Alfonso Ernesto Navazio, già consigliere regionale della Basilicata in una nota chiede di conoscere la posizione della Regione Basilicata dopo l’approvazione da parte del Governo di un provvedimento (c.d. decreto legislativo depenalizzazioni) che depenalizza alcuni reati che possono essere commessi dalle strutture autorizzate a coltivare marijuana per motivi terapeutici.
Di seguito la nota integrale inviata alla nostra redazione.
Navazio: “A che punto siamo con l’utilizzo delle droghe leggere e della cannabis per motivi terapeutici?”
La scorsa settimana il paese Italia è tornato a parlare della liberalizzazione e depenalizzazione dell’uso delle droghe leggere e della cannabis in speciale modo per motivi terapeutici.
Il governo ha approvato un provvedimento (c.d. decreto legislativo depenalizzazioni) che depenalizza alcuni reati che possono essere commessi dalle strutture autorizzate a coltivare marijuana per motivi terapeutici.
In Basilicata, dopo aver depositato un progetto di legge specifico (pdl 3/2012 del 13 maggio 2012) nella IX legislatura e dopo averne condiviso il testo nella successiva legislatura con il consigliere regionale Mollica, il Consiglio regionale approva legge regionale n.16/2014 “ Disposizioni in materia di utilizzo di farmaci cannabinoidi nell’ambito del Servizio Sanitario Regionale”.
Legge che venne salutata come un atto di civiltà.
Peccato che la Regione Basilicata risulti inadempiente e preferisce, ancora oggi, #perderetempo, mortificando i tanti, malati e non, che ci hanno creduto.
La Regione Basilicata, nonostante i buoni propositi della legge, avrebbe dovuto:garantire l’uso dei farmaci cannabinoidi (art1), promuovere campagne di comunicazione e informazione relative alle finalità della legge (art.9 comma1), promuovere campagne di informazione e di sensibilizzazione nei confronti degli operatori sanitari circa l’appropriatezza prescrittiva in funzione della patologia clinica dolorosa (art.9 comma2).
Inoltre, doveva emanare entro il 15 gennaio 2015 un regolamento attuativo (art.7) che definisse gli indirizzi procedurali ed organizzativi della legge stessa.
Ovviamente a costo zero per le finanze pubbliche (art. 10)
Niente di tutto questo.
La nostra regione, oggi, non garantisce l’utilizzo dei farmaci cannabinoidi, per finalità terapeutiche.
La nostra regione non promuove la cultura della lotta contro il dolore e il superamento del pregiudizio relativo all’utilizzazione dei farmaci per il trattamento del dolore.
E’ vergognoso che una sostanza che cura diverse malattie, o quantomeno allevia in maniera significativa il dolore, non possa esser prescritta.
Per la nostra regione “i dolori leggeri concedono di parlare, i grandi dolori (purtroppo) rendono muti”(Seneca)
Non vogliamo più restare muti!!!!
Melfi, 19 gennaio 2016
Alfonso Ernesto Navazio, già consigliere regionale