Il Premio Baccante a Margaret Mazzantini
Ogni anno l’associazione Women’s Fiction Festival, insieme alla casa editrice Harlequin Mondadori, premia un personaggio di fama internazionale per il suo apporto alla narrativa femminile in Italia e nel mondo.
Dopo Maria Venturi (2004), Inge Feltrinelli (2005), Alicia Gimenéz Bartlett (2006), Federico Moccia (2007), Milena Agus (2008), Brunonia Barry (2009) e Licia Troisi (2010) il magnifico gioiello in oro, opera d’arte creata dal Laboratorio Orafo Materia, verrà consegnato a Margaret Mazzantini, sabato 2 ottobre, dal direttore editoriale di Harlequin Mondadori, Alessandra Bazardi.
La celebrazione sarà ospitata nella Sala Levi di Palazzo Lanfranchi, dalle ore 20.00 in poi.
Condurrà la serata Alessandra Casella. L’evento sarà accompagnato dagli interventi delle Persone Libro e dal concerto “Appunti di viaggio” eseguito da Loredana Paolicelli, pianoforte, e Beatriz Fornabaio, soprano.
Margaret Mazzantini
Margaret Mazzantini nasce a Dublino, si trasferisce poi a Tivoli e frequenta l’Accademia di Arte Drammatica di Roma dove nel 1982 si diploma. Nello stesso anno esordisce a teatro interpretando Ifigenia nell’omonima tragedia di Goethe. Nel 1987 si sposa con Sergio Castellitto. Il suo esordio in letteratura è del 1994 con Il catino di zinco che è vincitore del Premio Selezione Campiello e del Premio Opera Prima Rapallo-Carige. Nel 2001 pubblica Non ti muovere, con cui vince tra gli altri, il Premio Grinzane-Cavour, il premio internazionale Zepter come miglior libro europeo e nel 2002 il premio Strega. Non ti muovere è stato un caso editoriale da quasi 2 milioni di copie ed è stato tradotto in 35 lingue. Nel 2002 lavora a Zorro. Un eremita sul marciapiede, un monologo teatrale interpretato da Sergio Castellitto. Nel novembre 2008 esce Venuto al mondo che vince il Premio Campiello 2009 ed è in fase di realizzazione il film. Il suo nuovo romanzo Nessuno si salva da solo è uscito a marzo di quest’anno
Il gioiello
“Le Baccanti, nel mito greco, rappresentavano l’esaltazione mistica eccessiva e feroce culminante nella pratica di rituali cruenti. Erano tuttavia sacerdotesse di Dioniso, simbolo di conoscenza occulta ma, soprattutto, incarnazione del principio naturale della psiche, l’istinto. Quello stesso principio naturale che liberandosi, esprimendosi nella persona attraverso invasamento e possessione, produce l’arte, la danza, la musica e il canto”.
Lela Campitelli Laboratorio Orafo Materia