Riportiamo la nota di Domenico Gallipoli di Matera sulla notizia diffusa dal Quotidiano che riguarda il possibile trasloco della libreria dell’Arco da via Ridola.
Sono stato colpito dalla notizia in base alla quale si paventa l’eventualità che la storica libreria Dell’Arco sia messa in condizione di sloggiare da via Ridola per cedere il posto ad un’altra attività, ovviamente, più redditizia per chi ne possiede il locale. E’ chiaro che siamo in un Paese in cui la libera iniziativa è rispettabilissima, ma … l’interesse generale (come la Costituzione ci ricorda) non conta niente? Conosciamo bene il ruolo che dalla sua creazione la libreria ha svolto (presentazione di libri ed eventi, dibattiti ed altro.) in un contesto di forte suggestione storico-artistica (Palazzo Lanfranchi, Museo, Balconata sui Sassi ecc.). La domanda sorge spontanea, verrebbe da dire in tale frangente, “Ma l’Amministrazione cosa ne pensa?”
Impegnata in diatribe interne (nella compagnia eterogenea alcuni si sentono trascurati dopo aver portato acqua a chi minacciava spellamenti), in imposizioni di tasse sulla casa sproporzionate, in Regolamenti Urbanistici da mettere a punto pena imposizione e spese a carico, impegnata (con il solerte aiuto della teleamica) nell’autoreferenzialità culturale e nell’attribuire le difficoltà attuali alla passata gestione (noi facciamo bene, quel che c’è di male è colpa di chi c’era prima), l’attuale Amministrazione non può fare proprio nulla per mettere un po’ d’ordine nella proliferazione di attività legate alla gastronomia (tutte concentrate nelle zone centrali ben in vista per i turisti) che sono sì utili ma che non possono essere una macchia d’olio che si espande al punto da sommergere ciò che fa parte del tessuto “culturale” della città … e che dà da mangiare alla mente (ahimè!), non sempre apprezzata nel giusto valòore?.
Non farebbe male l’Amministrazione a dare uno sguardo ai prezzi che vengono praticati a Matera: si sentono lamentele a tal proposito, il lievito non è adoperato solo nella preparazione dei cibi, ma, a quanto pare, molto di più nei conti che i turisti (ed anche quelli che non lo sono) pagano; non sembra una politica avveduta quella che consideri l’avventore un pollo da spennare, salvo accorgersi, dopo che si sparge la voce di tale atteggiamento antituristico. Non è detto che le vacche siano sempre grasse, potrebbero dimagrirsi a seguito di atteggiamenti poco lungimiranti. Sarebbe auspicabile un “orgasmo” amministrativo anche nei confronti di atteggiamenti speculativi, o no?
Prima di concludere, vorrei sommessamente dire che non mi “spellerei” le mani (nè le spellerei ad altri) se si lasciasse cadere l’idea dei quattro anni del Capodanno Rai, in considerazione del fatto che la proclamazione di Matera 2019 ha acceso i riflettori sulla città di Matera e sulla Regione Basilicata; politiche di programmazione, di coinvolgimento del territorio (fatto di storia, arte,prodotti ecc) e delle sue componenti sociali servirebbero molto di più. Quei soldi (si parla di cifre superiori al milione) potrebbero essere spesi per altri scopi, prioritariamente quello dell’occupazione. Non basterebbe un solo anno?