Riceviamo e pubblichiamo alcune riflessioni di Francesco Ambruso, materano che si è trasferito a Busto Arsizio per motivi di lavoro con la sua famiglia, dopo aver festeggiato il Capodanno nella città dei Sassi.
Sono appena rientrato con la mia famiglia a Busto Arsizio (Varese) dopo le vacanze natalizie che abbiamo trascorso presso le nostre famiglie di origine, tra Matera (la mia città) e Bari (la città di mia moglie).
Ma questo Natale è stato ancora più “intrigante” per aver vissuto un derby familiare di competizione e discussione sul tema: è stato più bello il Capodanno di Matera (trasmesso con una enorme risonanza mediatica su Raiuno) o quello di Bari (trasmesso in concorrenza su Mediaset)? Su un punto c’è stata piena unanimità: l’impatto pubblicitario su Matera e la Basilicata è stato davvero molto forte! Per me, Materano e Lucano residente da tanti anni lontano dalla mia terra di origine, questo è un motivo di grande orgoglio personale! In questi giorni, però, mi è sorto anche un grande interrogativo che volevo condividere con voi: Matera saprà reggere e gestire questa notorietà e le relative implicazioni logistiche (flussi turistici, ricettività ecc.) da oggi al 2019 e negli anni a venire?
In un solo giorno, esattamente il 2 di gennaio, ho vissuto la sintesi perfetta di questi miei dubbi. Questo ne è il diario: da Bari decido di recarmi dai miei genitori a Matera. Obbligatoriamente devo viaggiare in auto perchè nessun altro mezzo pubblico è oggi proponibile: tantomeno il treno delle Fal, anche se bello e nuovo, ma “antistorico” per via dei tempi di percorrenza di 60 km in 1 ora e 30 minuti, esattamente lo stesso tempo che 35 anni fa impiegavo, in vagoni Fal certo molto meno “accoglienti”, per coprire lo stesso tragitto da Matera a Bari e prendere il treno FS verso Milano. E forse mio padre, anche lui viaggiatore incallito, mi potrà confermare gli stessi “tempi” negli Anni ’50, quando toccava a lui viaggiare da giovane studente universitario da Matera verso Bari.
Dunque, parto in auto: inutile descrivere, anche in un giorno tranquillo di inizio anno, la lunga processione di colonne di auto e mezzi diversi (in mancanza di un efficiente e veloce collegamento ferroviario) in questo percorso a gimcana che attraversa la Murgia e conduce verso la Basilicata.
Arrivato a Matera, con mio padre parto per Ferrandina per fare una buona “provvista” d’olio e olive al forno. Lungo il viaggio un’altra sorpresa: sulla statale andando verso la Basentana, nel senso di marcia inverso rispetto al mio, incrocio una colonna impressionante di autobus e caravan turistici, tutti diretti a Matera e provenienti dalla Valle del Basento. Bellissimo! Quanti turisti interessati alla mia città, Capitale europea della cultura 2019. una cosa inimmaginabile soli qualche anno fa. Ma come si stanno gestendo flussi veicolari di questa portata? La risposta l’ho avuta a fine mattinata, rientrato a Matera. A Serra venerdì, dove avevo notato nei giorni di Natale un parcheggio attrezzato per camper (con soli 10 posti) vedo letteralmente “accampati” alla men peggio almeno 30 camper, con turisti visibilmente nel panico (e alterati…) per non avere nessun supporto logistico, dopo aver percorso molti km per arrivare nella nostra città.
Spettacolo non meno “terrificante” ai miei occhi nei parcheggi di fronte al Municipio: forse un centinaio di autobus, decine e decine di camper e tantissime vetture parcheggiate dappertutto, in un caos indescrivibile. E ovviamente parcheggi selvaggi di auto senza soluzione di continuità sino a via Protospata, via Rosselli, via Giolitti e via Annnunziatella! Non oso immaginare che questa sia la regola costante dell’accoglienza anche in altri periodi dell’anno, ma il quadro mi è parso davvero desolante. Del resto, a mio modesto parere, come è possibile immaginare di gestire la ricettività turistica a Matera, oggi e ancor più negli anni futuri, pensando solo e soltanto ad accogliere una infinità di auto, camper, bus e torpedoni? Non ci saranno parcheggi che tengano per i “numeri” di
flussi previsti. Né credo che tutto possa risolversi con il raddoppio dei binari Fal per Bari, giacchè i viaggiatori e i turisti dal Nord arrivano con l’Alta Velocità a Salerno. E poi?
Mi chiedo: quello che è stato fatto a Milano per l’Expo 2015 non ha insegnato nulla? Per “soli” sei mesi di un evento certamente molto importante, con numeri impressionanti (circa 20 milioni di visitatori (!), ma evento “limitato” a pochi mesi), questi flussi di arrivi sono stati gestiti innanzitutto potenziando treni, costruendo addirittura una nuova stazione ferroviaria a Rho Fiera Expo, incrementando i collegamenti ferroviari direttamente dalla Stazione Centrale e dagli aeroporti di Linate e Malpensa, verso il sito di Expo. Il trasporto pubblico su gomma ha svolto una parte molto marginale. Si è arrivati al paradosso che gli enormi parcheggi costruiti in varie aree limitrofe alla zona Expo, comunque pianificati per fronteggiare arrivi di mezzi privati e autobus, sono restati nei sei mesi della manifestazione largamente sottoutilizzati (!). I visitatori/turisti provenienti sia dalle città della Lombardia che dalle altre regioni d’Italia e dall’estero hanno preferito usare il treno per arrivare, anche dal Sud, in comodità e velocemente (vedi TAV da Salerno-Napoli-Roma-Bologna) a Milano.
Mi chiedo ancora: perché nella mia città di Matera, che è una città “piccola”, a misura d’uomo, avviata verso un turismo internazionale da grandi numeri, e con un patrimonio “fragile” come quello dei Sassi, delle chiese e dei palazzi antichi, debba essere consentita una vera invasione di auto, bus, camper senza controllo? Perché questa invasione viene vista come l’unica e sola modalità di accesso e di accoglienza dei tanti turisti, che hanno l’interesse di scoprire le nostre “bellezze”? Ai livelli di chi “ decide” non si percepisce il rischio serio di una ondata di rigetto dei visitatori, degli operatori turistici e dei cittadini davanti a queste carenze organizzative e infrastrutturali stradali e ferroviarie di Matera e dell’intera Basilicata?
Ad ogni modo trovo una speranza per consolarmi: in questi ultimi mesi in concomitanza con Expo, ho usato frequentemente il collegamento ferroviario TreNord che collega Milano all’ aeroporto di Malpensa, viaggiando molto spesso sul convoglio ferroviario sponsorizzato dalla Regione Basilicata e da Matera-Capitale della cultura 2019. Il treno è letteralmente tappezzato (sia negli interni che all’esterno delle carrozze) dalle immagini più straordinarie dei Sassi e di tutti i più caratteristici borghi lucani, e dei loro prodotti enogastronomici. Un grande impatto pubblicitario di Matera e della Basilicata e, insieme, un piccolo paradosso: la più bella e coinvolgente pubblicità sulla nostra terra lucana viene realizzata proprio su un treno. L’oggetto per noi Materani, evidentemente ancora sconosciuto, e per molti oggetto del desiderio sin dai tempi di Carlo Levi.
Con grande stima e speranza
Francesco Ambruso
Busto Arsizio (Varese)
Ottime osservazioni, vediamo se qualcuno del cosiddetto palazzo ha il “fegato” per far sapere quali dovrebbero essere le soluzioni per questi problemi