Inchiesta della Procura di potenza sullo smaltimento dei rifiuti prodotti nel Centro Olio di Viggiano e sui livelli di emissione di sostanze inquinanti nell’area, 37 gli indagati.
Tra gli iscritti sul registro degli indagati l’attuale e il precedente responsabile del Distretto meridionale dell’Eni, Enrico Trovato e Ruggero Gheller, e i precedenti direttori generali dell’Arpa Basilicata, Aldo Schiassi e Raffaele Vita. Di seguito la nota diffusa dall’Ansa.
L’inchiesta, nei mesi scorsi, ha portato a diverse ispezioni all’interno del Centro Olio (l’ultima si è conclusa ieri) per verificare lo smaltimento di rifiuti prodotti nella struttura, le emissioni in atmosfera, i livelli di diossina e l’eventuale presenza di inquinanti nel terreno. Una prima analisi delle varie matrici ambientali – l’inchiesta è suddivisa in diversi filoni e condotta dai pm Francesco Basentini e Laura Triassi – ha già portato a una perizia consegnata dai consulenti alla Procura. L’attuale filone dell’inchiesta riguarda quindi, secondo quanto si è appreso in ambienti investigativi, le ipotesi di traffico illecito di rifiuti (con indagini anche in regioni limitrofe) e di disastro ambientale. Risultano indagati anche altri dirigenti dell’Eni, dell’Arpab, ex dirigenti della Regione Basilicata, della Provincia di Potenza, e rappresentanti di Tecnoparco – struttura in Valbasento che si occupa, tra l’altro di bonifiche e trattamento di rifiuti – e di altre società che operano nel settore ambientale e in quello dei trasporti.
Eni, sempre operato nel rispetto ambiente e salute
In una nota la compagnia petrolifera dichiara “L’azienda si è affidata e si affida con assoluta serenità all’operato della Magistratura e alle sue decisioni. E’ nell’ambito di questo profondo rispetto che Eni sta collaborando con gli organi inquirenti con assoluta umiltà, trasparenza, correttezza e serietà”. Eni “non è solita rilasciare comunicati stampa quando sono in corso indagini penali, perché profondo è il rispetto e la fiducia nelle Istituzioni e forte è la convinzione che l’attività di controllo e di verifica si svolga con assoluta serenità da parte di chi ha in carico tale responsabilità”, ma “è costretta oggi ad un’eccezione”, ed è “consapevole che circa l’attività che svolge in Val d’Agri ci sono state, ci sono e ci saranno sempre opinioni diverse e cerca continuamente il confronto, perché crede che dal disaccordo costruttivo possano nascere sempre opportunità di crescita. In merito all’attività svolta in questi giorni dalla Procura della Repubblica di Potenza, sono apparsi sui mezzi di comunicazione nomi, foto, date di nascita di lavoratori e lavoratrici del Centro Olio Val d’Agri. Siamo molto rammaricati – si conclude nella nota – e profondamente rattristati. La pubblicazione di dati sensibili colpisce il rispetto minimo che è dovuto a persone che lavorano con onestà, serietà e coscienza. E’ come se fosse stata colpita la dignità di tutti gli uomini e le donne Eni che si confrontano ogni giorno con un lavoro complesso e delicato”
Il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle Gianni Leggieri in una nota commenta l’avvio di un’indagine della procura antimafia sul centro oli di Viggiano.
Leggieri: “Vicenda inquietante, ma non sono sorpreso”.
È la notizia del giorno in Basilicata. La Procura antimafia ha disposto una nuova perquisizione al Centro Oli di Viggiano, nell’ambito di un’inchiesta su un presunto traffico illecito di rifiuti e inquinamento. Sono 37 le persone indagate.
Tra gli iscritti nel registro degli indagati, oltre a diversi imprenditori e autotrasportatori, figurerebbero il direttore di Tecnoparco Nicola Savino, l’attuale e l’ex responsabile del distretto meridionale dell’Eni, Enrico Trovato e Ruggero Gheller, gli ultimi due direttori dell’Arpab Raffaele Vita e Aldo Schiassi.
Sono due i filoni su cui stanno indagato i magistrati della procura antimafia lucana e riguardano un presunto smaltimento illecito di reflui derivanti dalle estrazioni petrolifere e trasportati dal Centro Oli a Tecnoparco, l’impianto di smaltimento di Pisticci Scalo e le emissioni in atmosfera. Attività che secondo la procura avrebbero causato effetti dannosi per la salute pubblica e l’ambiente.
Ieri mattina, all’interno del Centro Oli sono stati effettuati campionamenti che saranno analizzati dai tecnici della Procura, ovvero sono stati effettuati quei controlli che avrebbero dovuto eseguire già da molto tempo la Regione Basilicata e l’Arpab per tutelare i cittadini lucani.
Purtroppo sappiamo benissimo che quando si parla di petrolio e di rifiuti gli interessi in gioco sono tantissimi e che si alza un muro di gomma che impedisce di arrivare alla verità.
Sappiamo benissimo che le istituzioni si bloccano dinanzi ai cancelli del Centro Oli e di Tecnoparco e che chi dovrebbe controllare e vigilare sulla nostra incolumità e salute, troppo spesso è connivente.
In merito all’indagine non ci resta che aspettare la fine della storia giudiziaria e la pronuncia che arriverà al termine del processo.
Questo però non impedisce di invitare tutti a riflettere attentamente su quanto accade ogni giorno nella nostra Regione, sui pericoli delle estrazioni petrolifere e di tutto ciò che ruota intorno ad esse, ma anche sull’importanza che assume il referendum contro le trivelle che stiamo portando avanti con la convinzione che devono essere i cittadini a esprimere il loro dissenso rispetto ad un sistema di potere e di sviluppo ormai vecchio e foriero di danni alla salute e all’ambiente.
Gianni Rosa, consigliere regionale Fratelli d’Italia – Alleanza Nazionale: “Pittella ha dichiarato “Aldo Schiassi è un dg scomodo. Dopo le dichiarazioni dell’ex Direttore dell’ARPAB ci chiediamo: per chi?
“Aldo Schiassi è un dg scomodo”, questo è quanto affermato da Pittella a marzo scorso. Oggi, il Presidente viene beffato dalle sue stesse parole, perché, se quanto sostenuto da Schiassi, oramai ex Direttore generale dell’Agenzia regionale per la Promozione Ambientale, tramite gli organi d’informazione, dovesse rivelarsi vero anche solo in minima parte, allora ci sarebbero seri problemi.
In questa sede, non ci soffermeremo sulle indagini, che evidentemente sono solo all’inizio, ma su un dato che è tutto politico. Noi abbiamo presentato un’interrogazione a risposta immeditata, vista la gravità delle affermazioni, al Presidente Pittella. Vogliamo sapere quante delle accuse mosse da Aldo Schiassi nei confronti della Regione corrispondano alla realtà.
Si va dalla mancata bonifica della Sin Valbasento, pure segnalata sia alla Regione che e al Comune di Ferrandina, all’Area San Nicola di Melfi, Fenice, nella quale il sistema di piezometri per il monitoraggio ambientale non sarebbe utilizzabile e addirittura, in alcuni casi, dannosa, al Centro Monitoraggio Ambientale ed alla sua impossibilità di funzionamento “inadeguatezza strumentale, iniziale vetustà del software, deficienze di personale, necessità di risorse finanziarie”; all’impossibilità di eseguire il monitoraggio nell’area del Centro Olio Val d’Agri.
Il tutto sarebbe dovuto al comportamento colpevole della Regione che avrebbe ignorato nel tempo richieste e finanziamenti.
Non ci meraviglia quanto sostiene l’ex Dg Schiassi sui mancati trasferimenti dei 6 miliardi di lire annui, derivanti dagli accordi Regione – Eni del 1998 e destinati ai costi della gestione del Sistema di Monitoraggio ambientale. I soldi sarebbero stati utilizzati dalla Regione per altro.
Non ci meraviglia perché, nella scorsa legislatura, avevamo denunciato, in una conferenza stampa, proprio l’uso dei fondi derivanti da quegli accordi del 1998 in modo piuttosto disinvolto da parte della Regione, per scopi che nulla avevano a che vedere con gli obbiettivi stabiliti negli stessi, ad esempio per la forestazione.
Ora, ci chiediamo quale sia l’impegno di Pittella “profuso per rinsaldare i fili della fiducia istituzioni-cittadini” anche per l’Arpab, se a poco più di un anno dalla nomina di Schiassi lo ‘defenestra’ miseramente e se lo stesso ex D.g. gli muove accuse così pesanti. Quanta fiducia possono avere i Cittadini in Istituzioni guidate da persone che non hanno a cuore il bene della Collettività ma solo i loro interessi?
Tutte le rassicurazioni di Pittella si sono dimostrate ‘parole al vento’. Speriamo che non debba fare marcia in dietro anche sulla sua affermazione “Non ci sono fogli nascosti nei cassetti”, chè altrimenti sarebbero problemi seri per l’ex gladiatore.