Tante le ricadute su Matera Capitale Europea 2019 dalle conclusioni del IV Forum Sanità Futura dal tema “Innova Salute” che si è tenuto a Matera nello scorso fine settimana con la presentazione in particolare di tre progetti.
Marilena Antonicelli, assessore ai Servizi Sociali del Comune di Matera, ha proposto un tavolo istituzionale e di coordinamento per affrontare, ottimizzando le risorse finanziarie sempre minori (la giunta regionale ha destinato 5 milioni di euro in vista del 2019 a cui si aggiungono 4 milioni per radioterapia-Madonna delle Grazie), due questioni prioritarie: dare risposte alle esigenze di salute delle famiglie a disagio sociale; migliorare i servizi di città accogliente per i turisti anche quelli a disabilità. In proposito un banco di prova nel mese di marzo prossimo quando Matera ospiterà il congresso nazionale Unitalsi con 1200 disabili.
Interessante inoltre il progetto presentato dal presidente della Quarta Commissione Luigi Bradascio: “Matera cardiosicura”, 18 colonnine contenenti defibrillatori collocate in altrettante postazioni strategiche della città e collegate con sistema di allarme al servizio 118.
Infine l’idea progettuale di “ambulatorio sociale” illustrata da Pino Bruno vice presidente nazionale Fedrsolidarietà-Confcooperative. Si tratta – ha spiegato Bruno – di mettere al centro i bisogni di categorie sociali e famiglie che non hanno adeguate tutele e servizi. In questo campo l’esperienza di Federsolidarietà è significativa sull’intero territorio nazionale e lo può diventare anche a Matera e in Basilicata a condizione che si realizzi una rete innanzitutto di imprenditoria sociale, privata accreditata, con una cabina di regia unitaria per coordinare attività di socio-assistenza specie per anziani, disabili e prevenzione-cura malattie soprattutto croniche. Aziende, associazioni di pazienti e professionisti, cooperative, e tutti quei soggetti che rappresentano l’humus vitale di un territorio, in ambito non solo sanitario, ma anche in termini più generali di impatto sociale, hanno bisogno di trovare le condizioni adatte per poter esprimere al meglio le proprie potenzialità, per poter crescere e operare insieme, altrimenti tutto diventa più lento e complicato, addirittura impraticabile, nonostante l’impegno individuale che ognuno può profondere nella propria attività.
In tema di social care, l’esperienza dell’Ambulatorio sociale di cardiologia a Matera che svolge la sua funzione grazie ad un piccolo esercito di volontari: infermieri e medici sono pronti ogni giorno ad accogliere i cardiopatici che si trovano in difficoltà, extracomunitari, donne in gravidanza e disabili, offrendo gratuitamente visite e prestazioni diagnostiche di notevole livello. Bradascio ha ricordato la sua esperienza ‘di cuore’ nel senso che – ha ricordato – ho fondato più di 20 anni fa a Matera l’Associazione Amici del Cuore che complessivamente grazie a quattro cardiologi volontari ha visitato 1200 persone (in media 50 visite la settimana) venendo incontro ad un’utenza a disagio sociale e alleggerendo le liste di attesa dell’Ospedale di Matera.
Per questo – ha concluso Pino Bruno (Federsolidarietà-Confcooperatve) riponiamo tante attese positive nella crescita di una cultura dell’imprenditoria sociale e crediamo che l’impresa sociale possa essere un agente di innovazione importante per i sistemi di welfare. Organizzare la solidarietà per prendersi cura dell’altro; sviluppare forme di impresa di comunità per rispondere ai bisogni sociali e gestire beni comuni è una grande sfida per il terzo settore, ma è anche un’occasione per reinventare radicalmente la “funzione pubblica” in questo Paese. Organizzare queste attività in forma d’impresa è anche un modo per mettere immediatamente tutto il sistema di welfare davanti alla necessità di misurare efficacia ed efficienza, e quindi anche la sostenibilità economica e gli impatti sociali.
Dic 21