Doppio appuntamento culturale al teatro Duni di Matera, per una sera riscaldato in maniera adeguata con alcuni “funghi” sistemati sia in sala che nel foyer e reso ancora più accogliente con la presenza di punto ristoro e romantiche rose rosse. In una situazione climatica sicuramente migliore rispetto a quella gelida in cui si era esibita solo tre giorni fa Emii Stewart l’architetto materano Luigi Acito ha presentato il progetto di restauro e adeguamento funzionale del teatro realizzato inaugurato nel novembre del 1948 grazie al progetto dell’architetto materano Ettore Stella, prematuramente scomparso a seguito di un incidente stradale mentre Vittorio Sgarbi ha presentato il suo ultimo libro “Il tesoro d’Italia” che racchiude le opere scelte per rappresentare la bellezza della pittura e della scultura italiana all’Expo di Milano. Durante l’incontro è stato annunciato anche il progetto di trasferire a Matera l’esperienza di Eataly, già sperimentata con successo all’Expo 2015 e che si propone di valorizzare i percorsi enogastronomici legati al successo di Matera capitale europea della cultura 2019.
All’incontro, promosso dalla Fondazione Carnovale di Roma, hanno partecipato il senatore Filippo Bubbico, vice Ministro degli Interni, il sindaco di Matera Raffaello De Ruggieri, l’assessore urbanistica e Sassi del Comune di Matera Francesca Cangelli, il consigliere regionale Nicola Benedetto e l’assessore regionale all’agricoltura Luca Braia. A moderare l’incontro il giornalista Carlo Vulpio.
Il sindaco De Ruggieri: “Il teatro Duni va salvato e oggi siamo qui verificare lo studio di fattibilità di un progetto di riqualificazione elaborato dall’architetto Luigi Acito. Io ho visto costruire questo palazzo perchè la mia casa era a venti metri da qui. Noi come Amministrazione stiamo lavorando per la procedura che ci consenta di favorire l’operazione di un project financing. E’ chiaro che i proprietari devono farci una proposta concreta. I soldi ci sono e come dico spesso il problema nel Mezzogiorno non sono i soldi ma i progetti. Noi dobbiamo solo trovare la procedura che non impatti con la Corte dei Conti o con il danno Erariale. L’auspicio è che una cordata di imprenditori sia interessata a questo progetto di finanza come è avvenuto per il teatro Mercadante di Altamura ma il Comune non può pretendere che ci siano imprenditori pronti ad investire.
Il vice Ministro Bubbico: “Dopo la vittoria di Matera 2019 dobbiamo onorare l’impegno assunto nel dossier e ridare senso all’Europa partendo da Matera che è riuscita a passare da vergogna nazionale ad orgoglio per l’Europa. Alla luce degli ultimi attentati terroristici credo che sia doverso affermare il principio che l’Unione Europea nasce per abbattere i muri e non per erigerne di nuovi”.
L’assessore comunale ai Sassi e all’urbanistica Cangelli: “Il restauro del teatro Duni fa bene alla città. La storia del teatro Duni rappresenta un valore aggiunto per Matera 2010. Per quanto riguarda il progetto di riqualificazione al momento non c’è un’ipotesi di acquisto o di formare una società mista a capitale pubblico-privato ma si lavora per un progetto di finanza”.
L’assessore regionale all’agricoltura Braia: “Serve una bataglia vera per questo teatro ma credo che per Matera 2019 dobbiamo anche lavorare per un progetto denominato 100% rurale. La differenza la faranno anche i percorsi enogastronomici. Da questo punto di vista abbiamo la possibilità di usufruire di fondi europei, Fse, Fesr e Feasr. Pensiamo ad un sistema dell’accoglienza che possa consentire ai visitatori di ammirare non solo Matera ma anche altri comuni della Basilicata e puntiamo a recuperare in particolare i centri storici dei piccoli comuni.
Il consigliere regionale e imprenditore Nicola Benedetto, autore del progetto che prevede la realizzazione di un quartiere dei mestieri bianchi nell’area dismessa dell’ex Mulino Alvino: “Senza programmazione non si va da nessuna parte e per il teatro la politica può fare molto poco perchè 3 anni non bastano. Per il recupero del teatro ci vuole sopratutto la volontà dei proprietari oppure servono dei mecenati che vogliono lasciare in eredità questa struttura alla città di Matera. Chi mette quindi i soldi per il teatro? Io sarei anche disponibile ad investire ma c’è solo un intoppo ed è la proprietà che è fatta da tanti soci. Se loro sono in grado di delegare uno con cui dialogare si potrebbe discutere. Per quanto mi riguarda voglio ricordare che mi sono innamorato di Matera qualche anno fa e sono riuscito in sei anni a ristrutturare il Palazzo Gattini in piazza Duomo per realizzare il primo hotel a cinque stelle. Adesso lavoriamo per questo nuovo progetto legato ai mestieri bianchi. L’obiettivo è quello di riattivare la produzione di pasta secca per far ripartire la tradizione a Matera avviata nel 1860 da Vincenzo Alvino e poi proseguita da Quinto e Manfredi e Padula. Pensiamo di implementare tutta la filiera del grano con un piccolo mulino che possa trasformare il grano duro in pasta “Alvino”, avviare la produzione di prodotti da forno e realizzare una scuola di cucina con la possibilità di ospitare il festival della cucina italiana e formare gli studenti dell’Alberghiero attraverso stage con chef stellati. E poi può realizzare un grande food per i turisti, che torneranno a casa con un pacco di pasta e farina prodotta dal grano duro locale. L’inizio dell’attività è previsto tra la fine del 2016 e l’inizio del 2017″.
L’architetto Acito ha illustrato attraverso alcune slide il progetto per il restauro e adeguamento funzionale del Cinema-Teatro Duni di Matera (di seguito la relazione integrale). Sostanzialmente il restauro di adeguamento funzionale riguarda tre ambiti: lo spazio scenico, l’arredo rappresentato dalle poltrone e il suono, fondamentale per ospitare eventi musicali. In tre anni questo progetto può diventare realtà ma bisogna partire subito. C’è chi contesta le modalità con cui si ragiona per il recupero del teatro Duni ma io ricordo che il Petruzzelli di Bari e il Mercadante di Altamura pur tra mille difficoltà sono stati recuperati e spero che Matera possa inaugurare il 2019 con un concerto di Capodanno nel ristrutturato teatro Duni”.
Prima di presentare “Il Tesoro d’Italia” Vittorio Sgarbi si sofferma sul successo di Matera 2019: “Venezia era la capitale ideale per vincere questo titolo ma non è arrivata nemmeno in finale perchè è amministrata da gente incapace. Io che nel mio intimo tifavo per Matera quando è arrivata la proclamazione a capitale europea della cultura ho pensato che era stata fatta la scelta migliore perchè il riscatto del Mezzogiorno non poteva che partire da Matera. Non poteva certamente partire da Catania o da Palermo. Matera è la città perfetta perchè la posizione di Carlo Levi viene rovesciata, da malinconia ad esaltazione, da vergogna nazionale a capitale europea della cultura”.
Dall’Expo di Milano a Matera 2019, cosa succederà adesso? L’esperienza di Milano è stata utile per far capire al mondo quanta bellezza può offrire il nostro Paese. E la Basilicata è una delle regioni più rappresentate nel mio libro dedicato ad opere che pochi conoscono ma che tutti hanno avuto la possibilità di ammirare: La bellissima statua di Sant’Eufemia, opera di Andrea Mantegna ritrovata ad Irsina, la statua lignea di San Giovanni Battista di Miglionico; la “Madonna con il bambino in trono” opera in legno scolpito del XVI secolo che si trova a Marsico Nuovo; “Giovane contadina” opera di Gaspare Traversi custodita nella Pinacoteca D’Errico di Matera”, l’opera del maestro di Palazzo San Gervasio, un alterego di Caravaggio e un’opera che risale all’800 di Michele Tedesco, originario di Moliterno e trasferito a Napoli. Sgarbi presenta anche le opere di grandi artisti italiani, in prevalenza provenieni dal Veneto che hanno scelto invece la Puglia per collocare alcune opere importanti citate all’interno del suo volume come Tintoretto, Veronese e Savoldo e poi presenta opere di artisti pugliesi che sono menzionati nella sua ultima pubblicazione. In particolare De Nittis a Barletta, di Ar a Lucera, di Bartolomeo Vivarini a Modugno, di Lorenzo Lotto a Giovinazzo, di Stefano da Putignano e di Paolo Finoglio a Conversano. Questo legame tra Venezia e Matera sarà il filo conduttore di una grande mostra d’arte in cantiere per Matera 2019, perchè queste opere dimostrano che la grande civiltà veneziana è arrivata in Basilicata”
Come immagina Matera nel 202o? “Matera è viva e lo sarà sempre di più. Non a caso il nome Matera assomiglia a Madre. I Sassi sono la sua anima e credo che Matera dopo il 2019 sarà una città affermata e visitata come una grande capitale internazionale, come Parigi o New York”.
Sul teatro Duni Vittorio Sgarbi si rifiuta di dare suggerimenti sulla modalità con cui avviare il progetto di restauro ma un consiglio arriva comunque: “Ho detto ad uno dei soci di mettere sedie rosse perchè non sopporto le sedie color cacca che mettono gli architetti moderni”.
Non manca qualche battuta polemica nei confronti di chi non ha creduto in Vittorio Sgarbi negli ultimi anni: “Credo di essere l’uomo che è stato cacciato da più parti in Italia. Sono stato cacciato a Venezia quando ero Soprintendente da Galan, una merda umana schifosa. Sono stato cacciato da Berlusconi quando ero sottosegretario per colpa di Ciampi solo perchè avevo litigato in trasmissione da Santoro con Travaglio quando Grillo si era permesso di insultare Veronesi, sono stato cacciato dal Comune di Milano quando era sindaco la Moratti e io ero assessore alla cultura, sono stato cacciato da Salemi perchè hanno sciolto il Comune quando ero sindaco per presunta infiltrazione mafiosa, faccio un programma in prima serata con Vulpio che ritrovo con piacere stasera qui a Matera e mi cacciano dopo la prima puntata”.
Michele Capolupo
Riportiamo di seguito la relazione del progetto preliminare illustrata dall’architetto Luigi Acito per il restauro e adeguamento funzionale del Cinema-Teatro Duni di Matera.
PREMESSA:
Il 17 ottobre 2014 la città di Matera viene insignita del titolo di Capitale Europea della Cultura per l’anno 2019. Con questa prospettiva si fa sempre più stringente e improcrastinabile la necessità di dotare la città di un teatro funzionale e moderno. Il Cinema-Teatro “Duni” è da tutti i cittadini di Matera riconosciuto come “bene comune”, benché catastalmente privato, e tutti vorrebbero che rinascesse a nuova vita, tornando ad essere il teatro della città.
Oggi, però, la struttura risulta mortificata da una incolpevole crisi, a causa di difficoltà economico-gestionali e per insufficienza di attrezzature tecnologiche in grado di affrontare nuove sfide in ambito teatrale.
Il presente progetto preliminare, offre soluzioni e indica la strada per recuperare e valorizzare la struttura nella piena salvaguardia del “documento architettonico”, patrimonio non più e non solo della città, ma della nazione intera, e già dichiarato monumento della modernità dal DO.CO.MO.MO. (Documentation and conservation modern movement).
Il recupero del Cinema-Teatro “Duni” persegue dunque l’obiettivo: di far rivivere lo spazio teatrale insieme alla sua Architettura.
Per raggiungere questo obiettivo il progetto preliminare sostiene la necessità di operare attraverso un intervento di restauro integrale del complesso e di adeguamento funzionale in armonia e nel rispetto delle qualità architettoniche e spaziali del “documento moderno”.
Compito del “restauro architettonico” sarà quello di interpretare il manufatto “storico”, ripulendolo di tutte le addizioni subite e integrandolo delle “sottrazioni” operate, dandogli, ove necessario, un adeguato e compatibile miglioramento statico.
Compito dell’ ”adeguamento funzionale” sarà quello di consentire un uso confacente alle mutate condizioni della domanda culturale in ambito teatrale.
Restauro ed adeguamento funzionale, dunque, sono le due categorie d’intervento a cui fare ricorso, per riabilitare un “documento” di architettura moderna che esprime un forte senso identitario con la città. Opportunamente potenziato nei servizi agli spettatori e agli attori, nelle strutture sceniche e nelle apparecchiature tecniche necessarie per conformare un teatro per spettacoli di prosa e di lirica di una certa rilevanza, il “Duni” potrà di nuovo assolvere degnamente al ruolo per cui è stato realizzato.
LA STORIA:
Il Cinema-Teatro “Duni” viene realizzato tra il 1947 e il 1949. Progettista dell’opera è l’architetto materano Ettore Stella, nome già noto dell’architettura italiana dell’epoca. A commissionare l’opera sono due cittadini materani, proprietari dei suoli (Conti e Latronico) che, interpretando anche un bisogno culturale della città, decidono di realizzare il cinema-teatro coinvolgendo il giovane Stella, confidando nel ruolo decisivo dell’architettura, disciplina capace di interpretare le aspettative civili della città. Il progetto viene redatto tra l’ottobre ’46 e il febbraio del ’47. La costruzione ha inizio nella primavera del 1947. Nel frattempo altri imprenditori (Annunziata e Morelli) si affiancano ai primi due per dare forza e alimento all’impresa. Ma è con l’ingresso di A.Andrisani, industriale materano, che l’iniziativa imprenditoriale acquista una concreta accelerazione. Nel novembre del 1948 l’opera è completa in tutte le sue parti e dopo aver ottenute le licenze d’esercizio viene aperta al pubblico il 26 marzo del 1949, non prima di aver dedicato la sala a E.R. Duni, illustre compositore materano del ‘700. Il cinema appena completato viene dettagliatamente fotografato dallo studio Vasari di Roma e pubblicato sulle più importanti e accreditate riviste di architettura europee che esaltano la modernità dell’opera, peraltro realizzata con tecniche e materiali moderni in una città come Matera, proverbialmente povera.
Nel tempo il “Duni” subisce diversi interventi di adeguamento funzionale:
– 1955: allargamento del boccascena per ospitare il cinemascope appena introdotto e realizzazione della cabina di proiezione sulla testata opposta, all’esterno della sala;
– 1964: realizzazione della scala di sicurezza su Via Roma;
– 1978: sostituzione degli arredi originali e realizzazione di nuova cassa;
– 1993: adeguamento degli impianti e dei servizi igienici;
– 1995: sostituzione della vetrata d’ingresso, ristrutturazione del golfo mistico e dell’ampia vetrata sul giardino.
Con la crisi del cinema negli anni ’80 il “Duni” rischia la chiusura definitiva se non la vendita e la trasformazione d’uso della struttura; rischio che viene scongiurato grazie ad una decisa presa di posizione della città che sostiene un accorato appello per la sua sopravvivenza.
Nel 1999 dopo 50 anni di attività il Cinema-Teatro sospende le attività per poi riprenderle a singhiozzo tra mille difficoltà anche di natura gestionale.
Nonostante il tempo trascorso, i numerosi interventi di adeguamento e modifiche, le tante soste nell’attività, la struttura conserva ancora intatta la sua straordinaria bellezza, ma i suoi impianti, i suoi arredi, le strutture sceniche versano in uno stato di invecchiamento che la rendono inefficiente per un uso compatibile con le funzioni cinematografiche e teatrali contemporanee.
Il PROGETTO:
Il progetto di recupero e di riqualificazione del Cinema-Teatro fonda su due categorie d’intervento: il restauro e l’adeguamento funzionale.
Il “restauro” architettonico dovrà governare l’intero intervento di recupero, non prima di aver interpretato il manufatto “storico”; dovrà presiedere a tutte le eventuali e compatibili trasformazioni e garantire che dopo gli interventi di adeguamento la struttura dia sempre la stessa sensazione che dava quando era nella sua integrità originale.
Il progetto di restauro richiede un’attenta valutazione dell’organismo architettonico, attraverso il rilievo dettagliato di tutti gli elementi per identificare l’ossatura delle parti, il loro funzionamento, ma anche le geometrie e le tessiture, gli attacchi a terra, i rivestimenti, gli intonachi, i materiali lapidei e il gioco dei giunti, gli infissi e il tipo di apertura.
A differenza del restauro dell’architettura pre – moderna, che si confronta con tecniche e soluzioni costruttive consolidate nel tempo, il “restauro del moderno” si confronta con tecniche che spesso all’epoca erano ancora sperimentali, o con tecniche ormai obsolete, o con materiali che oggi non sono più in produzione. Altro aspetto importante da salvaguardare è lo spazio, il vuoto racchiuso nell’involucro, in cui si intrecciano le relazioni tra le parti e dove lo spazio funge da connettivo; e poi le relazioni con l’esterno attraverso le ampie vetrate suddivise da una trama di profili lignei.
Nel caso in questione si tratta di indagare il “paesaggio del razionalismo organico” che il Cinema-Teatro Duni mostra in tutta la sua bellezza.
Compito dell’adeguamento funzionale sarà invece quello di consentire un più aggiornato uso compatibile con la struttura spaziale e architettonica originaria. Esso dovrà calarsi con rispetto nelle possibilità che la stessa struttura offre per i necessari interventi di rigenerazione e di potenziamento delle capacità prestazionali. Sono opere di adeguamento funzionale le seguenti categorie di lavori:
– Consolidamento delle strutture e nuova cabina di proiezione;
– Nuovi impianti a fluido e aria ed elettrici;
– Ammodernamento dello spazio scenico e dell’orchestra;
– Riqualificazione dei camerini e dei servizi agli attori;
– Inserimento di nuovi arredi;
– Potenziamento delle capacità foniche della sala;
– Riqualificazione degli spazi esterni.
La fotogallery del progetto di riqualificazione del teatro Duni di Matera (foto www.SassiLive.it)
Privati prorpierptari del duni seduti in prima fila …..perche non donate alla città il vostro teatro ??? Cosi sarete ricordati per la bella azione e per aver dimostrsto AMORE VERSO LA CITTÀ DI MATERA !!! Tanto credo che non sia una QUESTIONE DI SOLDI vero ???? Una domanda che non ha avuto risposta nell’articolo : chi ha pagato la serata ?? Da chi è stata sponorizzata??? Per la cronaca sia chiaro !!!
i cittadini sono stanchi di pagare …il teatro è privato e se vogliono se lo aggiustassero con i loro soldi oppure SI VENDE … è finita l’era dei fondi pubblici …Se devo ristrutturare casa mia il Comune non partecipa alle spese e ne tantomeno i cittadini materani.