Nel “Family Day” promosso da associazioni, movimenti, soggetti sociali impegnati nella promozione e difesa della famiglia naturale sono curioso di verificare come si schiereranno tanti esponenti del Pd lucano (anche di governo regionale) che continuano a tenere un comportamento “ambiguo” in materia di unioni civili ed adozioni da parte dei gay. Lo afferma Giuseppe Potenza, segretario regionale DC-Libertas Basilicata. Pur essendo una manifestazione apolitica e aconfessionale, non si può né ignorare e né sottovalutare – aggiunge – che l’87% degli italiani è contrario alle adozioni gay” “e all’equiparazione delle unioni civili con il matrimonio”. E’ il caso di ricordare l’iniziativa della Conferenza Episcopale di Basilicata, con il protagonismo delle associazioni dei laici, sul tema della famiglia ha avuto il grande merito di riconoscere che la famiglia è centrale per lo sviluppo della nostra regione, e non in fondo all’agenda politica ed economica o, peggio ancora, come qualcuno ritiene, una “questione di scarsa attualità”. Non so se iniziative come la mozione a favore della “parità assoluta” dei diritti e del riconoscimento dei diritti per le lesbiche, i gay, i bisex e trans, sia un’azione isolata o se invece – continua – trova terreno fertile nel Pd che dovrebbe manifestare ben altro impegno sulla difesa dell’identità sociale e culturale della famiglia attraverso concreti provvedimenti amministrativi che la giunta regionale e quelle comunali devono e possono mettere in campo in base alle urgenze del territorio, come sollecitano da tempo i Forum locali delle associazioni familiari. Prima di pensare ad una Rete Ready e a Sportelli di ascolto e accoglienza per gay e trans ci sono proposte ed idee in proposito di semplice attuazione e in buona parte a costo zero come ad esempio l’approvazione di una normativa organica per la famiglia, che superi la frammentazione di leggi e provvedimenti in gran parte datati e perciò inadeguati in quanto solo di mero assistenzialismo, l’istituzione di un assessorato apposito o comunque di un Ufficio a livello di Dipartimento Politiche Sociali e della Persona , l’introduzione della valutazione di impatto familiare, politiche tariffarie o sulla casa che superino le pesanti penalizzazioni provocate dall’introduzione del nuovo Isee, il contrasto alla povertà. Scelte concrete per difendere e promuovere la quotidiana esperienza di vita delle famiglie. Le difficoltà delle famiglie in tempi di crisi – afferma ancora Potenza – devono incidere significativamente sulle priorità delle politiche regionali in materia di welfare, senza trincerarsi dietro l’alibi dei fondi insufficienti. Tra le urgenze richiamate oggi dai cattolici, netta è la richiesta di politiche di supporto all’occupazione giovanile, di servizi ed aiuti alle famiglie per i bambini, gli anziani, i disabili. Da dove ripartire, dunque per nuove politiche 2016 a favore della famiglia ? Dal fatto che il tema dei «valori non negoziabili» – continua – è spendibilissimo, e non di retroguardia, a condizione che venga presentato nel modo giusto. I «valori non negoziabili» non hanno un carattere prioritariamente religioso, ma fanno riferimento alle delicatissime ricadute politiche di alcuni principi antropologici fondamentali, che, anche se molti in Italia non se ne sono ancora accorti, sono da anni il cuore dei più accesi dibattiti nei principali Paesi del mondo. E’ su questo terreno che si misura – conclude il segretario DC-Libertas – il livello di sensibilità sociale di un governo regionale che pure si richiama al pensiero cattolico e riformista e di esponenti del Pd che evidentemente dimostrano grande confusione parlando di unioni civili e adozioni gay in nome di quello stesso pensiero secondo il quale, al contrario, ladifesa della famiglia e del diritto di ogni bambino si basano sull’avere una mamma e un papà.
Gen 16