L’export nei settori a più alta concentrazione di medie e piccole imprese nelle regioni del Sud tra il primo e il terzo trimestre 2015 ha superato i 6 milioni 300 mila euro con performance significative in Campania (3,1 milioni di euro), Puglia (1,3 milioni), Sicilia (415 milioni), Basilicata (110 milioni, di cui 88 milioni in provincia di Matera e 22 in provincia d Potenza) e in crescita sia pure sotto la media nazionale. Anche se nei primi nove mesi del 2015 l’80% dell’export si concentra in cinque regioni del centro-nord segnali positivi e di tenuta vengono dal Sud e nello specifico da alcune province. E’ quanto si rileva dal rapporto “Made in Italy nei settori di mpi nei primi mesi 2015” realizzato da Confartigianato.
Su base annua (IV trimestre 2014-III trimestre 2015) l’export nei settori di Micro e Piccola Impresa (MPI) vale 114,7 miliardi di euro, pari al 7,1% del Pil. Nei primi 9 mesi del 2015 l’export dei settori di MPI cresce di 3.132 milioni di euro, pari al +3,8% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, a fronte di un aumento del 4,1% registrato dal Manifatturiero. Nonostante nelle regioni del Sud permangono situazioni “a macchia di leopardo”, abbastanza differenziate per risultati, persino a livello provinciale per ciascuna regione e nonostante la quota del 10% di esportazioni complessive dal Mezzogiorno, c’è la conferma che le piccole imprese e con esse quelle dell’artigianato sono in prima fila nella corsa del made in Italy sui mercati internazionali”. E’ il commento di Rosa Gentile, vice presidente nazionale Confartigianato con la delega Mezzogiorno, aggiungendo che “nonostante i numeri ridotti le piccole imprese si confermano ambasciatrici dell’alta qualità made in Italy e componente fondamentale dell’economia italiana. Il sistema economico e produttivo italiano, ricco anche di micro e piccole imprese, è un modello adatto allo sviluppo che va sostenuto e accompagnato”.
A tenere alta la bandiera made in Italy nel mondo sono soprattutto i prodotti alimentari che mostrano un aumento del 5,9% del valore delle esportazioni. Bene anche i settori dei mobili (+5,6%) e dei prodotti in metallo (+4,3%).
“In Italia – continua Gentile – abbiamo migliaia di aziende che avrebbero il potenziale per esportare, ma che non lo fanno perché troppo limitate nelle dimensioni e competenze finanziarie. E proprio nel Sud Italia opera gran parte di queste aziende: realtà di micro e piccole dimensioni, che realizzano prodotti d’eccellenza, spesso di nicchia, e che necessitano solo del giusto supporto per poter emergere, anche a livello internazionale. L’artigianato – aggiunge – è il ‘cuore’ della tradizione manifatturiera italiana ma è anche motore di innovazione tecnologica. Occorrono però sostegni adeguati che possono venire da tutte le Regioni del Sud dalla programmazione comunitaria 2014-2020 favorendo la internazionalizzazione delle pmi specie dei settori manifatturieri dove operano in modo diffuso imprese che incorporano il “valore artigiano”, caratterizzato dalla predominanza di alcuni caratteri e in particolare: rielaborazione della struttura e composizione delle materie prime – tra le principali quelle alimentari, pietre, tessuti, metalli, vetro e ceramica, legno e plastica – combinando in differenti matrici tecnologiche prodotti artigianali caratterizzati da creatività, innovazione ed originalità; la realizzazione dei prodotti è fondata sulle conoscenze della tradizione e caratterizzata da un forte legame con le risorse – umane e materiali – del territorio. La produzione manifatturiera artigiana interpreta in modo originale l’abbinamento di materiali e tecnologie, con lavorazioni a regola d’arte che garantiscono un prodotto ben fatto e di elevata qualità, grazie al talento delle risorse umane presenti nelle imprese artigiane, alla trasmissione delle conoscenze resa possibile da processi formativi on the job e dal passaggio generazionale nelle imprese familiari; tali caratteri sono associati ad un crescente utilizzo delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione”.
Gen 16