Rispondendo a due quesiti del dipartimento regionale ambiente, il ministero dell’ambiente
ha escluso per le nuove attività riguardanti i pozzi petroliferi workover in Val d’Agri, la Valutazione di Impatto Ambientale (VIA). Il “principio” che diventa da oggi “regola”, semplifica le procedure
autorizzative a vantaggio delle compagnie minerarie e riguarda le nuove attività “workover” per 4 pozzi Enoc 1 (Viggiano) e Alpi 6-7-8 , a Grumento Nova.
Essi sono situati nel perimetro del parco nazionale dell’Appennino Lucano, le cui attività workover, per il ministero dell’ambiente, sono considerate semplice “manutenzione”, non rientranti cioè
nell’applicazione delle norme “dell’Allegato II al DLgs 152/2006 e s.m.i”.
Tradotto dal “burocratese”, il pubblico interessato è escluso dalla partecipazione al procedimento, anche se la Valutazione di Incidenza resta per il momento di competenza della Regione Basilicata.
La Regione Basilicata ha richiesto ulteriore documentazione alla compagnia petrolifera, in vista dell’esito conclusivo della procedura, che per la Ola appare scontato con esito favorevole all’Eni. Non è noto se l’ente parco dell’Appennino Lucano abbia o meno espresso il proprio parere obbligatorio, previsto dalle leggi di salvaguardia del territorio protetto.
Sempre il ministero dell’ambiente, ha ribadito nella risposta ai quesiti regionali che “che l’art. 38 Decreto Legge n. 133/2014 convertito in Legge n. 164/2014 (sblocca Italia) ha attribuito allo Stato la
competenza, già delle Regioni, in materia di VIA per le attività di prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi in terraferma”.
La decisione del ministero anticipa, prevenendola, anche la questione di legittimità sollevata dalle Regioni in tema di quesiti referendari sull’articolo 38 della Legge 164/2014 “Sblocca Italia”, che il governo potrebbe modificare dal punto di vista tecnico, eludendo in questo modo
l’aspetto politico considerato invece centrale dalle Regioni.
La Ola chiede nuovamente all’ Ente Parco Appennino Lucano e alla Regione Basilicata di esprimere pertanto un parere negativo di valutazione di incidenza per i quattro pozzi, in considerazione che dette attività ricadono nell’area protetta nazionale ed insistono su ecosistemi delicati quali il complesso sorgentizio di Viggiano e l’invaso del Pertusillo e inoltre, per il pozzo Enoc 1 di Viggiano, non sono chiari
gli scopi finali del pozzo destinato a nuove attività di re-iniezione dei reflui petroliferi e delle acque di scarto dell’attività del centro olio.