La scuola pubblica italiana, per motivazioni esclusivamente contabili, sta ricevendo un attacco senza precedenti. Tutti i governi, dall’ultimo dopoguerra in poi, non appena insediati, si inventano “la riforma per le scuole”. Sempre peggiorativa rispetto a quella esistete. “La scuola deve smettere di essere un ammortizzatore sociale e uno stipendificio“. Con questa motivazione si tagliano circa 87.000 posti di lavoro. La notevole contrazione delle cattedre di sostegno, non inclusa nella stima degli 87.000 insegnanti a piede libero, produrrà ulteriori gravi conseguenze sia agli studenti disabili che alle loro famiglie. Le risorse che si recuperano a danno della scuola, sono un danno per la società futura. Alcide De Gasperi, nel sostenere che ”un politico guarda alle prossime elezioni, mentre uno statista guarda alla prossima generazione”, non immaginava certo che per populismo, si smantellasse l’istituzione per eccellenza che, dopo la famiglia, è la scuola. Se la Ministra Gelmini, sull’onda populista Brunettiana, immagina di incassare il plauso degli scontenti della scuola pubblica, forse, ha considerato male la strategia di successo. La scuola pubblica italiana merita ben altre riforme e ben altre risorse. I tagli, i grembiuli, le pagelle e, quant’altro pianificato dal Governo Berlusconi sulla scuola, stanno per rompere un patto fiduciario tra lo Stato italiano e i docenti, gli studenti e le famiglie del nostro paese. Tale riforma, sta minando alle fondamenta il diritto collettivo ad una scuola pubblica equa e moderna. NOI VERDI riteniamo questo disegno devastante dal punto di vista sociale, deleterio dal punto di vista didattico e scellerato dal punto di vista occupazionale. Con il tentativo del governo Berlusconi di riportare la scuola indietro nel tempo, la si vuole collocare a fanalino di coda dell’Europa. La Signora Ministra all’istruzione, Maga Stella Gelmini, cattolica di provenienza CL, incassa la solidarietà di tutti i Ministri del governo ma non dei protagonisti della scuola: i maestri, gli alunni e i genitori. A sostegno della Germin’idea tutti i maggiorenti del PDL per i quali, chi sciopera contro la riforma, è fomentato dalla sinistra sorda all’appello della modernizzazione (?). Noi VERDI, non apprezziamo la riforma così come presentata, perché è sbagliata e non produrrà effetti positivi sull’apprendimento degli alunni. E’ difficile, inoltre, per noi che siamo di questo tempo, comprendere le ragioni per cui si vuole riportare la scuola all’ante guerra. l’idea di “scuola” che la Ministra ha ipotizzato, per le classi future, ha reminiscenze del passato pericolose e incomprensibili. Il voto in condotta, il grembiulino, il fiocchetto l’addestramento collettivo davanti al Municipio e, magari, il fez come copricapo, ci ricorda un periodo poco piacevole per la repubblica Italiana. Siamo viceversa convinti che la scuola Italiana, meriterebbe ben più importanti riforme. E se l’On. Paolo Bonaiuti, classe 1940, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio ricorda in una trasmissione televisiva mattutina, con grande entusiasmo, “di essere stato alunno di un solo maestro elementare di cui ne ricorda ancora il cognome, senza grossi sforzi per la memoria”, lo stesso, ricorderà che in quel periodo, c’era ben altra esigenza d’istruzione. Appunto! Ma la Gelmini, per tranquillizzare gli sfollati dalla scuola pubblica, pensa e suggerisce, al Consiglio dei Ministri, di verificare la possibilità di estendere alle scuole private, finanziate da Fondazioni o società miste pubblico-private, la possibilità di un’offerta formativa parificata e riconosciuta. Così gli 87.000 maestri potranno essere assunti da imprenditori della cultura, sposare la mission dell’impresa e insegnare le materie di volta in volta concordate. Non sarà questo il vero obbiettivo della riforma?
Giuseppe Digilio
Assessore alla Cultura della Provincia di Matera