“Il bene si fa, ma non si deve vedere, perché altrimenti si sciupa”. Era questo il motto di Gino Bartali, uno dei più importanti nomi nella storia del ciclismo che, durante la seconda guerra mondiale, salvò oltre 800 ebrei, trasportando documenti falsi in sella alla sua bicicletta. A raccontare ai giovani studenti dell’Istituto Comprensivo “G.Pascoli” di Matera, la storia di Gino, detto anche “Ginettaccio” per il suo carattere spigoloso, è stato lo scrittore e illustratore Antonio Ferrara, autore del libro “La corsa giusta”. L’incontro con l’autore ha visto coinvolta la scuola media con le classi III F, accompagnati dalla docente Angela Festa, la III A accompagnata dalla docente Marisa Filice, le classi II C, II G e II F, accompagnate dalle docenti Adriana Cancelliere e Grazia Tantalo. Autore di numerosi libri per ragazzi, Antonio Ferrara ha voluto presentare, attraverso la figura di un campione dello sport e di un uomo coraggioso, che ha rischiato la vita chi veniva ingiustamente perseguitato, la storia del popolo ebreo e di tutte le persone che hanno rischiato le loro vite per salvare i valori in cui credevano. “Bartali – ha spiegato l’autore – non si è mai arreso; aveva coraggio da vendere e non mollava mai, nonostante le numerose situazioni difficili della sua vita: la morte del fratello Giulio, l’avvento della guerra, durante la quale nascose una famiglia ebrea, la morte, appena nato, del primo figlio, un grave incidente automobilistico”. Nel 2013 Gino Bartali è stato dichiarato Giusto tra le Nazioni, il più alto riconoscimento dello Stato di Israele per i non ebrei. “ Mi è venuta la voglia di parlare di questo grande uomo – ha proseguito Ferrara – nel momento in cui ho saputo di questo riconoscimento. Bartali con l’alibi dello sport, fingendo allenamenti continui nascondeva nel telaio della sua bicicletta carte d’identità false, salvando centinaia di ebrei. Non aveva mai parlato di questo suo lavoro sommerso, ma aveva agito sempre in solitudine e segretezza; un grande persona che ha dimostrato come si può diventare grandi uomini, non solo di sport”. I ragazzi, incuriositi e interessati al racconto, hanno interagito con l’autore che ha voluto concludere l’incontro con la frase “ciascuno cresce solo se è sognato, tratta da una poesia di Danilo Dolci”. “ Dovete sempre credere in voi stessi, – ha concluso Ferrara- perché molte volte la visione che l’essere umano ha di se stesso non corrisponde alla realtà percepita dagli altri; è importante che qualcuno ti sogni per come sarai, non solo per come sei”. Soddisfatto anche il dirigente scolastico Michele Ventrelli che ha evidenziato come questo tipo di iniziative non solo portano a riscoprire il piacere della lettura, ma anche a farci riflettere sui i veri valori della vita.”
Mariangela Lisanti
L’Istituto comprensivo Pascoli incontra l’autore Antonio Ferrara
Una mattinata piena di emozioni, un confronto interattivo, risate ma anche riflessioni: è stato questo, e molto altro, “L’incontro con l’autore” che ha visto la presenza dello scrittore Antonio Ferrara nel Piccolo Teatro dell’Istituto Comprensivo “Giovanni Pascoli” di Matera. L’autore ed illustratore, amatissimo dai lettori italiani di ogni età, insignito nel 2012 del Premio Andersen per la letteratura per ragazzi con il libro “Ero cattivo”, ha incontrato gli alunni di cinque classi della scuola media, per raccontarsi nella sua esperienza di scrittore, ma soprattutto per coinvolgerli, per far capire loro l’importanza della lettura non solo come “passatempo culturale”, ma anche come strumento ideale per guardarsi dentro e per guardare la realtà. Le storie narrate da Ferrara (“non siate formali -ha detto ai ragazzi- non datemi del “lei”: chiamatemi Nino”) ruotano su problemi di attualità, sulla difficoltà di essere adolescenti oggi, sui tanti ostacoli che, nel proprio percorso di crescita e maturazione, ogni ragazzo può incontrare. “Batti il muro” e “La corsa giusta” sono i libri che le classi II C, II F, II G, III A e III F hanno letto prima di incontrare Ferrara, commentandole in aula con i loro docenti di Italiano; ma tante altre opere hanno toccato il cuore di moltissimi giovani lettori. Perché Ferrara sa parlare ai ragazzi, con le parole, i sorrisi, le pagine dei suoi libri; perché conosce i loro linguaggi, i loro sogni, le loro paure.
“Leggete e scrivete – ha detto, prima di andar via, ai suoi giovanissimi fans – leggere fa bene all’anima, ci proietta in altri luoghi, in altri mondi; scrivere è un balsamo per ogni ferita. Se avete un dolore dentro, anche grande, del quale non riuscite a parlare con nessuno, scrivetelo: basta una pagina di diario. Così tutte le emozioni, anche le più negative, quando le scriverete e le rileggerete, vi sembreranno meno pesanti, e riuscirete ad andare avanti superando meglio tutti gli ostacoli”. Grande l’entusiasmo che ha preso i ragazzi della “Pascoli” dopo quest’incontro. “Antonio è un uomo sensibile, molto brillante, ma modesto, con il quale siamo stati bene, e abbiamo parlato di tanti argomenti, compresi i pericoli nei quali i ragazzi della nostra età possono incappare”, commenta Uccio Santeramo. Gli fanno eco Davide Taccardi e Maria Lucrezia Lasalvia: “Conoscendo la sua fama e i suoi successi, immaginavamo di incontrare uno scrittore “vip”, pieno di sé, un po’ montato, che magari ci avrebbe guardato con aria di superiorità. Invece è stato tutt’altro, una persona amabile che ci ha travolti con la sua simpatia”. “Abbiamo anche scoperto – prosegue Nicola Nota – che molte delle storie che Nino racconta nei suoi libri sono vicende vere, accadute a personaggi reali, anche se lui, come nel caso di “Batti il muro”, il libro che ci ha tanto coinvolto, le romanza un po’”. “Quando si incontra uno scrittore come Antonio – conclude Francesca Lorusso – si capisce il valore della lettura: grazie ai suoi romanzi possiamo “vivere” storie emozionanti, coinvolgenti, adatte alla nostra età ma nello stesso tempo profonde e toccanti”. Ed Enrico Plati, nella massima semplicità, racconta così la “passione” che i libri di Ferrara possono scatenare nei lettori: “Leggo, leggo e rileggo. “Enrico, è pronto il pranzo, vieni!”. Ma io leggo, ancora. “Posa quel libro, vieni a mangiare, Enrico”. “Un attimo, mamma, finisco questo capitolo!”. Non riesco a smettere…è troppo coinvolgente la trama!”
La fotogallery dell’incontro con l’autore