Il caso sollevato dal blog “Democrazia e sviluppo” viene presto smontato dal sindaco Raffaello De Ruggieri che sul dossier di candidatura di Taranto a Capitale italiana della cultura chiarisce:
“Le giustificazioni dell’assessore comunale Vozza sono del tutto strumentali poiché la Fondazione Zetema si è limitata ad offrire gratuitamente una collaborazione con il Comune di Taranto cercando, con la sua presenza di dare forza all’iniziativa della cittadina jonica. Per la ristrettezza dei tempi – precisa ancora il sindaco – sarebbe stato impossibile redigere un documento che potesse essere legato a un impegno diretto della Fondazione. Per questa ragione il documento prodotto dal Comune di Taranto non è stato prodotto dalla fondazione Zetema cosi come ovviamente il dossier di candidatura di Matera 2019.
Quanto alla disinvolta denuncia di ” tenere due piedi in una scarpa – prosegue il sindaco- è utile precisare che c’è stato un formale rapporto istituzionale tra il Comune di Taranto e quello di Matera con la sottoscrizione del protocollo d’intesa e una generosa e gratuita dichiarazione di collaborazione della Fondazione Sistema.
Questi atti – prosegue il sindaco – hanno mirato esclusivamente al rafforzamento della candidatura della città di Taranto perì riconoscimenti che entrambi i soggetti hanno nel tempoacquisdito. È un privilegio di Raffaello De Ruggieri rappresentare oggi l’autorevolezza del Comune di Matera e della Fondazione Zetema, autorevolezza che nessuno potrà criticare. È certo – conclude – che le dichiarazioni dell’assessore Vozza se non formalmente smentite incrinano anche il rapporto e l’accordo istituzionale tra Matera e Taranto.
A prescindere dal merito delle dichiarazioni del Sig. Vozza, da cittadino materano ed europeo contribuire a sostenere la candidatura di Taranto a capitale della cultura europea e nel caso ciò si verificasse determinerebbe ricadute di sviluppo ulteriori x il ns pil.
E no caro Pietro.!! Se quanto detto dal sindaco di Matera è vero (e non ho motivi per dubitarne) è un conto altrimenti se le cose sono andate nell’altra maniera ci sarebbe un “INTERESSE PRIVATO”. Se si accettasse il tuo ragionamento, il PIL crescerebbe anche se il lavoro sommerso (lavoro nero) crescesse. Non può essere una giustificazione quella di legarla al PIL.
nino silecchia