcuna presa di posizione della classe politica, dei sindaci, degli amministratori, degli imprenditori e delle associazioni di categoria dell’asse basentano e del Metapontino. Come pure un’altra questione su cui discutere è anche il ripristino dei treni notturni da/per Roma e il poter utilizzare orari più “intelligenti” rispetto agli Intercity tuttora in servizio.
In queste settimane si sono lette notizie poco chiare e non ancora rassicuranti sui “Frecciabianca” da fare arrivare anche nel Materano. Né si conoscono iniziative concrete tese a bloccare questo disegno iniquo e scellerato che non tiene conto anche del fatto che Trenitalia nel suo bilancio si ritrova per il 66% risorse dello Stato e quindi anche dei cittadini della nostra sempre più dimenticata provincia. Se realizzato, questo “progetto” farebbe diventare la tratta Potenza-Metaponto un “ramo secco”. Proprio a Metaponto da luglio scorso non c’è più il personale di stazione trasferito a Potenza, quanti ne sono a conoscenza? E’ così che si vuole fare turismo? E’ così che si vogliono salvare le aree interne? La politica del Materano, a qualsiasi livello, se non interviene difronte a questo abbandono delle Ferrovie sempre più incalzante quando pensa di farlo? La positiva risoluzione (in appena venti giorni!) della questione “Frecciarossa fino a Lecce”, con una costante mobilitazione di tutte le forze politiche, istituzionali e imprenditoriali del Salento, non insegna proprio nulla?
va bene tutto solo due annotazioni: il treno è il frecciargento ad assetto variabile ed è chiamato anche il pendolino-moderna versione-, nei percorsi convenzionali riesce a mantenere una elevata velocità e poi non è prevista la sosta a Metaponto per ridurre i tempi di percorrenza del viaggio
Penso che prima di scrivere ci si dovrebbe informare meglio! Si tratta dei Frecciargento, e non sono gli ETR 450, che tra parentesi sono in via di demolizione! Inoltre il fatto che a Metaponto non ci sia più personale non significa nulla, in quanto la stazione viene comandata “in remoto” da Bari Lamasinata (sede DCO SCC Adriatica), e anche quando il suddetto personale era presente, non aveva incarichi “commerciali”. Il fatto poi che Metaponto verrebbe saltata, se così fosse, sarebbe una scelta pressoché inutile, poiché per “disposizione d’impianto” di questa stazione i treni provenienti da Potenza e diretti a Taranto non possono superare la velocità di 60 km/h: dunque guadagno di tempo risibile!!! Infine, ma questo è un parere personale, le cosiddette “Frecce” saranno anche più veloci (non la Frecciabianca però, che al massimo raggiunge i 200 km/h, proprio come le vetture degli IC), tuttavia sono molto più scomode delle care vetture a compartimenti, in cui le sedute erano più ampie! Saluti