Riceviamo e pubblichiamo un messaggio diffuso dalla cooperativa “U sole mio”. A parlare, il direttore tecnico della società, Michele Aliani.
Da persona a reinserimento sociale a direttore tecnico di una cooperativa da lui desiderata con il coinvolgimento di anima e cuore.
Michele Aliani, direttore tecnico nominato dal consiglio di assemblea della società cooperativa sociale onlus “U sole mio”, con un “Si Puede” tatuato nel cuore, oltre che sulla pelle, si racconta alla stampa.
“U sole mio perché nella vita per le persone che incontrano vicoli cechi noi vogliamo essere il loro raggio di sole. Una nuova vita. Siamo qua, oggi, a dare una seconda possibilità a persone che per caso o per ragioni di vita si sono trovati a delinquere. Delinquenti si diventa nuovamente nel momento in cui una persona vorrebbe reinserirsi e riscattarsi, ma non gli viene concessa la possibilità perché si viene considerati come gente emarginata da chi vive di pregiudizi.
Coinvolto nella mia gioventù in prima persona in episodi similari.
E questa mia sfortuna di vita mi ha fatto capire tante cose e il mio oggi sarà la fortuna di tutti voi, ragazzi svantaggiati con passato o presente, discriminati da “quella” parte della società.
Noi saremo al vostro fianco, ai fini di un reintegro sociale aiutandovi e a reinserivi con una retribuzione onesta da voi sudata.
Ogni uomo ha il diritto di vivere e di lavorare. Noi nasciamo per fare reinserimento sociale con prestazioni di vari servizi, facendo sentire l’uomo soddisfatto del cambiamento di vita e rimborsato.
Siamo qui a dimostrarvi che i sogni che si fanno dentro quelle 4 mura possono essere realizzati. Sogni che sembrano essere infranti, ma che con la solidarietà diventano pura realtà.
Il mio reinserimento mi ha dato una carica più forte di prima. Mi sento intellettuale, con una sola terza media.
Mi sento forte perché ho una grande famiglia e soprattutto ringrazio questi passaggi di vita per avermi fatto scoprire questa nuova luce. Il mio sole è e sarà anche il vostro.
Ringrazio di cuore il direttore tecnico e tutta la cooperativa madre che mi ha dato questa possibilità a reinserirmi ed a riscattarmi come uomo, come padre, e come fratello. La cooperativa in questione è la cooperativa sociale onlus Arl.”Lady Europa”. Oggi una realtà consolidata a livello nazionale.
Ad oggi siamo la figlia di “Lady Europa”, e con il vostro aiuto diventeremo la sorella.
Non chiediamo nulla. Aspiriamo al lavoro, al crescere lavorando, e al non sentirsi estraniati a tutto, ma sentirsi ognuno a casa propria”.