Come sarà il nuovo Piano regionale dei rifiuti? E’ l’interrogativo che si pone il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle Gianni Perrino. Di seguito la nota integrale.
Molto probabilmente tra i regali che i lucani troveranno sotto l’albero di Natale vi sarà il nuovo Piano Regionale dei Rifiuti, redatto dopo un gara di appalto del 2013 che prevede una spesa di 638 mila Euro.
Ad aggiudicarsi l’appalto è stata la ditta Sintesi S.r.L mandataria del costituendo raggruppamento tecnico di imprese (R.T.I) tra le quali figurano Ars Ambiente srl, consorzio Poliedra, Terraria srl e della Scuola Agraria del Parco di Monza. Sintesi si occuperà fattivamente della fornitura ed attivazione del sistema informativo territoriale per la gestione del ciclo integrato dei rifiuti urbani e speciali e della redazione del piano ralativo ai diversi tipi di rifiuti (speciali, imballaggi, dei PCB, amianto e bonifica dei siti inquinati).
Un documento molto delicato che, alla luce delle recenti modifiche apportate dallo Sblocca Italia (in particolare dall’art.35 Sblocca Inceneritori) e vista la situazione di emergenza continua in cui versa da sempre la gestione dei rifiuti lucani, merita un’attenzione particolare. Per questo abbiamo chiamato l’assessore Berlinguer a relazionare sullo stato di avanzamento dei lavori ed a fugare alcuni dubbi sul futuro della gestione dei rifiuti in questa regione.
Uno di questi riguarda l’art. 47 della della L.R. 4/2015 che contiene la famigerata “Strategia regionale Rifiuti Zero 2020”, nel quale è esplicito l’obiettivo di dismettere gli impianti di incenerimento esistenti (norma peraltro impugnata dal ducetto di Firenze). Purtroppo come spesso accade dalle nostre parti, alle parole non seguono i fatti: ultimo in ordine cronologico, la mancata deliberazione da parte di questa maggioranza (con l’assenso di parte dell’opposizione), dei quesiti referendari anti inceneritori e gasdotti. Sono poi preoccupanti le notizie che giungono da Melfi e Matera, dove, rispettivamente, Fenice e Italcementi spingono sull’accelleratore per bruciare ancora più rifiuti, aiutati dal silenzio complice degli amministratori locali. Anche dalle varie audizioni tenutesi in seconda commissione, sono emersi segnali poco incoraggianti: in troppi non hanno capito, nella migliore delle ipotesi, la reale essenza della strategia Rifiuti Zero e tendono spesso a tralasciare aspetti come la riduzione a monte, il riciclo, il recupero e l’ impatto negativo dei rifiuti su ambiente e salute umana.
Per questi motivi vorremmo capire se il Piano abbia recepito gli aggiornamenti normativi degli ultimi 3 anni, con particolare riferimento all’ adeguamento al “Programma Nazionale di prevenzione rifiuti”, nonché quanto previsto dalla Legge Regionale prima citata.
Ritornando ad aspetti più tecnici, ma non meno importanti, abbiamo notato le consuete stranezze degli atti “Made in Basilicata” anche nell’ affidamento della gara; dubbi che meritano di essere dissipati da parte dell’Assessore. Ben 168 mila euro, pari a quasi il 25% delle somme a disposizione per l’appalto, sono state impegnate per “imprevisti e servizi in economia”; allo stato attuale mancano le informative antimafia delle ditte del costituendo R.T.I. aggiudicatario, adempimenti importantissimi richiesti dalla legge e di vitale importanza in una Regione che ha avuto la sua Monnezzopoli.
Sono tanti gli avvoltoi che vogliono accaparrarsi una fetta dell’emergenza rifiuti lucana e sono già partite le campagne all’insegna della truffa semantica con l’unico obiettivo di appioppare altri veleni al nostro territorio.
La nostra intenzione è quella di preservare quanto di buono è rimasto, spingendo verso uno sviluppo improntato alla tutela dell’ambiente e della salute dei cittadini. Allargare le maglie della gestione dei rifiuti in favore dei signori dell’immondizia equivarrebbe a dare un altro colpo mortale ad una regione che sta già pagando a caro prezzo decenni di politica industriale priva di qualsiasi prospettiva e sviluppo.
Speriamo che questo regalo di fine anno non si riveli una sòla come quello dell’anno scorso, quando i Lucani nel pacco trovarono il maxiemendamento farsa sull’articolo 38 dello Sblocca Italia.