“Oggi stiamo scrivendo una importante pagina nella lunga e nobile storia della Basilicata. E riprendendo la tensione etica e responsabile dei fondatori della nostra regione, fra cui solo per citarne alcuni, Emilio Colombo e Vincenzo Verrastro stiamo consegnando ai nostri figli il nuovo statuto che mette al centro la persona e i suoi diritti fondamentali”.
Lo ha detto il presidente della Regione, Marcello Pittella, intervenendo in Consiglio regionale nel corso della discussione sul nuovo statuto.
In particolare, Pittella ha voluto ringraziare Vito Santarsiero per il grande impegno profuso e per la ricostruzione fedele e puntuale della genesi del regionalismo e della nostra regione.
“Questa – ha detto Pittella – è per noi una straordinaria occasione per fare un’azione introspettiva, capace di non perdere di vista la memoria e il lavoro di chi ci ha preceduto, nel bene e nel male. Uomini come Verrastro e Colombo hanno svolto un’azione positiva. Quando venne approvato il primo statuto, nel 1970, l’intervento di Verrastro richiamò lo spirito unitario del Risorgimento, la fedeltà ai valori democratici, della resistenza e della costituzione italiana. Credo che oggi la politica debba richiamare e consolidare quei principi recuperando il senso della responsabilità etica anche per ridare fiducia e speranza ai nostri cittadini. Dagli anni 70 a oggi la Basilicata ha conosciuto momenti di grande virtuosismo, ma anche, soprattutto nel tempo della crisi economica, grandi criticità. Oggi cerchiamo di recuperare credibilità attraverso rigore morale e etica istituzionale che devono caratterizzare il nostro impegno nelle istituzioni per ridare protagonismo e centralità alla nostra regione in un tempo in cui il titolo V rischia di essere stravolto.
Questo statuto – ha aggiunto Pittella – ha la forza e la capacità di mettere la persona al centro, di valorizzare i luoghi della discussione politica e della programmazione, come il Consiglio regionale, offre strumenti di partecipazione collettiva per riavvicinare i cittadini alle istituzioni, e ci consente di avere uno sguardo europeo superando i campanili. Oggi servono meno slogan e più fatti concreti e occorre declinare il nostro impegno con maggiore responsabilità. La nostra regione, il Mezzogiorno, il Paese e l’Europa hanno bisogno di grandi cambiamenti che richiedono profondità di analisi e condivisione di metodo. Questo statuto coltiva sentimenti di solidarietà, altruismo, condivisione comprensione a cui dobbiamo ispirarci. Ma non possiamo affrontare le grandi sfide che abbiamo davanti e le riforme che stiamo mettendo in campo con gli slogan o con la cultura dell’odio. Ciascuno legittimamente ha le sue idee e prova a farle valere, ma credo che oggi occorre individuare i punti che ci uniscono nell’interesse generale della nostra comunità che non sente il bisogno di scontri, ma di risposte concrete. Questo non è il momento delle divisioni, ma del rispetto dei ruoli, di una cultura che aggrega. Altrimenti non c’è statuto che tiene. Abbiamo bisogno di uno sguardo, come quello che ci dà questo statuto, capace di portare la Basilicata in Europa, di far diminuire la povertà, di creare più lavoro, di ridare linfa a una comunità che era sotto le macerie e che si sta rialzando proprio come ha fatto Matera.
Per raggiungere tutto questo occorrono fiducia e tensione etica. E un’azione comune e condivisa di cui la nostra regione, i nostri cittadini sentono davvero il bisogno”.