Nel primo anno di applicazione della riforma sono interessati all’ alternanza scuola-lavoro almeno 535.830 studenti del terzo anno, di cui 53,5% di Istituti tecnici e professionali e il 46,5% dei Licei. Una simulazione realizzata dal Centro Studi Confartigianato evidenzia che con una maggiorazione del 30% dell’attuale rapporto tra stagisti/tirocinanti e dipendenti applicato a imprese con dipendenti ed Enti interessati si registrerebbe un gap di domanda insoddisfatta di alternanza del 44,0% degli studenti interessati; tale divario si distribuisce in modo differente sul territorio e oscilla tra il 10 e il 22% del Nord Ovest al 50-72% del Mezzogiorno. Tradotto in numeri: l’alternanza scuola-lavoro al Sud dovrebbe interessare da un minimo di 67.640 studenti sino ad un massimo di “pieno assorbimento” di 245.690 studenti.
“Sono numeri – commenta Rosa Gentile, vice presidente nazionale Confartigianato con delega al Mezzogiorno – che confermano la necessità di liberare l’apprendistato da costi e vincoli introdotti dalla riforma Fornero, rilanciare l’alternanza scuola-lavoro, valorizzare le competenze, importare in Italia l’esperienza tedesca del sistema di formazione ‘duale’, efficace collegamento tra il mondo della scuola ed il mondo delle imprese che consente ai giovani di conseguire un titolo di studio imparando un mestiere. E’ questa la strada per affrontare il dramma della disoccupazione giovanile e potenziare la qualità manifatturiera made in Italy”.
Altri dati significativi forniti dal Centro Studi Confartigianato: nelle regioni del Sud gli iscritti ad istituti tecnici e professionali (anno scolastico 2015-2016) sono 110.880 che corrisponde a circa il 50% del totale nazionale (quelli dei licei sono103.130); le imprese interessate all’alternanza scuola-lavoro sono 481.434 (di cui ben 477.458 sono piccole imprese con meno di 50 addetti e 126.928 sono imprese artigiane)e quelle che hanno ospitato stage/tirocini nel 2014 sono 46.700 per un totale di 60.370 stagisti-tirocinanti (di cui 22.220 laureati).
“”Dobbiamo impegnarci – spiega Gentile – per avvicinare sempre più l’orientamento al mondo del lavoro e per far questo è necessaria innanzitutto un’azione culturale, come testimoniano i dati sulle iscrizioni agli istituti tecnici e professionali. Un’azione da rivolgere non solo ai ragazzi, ma prima di tutto ai genitori: non esiste una scuola di serie A, composta da licei, e una scuola di serie B, composta da istituti tecnici e professionali. Il rischio è quello di veicolare un messaggio sbagliato, che porta a un “orientamento” fuorviante verso i nostri giovani, a prescindere dalla richiesta del mercato del lavoro.
Inoltre, abbiamo l’opportunità di avere importanti risorse nella nuova programmazione Por/Fse 2014-2020 e riteniamo che vadano rivolte in questa direzione. In sintesi- sottolinea ancora la vice presidente nazionale di Confartigianato – occorre utilizzare il Job Acts per definire un sistema di orientamento e di sostegno al lavoro che, al pari degli altri Paesi europei, offra ai giovani un percorso di continuità e coerenza tra istruzione, formazione, esperienze e inserimento lavorativo con contratto di apprendistato. L’apprendistato è lo strumento fondamentale per avvicinare i giovani al mondo del lavoro e per trasmettere le competenze tipiche delle attività che hanno fatto grande il made in Italy nel mondo. L’Italia deve investire su questo contratto che coniuga il sapere e il saper fare, e che ha formato generazioni di lavoratori ma è stato anche la ‘palestra’ per migliaia di giovani che hanno creato a loro volta un’impresa”.
Dic 11