“I dati sulla diffusione del fenomeno delle scommesse in Basilicata che conduce alla ludopatiasono allarmanti: nei primi nove mesi del 2015 sono stati spesi dai lucani 15 milioni di euro (dati Agipronews sulla base del report diffuso dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli) di cui 12 milioni di euro a Potenza e provincia. E’ dunque dalla semplice lettura dei numeri che deriva l’esigenza di porre in essere strategie e misure contenitive del fenomeno”. E’ quanto sostiene il capogruppo di Forza Italia in Consiglio Regionale Michele Napoli evidenziando che “i giocatori d’azzardo patologici, cioè quanti manifestano una dipendenza patologica incontrollabile, sono stimati, in Italia, tra lo 0,5% e il 2,3% dell’intera popolazione; mentre gli scommettitori «problematici», cioè coloro che giocano frequentemente ma non hanno ancora sviluppato una vera e propria dipendenza patologica e che sono a forte rischio evolutivo, sono tra l’1,3 e il 3,8% della popolazione generale.I giovani nuova frontiera sempre più sedotta dall’azzardo: quasi la metà dei ragazzi tra 15-19 anni gioca d’azzardo, il 7,2% sono «problematici» e il 3,2% «patologici».( fonte Ministero della Salute).
La Regione Basilicata – ricorda Napoli – è intervenuta sulla materia con la legge n° 30 del 27 ottobre 2014, che prevedemisure di contrasto alla diffusione del gioco d’azzardo, l’istituzione dell’Osservatorio Regionale sulla dipendenza da gioco d’azzardo, di un numero verde attraverso cui fornire assistenza e consulenza telefonica, di un marchio regionale “ esercizio de-slottizzato” da rilasciare agli esercenti di esercizi commerciali che scelgono di non installare le apparecchiature per il gioco d’azzardo, la previsione di limiti alla distanza degli esercizi commerciali da luoghi sensibili( scuole, luoghi di culto, impianti sportivi, oratori e altri istituti frequentati soprattutto da giovani) come condizione per il rilascio delle autorizzazioni, un regime fiscale premiale per quegli esercenti che decidono di non installare le macchinette e “sanzionatorio” per quelli che propendono per l’installazione delle “macchinette”.Misure analoghe a quelle previste dal decreto Balduzzi, che era diretto proprio a creare una base semantica comune rispetto alla quale ciascun livello di governo territoriale potesse sviluppare azioni e progetti che, in coerenza con le linee comuni dettate da quel decreto, potesse incidere in maniera ottimale sulle criticità rilevabili nei diversi ambiti territoriali del Paese.Siamo riusciti a farlo?E’ la Giunta che deve rispondere!”.
Napoli ha quindi sollecitato una verifica sulla stato di attuazione della normativa regionale alla luce di una lacuna oggettiva di quella legge: “la mancanza di una clausola valutativa, cioè la mancata previsione dell’obbligo, in capo alla Giunta, di predisporre una relazione contenente le informazioni e i dati sulle misure previste dalla Legge 30 e che consenta all’Assemblea di valutarne i risultati in termini di prevenzione, contrasto e riduzione dei rischi di dipendenza dal GAP.
In mancanza della clausola valutativa, si pone l’esigenza da una parte di rivedere in senso migliorativo l’impianto normativo e dall’altro di porre l’accento sulla dimensione applicativa delle norme.Facciamo qualche esempio: inserire il GAP nei LEA è un passo in avanti verso una tutela effettiva dei soggetti affetti da quella patologia anche sotto il profilo economico perché è più facile trovare risorse in un capitolo di oltre un miliardo di euro(questo è quanto la Basilicata nel bilancio destina alla tutela della salute) piuttosto che trovarle nel capitolo del bilancio regionale destinato alle politiche sociali.Ci consente soprattutto di prestare maggiore attenzione alle conseguenze più prettamente sociali della dipendenza da azzardo.
Il fenomeno della ludopatia– continua il capogruppo di Fi – sta generando dipendenza e vittime soprattutto tra le fasce sociali che vivono in condizioni di maggiore difficoltà e che non potendo percorrere altre strade verso altro tipo di risorse e di speranze, pensano che l’affidamento alla “ fortuna” sia l’effetto risolutivo dei loro problemi e dei loro mali.C’è di più: un soldo messo dentro una macchinetta non si sa bene che fine faccia, nel senso che senza dubbio foraggia le casse dello Stato, ma va a sostenere anche molte attività economiche illegali, come denuncia la Direzione Nazionale Antimafia che esplicitamente richiama l’attenzione dei decisori istituzionali sull’incremento delle infiltrazioni della criminalità organizzata nel settore del mercato del gioco.
Il tema della collaborazione tra la Regione e i competenti organi dello Stato( le Forze dell’ordine) nel contrasto al gioco d’azzardo illegale, soprattutto in relazione al pericolo di infiltrazione delle organizzazioni criminali, dovrebbe essere maggiormente promosso, mediante l’adozione ad esempio di appositi protocolli operativi, anche al fine impedire l’accesso ai giochi dei minori di età.
Occorrerebbe inoltre prevedere interventi di prevenzione mediante opportune campagne d’informazione relative ai rischi connessi al gioco d’azzardo patologico anche sulla rete internet e sui social network, particolarmente frequentati dai giovani.
Se è dunque politicamente miope il comportamento del Governo nazionale che da un lato, all’evidente scopo di fare cassa, incrementa la diffusione delle slot-machine e dall’altro sarà chiamato a sostenere i costi sanitari e sociali di questa scelta, non meno preoccupante è l’atteggiamento di una regione, la Basilicata, che pensa di contenere gli effetti negativi riconducibili alle ludopatie attraverso la pura e semplice emanazione di una legge e senza curarsi della dimensione applicativa e fattuale della stessa.
Un errore – conclude Napoli – che non possiamo e non dobbiamo commettere, perché le azioni di contrasto al gioco d’azzardo patologico sono investimenti per la salute dei cittadini lucani, “ una scommessa” in favore della vita”.
Nov 17