Pasquale Di Pede ha inviato una nota per esprimere le sue considerazioni rispetto alla chiusura della Libreria dell’arco.
La passione per la lettura e più in generale per la cultura appartiene a pochi. E quei pochi si uniscono ai molti quando si tratta di nutrire il corpo e soddisfare il palato.
Si tu puoi chiamarla capitale della cultura ma l’esplosione è nel soddisfare il gusto culinario.
Puoi anche ricercare l’evento che illumina le coscienze e apra la mente ma lo stomaco si apre di più e non può attendere come la lettura di un libro.
Più piatti offri e meno soffri. Comunque per non portarla alla lunga ,perché l’educazione alla cultura richiede tempo e risorse, per salvare la libreria qualcosa si puo fare. Allargare la gestione ad un terzo socio: costui dovrebbe rappresentare tanti individui disponibili a versare una quota minima.
Da non scartare l’idea di una formula da caffè letterario richiamando l’attenzione e l’intervento delle istituzioni perché questa contraddizione stridente di chiusura di una libreria mentre la città viene eletta capitale della cultura è culturalmente inspiegabile.
Certo sono favorevole perché anche gli spazi pubblici ,Museo Palazzo Lanfranchi, Auditorium, Mediateca, Biblioteca, Casa cava ecc. siano ravvivati e utilizzati di più, sperimentando forme nuove e miste di gestione affinché la cultura e l’arte siano appetibili almeno quanto i buoni piatti della nostra tradizione.
Pasquale Di Pede