Sulla strage di Parigi riportiamo le riflessioni di Franco Vespe.
Spero stavolta che non si protesti più vagamente contro ogni forma di fondamentalismo che invece si qualifica con un aggettivo molto preciso forte: islamico! Islamico perché è un sottoprodotto vile, disumano e deviato di quella cultura. Siamo in guerra e non è una guerra di religione. Poi smettiamo di fustigarci noi europei ed occidentali quando accadono queste bestialità. Non possiamo sempre pensare che il desiderio di distribuire e darsi la morte del fondamismo islamico (fra l’altro teorizzato da Bin Laden) sia una reazione giustificata al colonialismo occidentale ormai bi-centernario. E’ un ritornello oramai stucchevole, al limite del disgustoso, che il pensiero “politicallycorrect” recita a cantilena. E’ una guerra che si deve combattere per via ordinaria (l’ISIS va scovata e distrutta sui suoi territori. C’è poco da tergiversare!), con la prevenzione e l’intelligence per prevenirne i suoi colpi di coda e, infine, moltiplicando le opportunità per affermare la bellezza della vita e promuovere la pace da affidare ai nostri figli. Quest’ultima via esige un esercizio instancabile della meravigliosa arma del dialogo. Ma andiamo con ordine.
E’ una guerra che questi vigliacchi “omme e merda” (come definire chi uccide senza pietàpersone inermi, o quello che l’Isis combina nei territori che ha occupato) hanno dichiarato non a stati o a culture/religioni diverse; ma alle persone che vogliono vivere una vita tranquilla, normale, in pace.Gli attentati di Parigi hanno colpito luoghi ordinari ove scorre la nostra vita rilassata e tranquilla e nei quali si può godere di suoi piccoli piaceri: un luogo dove si teneva un concerto, una partita di calcio, un altro pieno di bar e ristoranti. A riprova di ciò basta pensare alla quantità industriale di vittime che questo fondamentalismo produce fra gli stessi musulmani o i cristiani che popolano le loro terre. Anche per i fratelli musulmani vengono mortificate ed uccise le tante piccole storie personali. Lo scontro è fra i sacerdoti che predicano e seminano per se e per gli altri la morte e gli operatori che vogliono affermare la bellezza della vita. C’è una guerra dichiarata ormai in atto. Sono in contrapposizione non due religioni, ma due culture diverse trasversali al mondo islamico e occidentale. La cultura della morte contro la cultura della vita e della bellezza. E’ uno scontro che abbiamo già conosciuto nel passato. Questo accade quando vengono fissati grandi fini della storia così radicalmente e fanaticamente avvertiti da ritenere del tutto incidentale, fastidioso collaterale, secondario il destino, le ansie i desideri, i sogni le storie delle persone tanto da ritenersi autorizzati a calpestarle, sopprimerle pur di centrare la meta. Fu così per tutte quelle ideologie che disegnavano società perfette e che confezionarono le tragedie delle due guerre mondiali. Oggi è la guerra santa contro gli infedeli dentro e fuori l’islam da affrontare e, per essa, immolarsi per raggiungere il paradiso. Il grado di cittadinanza in paradiso si misura con il numero di infedeli che vengono passati per le armi. Una guerra santa teorizzata e predicata da vecchi Mullah con tanto di barba per darsi un tono saggio e ieratico ma con un messaggio di morte in bocca folle e delirante da diffondere. Messaggio che fanno consegnare a giovanissimi cuordileone che hanno come unico peccato quella di non essersi integrati nel loro stato di nascita per colpa di una cultura familiare e di fallimentari politiche sociali del paese ospitante che non ha mai creato le condizioni per promuoverla. Non si rendono conto che per ricercare una propria identità si affidano nelle mani di vecchi bavosi farneticanti predicatori che li considerano solo carne da macello. Loro, i giovani, illudendosi di fare gli eroi muoiono facendoci(si) saltare in aria dalle loro cinture di dinamite; mentre i nuovi profeti della morte sono al sicuro protetti da bellicosi guardiani di Allah armati fino ai denti. Alla fine la storia è sempre la stessa! In giro ci sono troppi cattivi padri e maestri!
Nov 20