La pagella sulla qualità delle istituzioni diffusa dallo studio della Svimez assegna voti bassi alle Regioni del Sud con effetti che si ripercuotono negativamente oltre che sui cittadini su chi fa impresa. E’ il commento di Rosa Gentile, vice presidente nazionale Confartigianato, con delega al Mezzogiorno. Al 2012, secondo lo studio, le Regioni meridionali si confermano in coda: la Sardegna al 14esimo posto (0,45), la Puglia al 15esimo (0,41) con la Basilicata, seguiti dalla Campania (0,36), Molise (0,25), Sicilia (0,22) e Calabria (0). Si “salva” solo l’Abruzzo (12esimo posto). Il giudizio è fondato su 24 parametri riferiti a cinque ambiti: partecipazione (che a sua volta raggruppa fenomeni tra cui associazionismo, acquisti in libreria, partecipazione al voto), efficacia dell’azione di governo (ad esempio deficit sanitario, raccolta differenziata, dotazione strutture sociali ed economiche), qualità della regolamentazione (mortalità e qualità della vita delle imprese, dipendenti pubblici), certezza del diritto (tra cui tempi dei processi, evasione fiscale, sommerso), corruzione (reati contro la PA, commissariamento dei comuni, ecc.).
Non è dunque solo la questione dei ritardi nei pagamenti da parte della P.A. alle imprese, più forti al Sud rispetto al centro-nord, come abbiamo segnalato solo qualche giorno fa – continua Gentile – a pesare nel rapporto impresa-P.A. E’ una ‘via crucis’ di problemi e di primati negativi che abbiamo da tempo ‘fotografato’ in un nostro rapporto che descrive, attraverso l’attività quotidiana di un imprenditore artigiano, i deficit e i ritardi di un contesto ancora arretrato su molto fronti che comprime le potenzialità e frena la competitività dell’economia meridionale. Un’ analisi che conferma che tutte le politiche per il Sud attuate finora hanno fallito. Bisogna cambiare rotta. Basta con l’assistenzialismo, con gli interventi straordinari calati dall’alto. Bisogna ascoltare le esigenze dei cittadini, valorizzare le esperienze imprenditoriali, investire sulla voglia di riscatto dei giovani.
Le proposte dei ricercatori Svimez – continua Gentile – sono una buona base di ulteriore confronto come il riferimento agli interventi differenziati Nord/Sud e all’utilizzo dei fondi delle politiche di coesione 2014/2020 per finanziare la riforma PA al Sud. Secondo la SVIMEZ l’obiettivo di ridurre i divari e riavviare un processo di sviluppo non può essere perseguito senza avere istituzioni di qualità in tutto il territorio e una Pubblica Amministrazione ispirata a criteri e valori di equità, trasparenza, responsabilità, efficacia ed efficienza. Il gap Nord-Sud in questo ambito incide in misura significativa sulle reali potenzialità di sviluppo economico e aggrava le condizioni di disuguaglianza e sofferenza sociale, tra le aree del Paese. Occorre investire su un processo ampio di riforma, che punti a cambiamenti strutturali e all’eliminazione dei nodi che rallentano il miglioramento del contesto in cui operano le imprese e che condiziona la qualità della vita per i cittadini. Condivido la valutazione dei ricercatori: le politiche di coesione 2014-2020 possono rappresentare un decisivo supporto del processo di riforma in atto, con il rafforzamento della “capacità amministrativa”, soprattutto nelle regioni meridionali (che sono destinatarie delle maggior quota di risorse). Non va però dimenticato che il compito di costruire una buona pubblica amministrazione con la garanzia dei diritti di cittadinanza su tutto il territorio nazionale non spetta alle politiche aggiuntive, ma alle politiche pubbliche ordinarie e generali. Noi mondo delle piccole e medie imprese – conclude Gentile – continuiamo a fare la nostra parte specie di proposte.
Gen 13