Maria “a Bonòur” era una donna abbastanza robusta, di media altezza, fronte larga, occhi castani, pronta nei movimenti, negli sguardi.
Era facile di parole, gioviale, aperta nei rapporti, donna bonaria, affabile, raccontava, salutava, aveva sempre il sorriso sulla bocca.
Nel passato era proprietaria di un negozio di alimentari nel corso principale, a cento metri dalla Piazza Plebiscito di Ferrandina. Era diventata negli anni, anche quando non aveva più il negozio, un punto di riferimento, una fonte di precisa informazione, una persona di fiducia, di sicuro affidamento. Era usuale e corrente sentire i bambini, le ragazze: “Marì, damm nu bicchjìr d’acquj; Marì, famm assttà n. pìcc”; o le mamme durante il passeggio o una processione: “Marì, fa fa a pipì a…; Marì, famm cambià u pannulìn o criatùr; Marì, c’è call, famm sta n. picc o ffrìsc…”. Maria “a Bonòur” era sempre disponibile, pronta a venire incontro ad ogni problema. La casa e le braccia erano sempre aperte; il sorriso o una buona parola non mancavano mai per nessuno. In questo quadro di bontà, di generosità, di altruismo, di disponibilità, si inserisce la sua devozione ai nostri defunti.
Lo spunto, l’occasione per la mensa ai defunti nacque oltre 30 anni fa, quando una vecchietta, minuta, esile, comperò al suo negozio alcuni chili di dolcetti tra confetti, “can.lìn”, caramelle, biscotti vari. La vecchietta, notando la meraviglia della negoziante, quasi vergognosa, con voce tremolante disse: ”non li mangio io, non sono per me, ma preparo una tavolata in onore dei defunti. Il giorno del 2 novembre entrano nella mia casa i poveri, gli amici per mangiare qualcosa in ricordo e devozione dei defunti”. Dopo un po’ la vecchietta morì. Maria “a Bonòur” promise davanti al suo corpo senza vita, esposto alla devozione dei parenti e degli amici, che avrebbe continuato lei l’usanza della tavolata dei defunti. Così fu. Dai primi anni del 1980 l’ 1 e il 2 novembre Maria “a Bonòur” ha preparato sempre la tavola dei defunti, non solo con cioccolatini e caramelle, ma con un pasto completo ed abbondante come se fosse una festa. Nel pomeriggio del 1° novembre, mentre preparava la tavolata, friggeva anche le “pettole” che venivano offerte calde ai passanti o a chi entrava. A mezzanotte tutto doveva essere pronto sulla tavola, non si toccava più niente, si chiudeva la porta per lasciare il locale libero e a disposizione della processione dei defunti che si protraeva per tutta la notte. La mattina del 2 novembre alle ore 7,00, prima della messa mattutina veniva aperta la porta alla presenza dei fedeli e del parroco che benediceva la tavola dei defunti. Da quel momento e per tutta la giornata chiunque poteva entrare a mangiare qualcosa. Ma… il 4 agosto 2007 Maria “a Bonòur” moriva. Già si pensava nel paese che il 2 novembre 2007 non ci sarebbe stata la mensa dei defunti. Ma, le sorelle Margherita ed Emilia, i nipoti Angelo, Enzina ed altri, mantenendo la promessa fatta a suo tempo a Maria, hanno voluto preparare la tavola dei defunti , aggiungendo il posto per Maria “a Bonòur”, alla quale senz’alro tutte le anime hanno concesso l’onore di guidare la processione dei Santi Defunti nella notte tra l’1 e il 2 novembre 2007.
Da quest’anno 2013 la “Mensa dei Defunti” viene ripresa dalla”PRO LOCO Ferrandina, apportando delle variazioni e degli arricchimenti, derivati da studi, ricerche storiche e devozioni affermatesi con la cristianizzazione di tradizioni Celtiche, volute , anche, da Papi e Monaci già dai secoli VIII e IX D.C.
Nov 01