“Il limite che emerge dalle manovre economiche del governo Renzi anche dal contenuto della legge di stabilità il cui esame sta per iniziare alla Camera dei Deputati, consiste nella timidezza con cui non si è affrontato in questi anni il tema della revisione della spesa pubblica”. Lo ha dichiarato l’on. Cosimo Latronico (Cor), componente della Commissione Bilancio della Camera. “Un tema decisivo che avrebbe dovuto obbligare il governo ad assumere azioni importanti e non solo apparenti sul piano della lotta agli sprechi per ridimensionare il peso quantitativo della spesa pubblica che in Italia supera il 50 per cento del prodotto interno senza considerare il peso delle aziende pure a controllo pubblico (Ferrovie, Poste, Enel, ex municipalizzate solo per citarne alcune), che fanno dell’Italia una delle nazioni d’Europa dove il peso dello Stato in termini di spesa e’ più pervasivo rispetto a Germania, Inghilterra e Spagna. Negli ultimi 13 anni 2000/2013 in Italia la spesa pubblica e’ crescita di 6 punti sul pil, negando in concreto quei propositi di contenimento per ottenere le risorse per abbassare la pressione fiscale. Dietro questa timidezza si nascondono privilegi e resistenze . In una parola la mancanza di una vera forza riformatrice che sappia da un lato semplificare i centri di spesa e dall’altra sottoporre a sistematici controlli di efficacia e di efficienza l’erogazione dei servizi pubblici ed il trasferimento di risorse pubbliche. Basta guardare a quel che accade in alcune regioni per avere l’idea di quanta spesa pubblica e’ destinata a mantenere strutture e spese prive di efficacia, per farsi la convinzione sempre più ferma che questo circuito vizioso andrebbe spezzato con determinazione, se si vogliono sottrarre risorse allo spreco ed alla inefficienza per destinarle allo sviluppo dei territori”.
Nov 23