Pio Abiusi per conto dell’ Associazione Ambiente e Legalità torna ad occuparsi della vicenda che in questi giorni coinvoge lo stabilimento Italcementi dopo la richiesta del Movimento 5 Stelle di non consentire allo stabilimento di bruciare ulteriori tonnellate di rifiuti. Di seguito la nota integrale.
Pio Abiusi (Associazione Ambiente e Legalità): “Italcementi, una storia infinita fatta di disinformazione”.
Che Italcementi bruci qualcosa per alimentare i suoi forni è risaputo, lo sanno anche i bambini.
Non è una fabbrica di cioccolatini e come ogni impianto che brucia qualcosa per produrre qualcosa inquina, chi più chi meno , dipende delle tecnologie adottate. E’ un impianto che brucia per produrre cemento e non energia elettrica non è, quindi, un co-inceneritore; non è un inceneritore perchè questo ultimo brucia rifiuti a temperature piu’ basse e con una permanenza dei rifiuti nei forni molto piu’ ridotta, al punto , questi si, da produrre diossine. Ripetere queste cose da tre anni è diventato un tormentone stucchevole.
Italcementi dal 2007 al 2010 ha ammodernato tecnologicamente il suo impianto per renderlo più competitivo e meno inquinante, se non l’avesse fatto oggi sarebbe fuori mercato.
Oggi l’impianto è autorizzato a bruciare fino a 12.000 tonn di rifiuti includendo anche i PFU – Pneumatici Fuori Uso- che non debbono contenere cloruro, sostanza che bruciata è particolarmente nociva. Brucia , poi, Pet-Coke che è lo scarto dell’oro nero tanto da guadagnarsi il nome di “feccia del petrolio”, sostanza pericolosa che deve essere maneggiata con “cura”. Per produrre 746 mila tonn di clinker , Italcementi deve bruciare 70 mila tonn di Pet-Coke,la società propone di bruciare fino a 60 mila tonn di PFU e CSS e ridurre la quantità di Coke utilizzato. Tutto qui! è una sostituzione di combustibile con un rapporto pari , all’incirca a 2/3 del potere calorifico in cui due di Coke equivalgono a 3 degli altri. Per concludere non stiamo parlando di inceneritore ma di sostituzione di combustibile in un cementifico e si può permettere di utilizzare solo 45/50 mila tonn. di CSS.
Il CSS- Combustibile Solido Secondario- si ottiene a valle della raccolta differenziata. Dopo aver diviso per benino tutto quello che va a riuso e la parte umida, c’è una parte finale, circa 25%, che va in un buco chiamato discarica; ci andrebbe di dettagliare una discarica e della sua capacità di inquinare ma anche un bimbo, specie materano, ormai ne è a conoscenza. Sulle ceneri pesanti non pericolose -CER 19.01.12- è già stato detto. Tutti conoscono ormai tutto di questo tormentone che va avanti ormai da 3 anni. Proviamo ad introdurre elementi nuovi che nel frattempo accadono malgrado lo sterile tiro alla corda. Ad Italcementi e non solo ma anche alla Cementeria di Barile bisogna dare una nuova AIA per l’adeguamento alle conclusioni BAT – le migliori tecnologie possibili-di cui alla direttiva 2010/75/UE del Parlamento europeo e del Consiglio relative alle emissioni industriali per il cemento , la calce e l’ossido di magnesio, esse sono state recepite dal D.Lvo 4-3-14-n.46 oltre che alla autorizzazione ad usare in una certa quantità di CSS come combustibile. Con la nuova AIA si ridurranno alcuni valori emissivi e sarà imposto un piano di monitoraggio più stringente. I limiti emissivi dell’ossido di azoto e delle polveri possono e debbono essere ridotti. Nell’AIA rientrerà il piano di monitoraggio previsto dal protocollo d’intesa firmato ad Ottobre del 2011 e che ha prodotto tre campagne di monitoraggio- pubblicate sul sito dell’Arpab- e l’installazione di due centraline fisse denominate Italcea in prossimità del centro visite del Parco e che serve per rilevare il bianco perchè sistemata sopravento e l’altra centralina detta Italcava posta nella cava di calcare -sottovento-. Quanto detto significa, anche, che Italcementi è sottovento rispetto a Matera. Dopo un sofferto iter le centraline dell’aria dal Marzo 2013 sono state installate e sono operative ma… non riescono a trasmettere i dati al CMA – Centro di Monitoraggio Ambientale – dell’Arpab che è una “sola”e per il quale è previsto nuovo personale tecnico, hupgrade tecnologico, formazione e costi di manutenzione ordinaria. In attesa che tutto questo avvenga nel corso di questo secolo i dati che le centraline trasmettono ormai da un anno possono essere attestati sul sito del Comune. Senza volersi dilungare diciamo che stessa sorte dovrà toccare alla Cementeria di Barile in termini d concessione della nuova AIA sia per i limiti di emissione che oggi sono notevolmente difformi da quelli concessi ad Italcementi sia come piano di monitoraggio infatti oggi con l’apposito protocollo sottoscritto nel 2014 i sindaci di Barile, Rapolla e Rionero si dedicano al giardinaggio. Occorrerà ridurre i limiti emissivi, si pensi che quelli imposti oggi per gli ossidi di zolfo sono 7 volte superiori a quelli imposti ad Italcementi e per gli ossidi di azoto sono il 40% in più e che ad Italcementi verrà richiesta una ulteriore riduzione di circa il 40% per i limiti relativi agli ossidi di azoto. Per compiutezza diciamo anche che Italcementi è autorizzato a produrre 746 mila t/a di clinker e la cementeria di Barile 594 mila e può già utilizzare 25 mila tonn di CSS come combustibile.
Consigliere comunale del PSI Michele Lamacchia sul caso Italcementi
E’ doveroso premettere che tutti hanno il diritto e il dovere di preservare e salvaguardare l’ambiente in cui vivono e di vigilare affinchè vengano rispettate le norme non solo legislative ma anche di buon senso. La richiesta di Autorizzazione Integrata Ambientale presentata dalla Società Italcementi già nel 2013 sta determinando nella opinione pubblica degli allarmismi inutili, che fomentati ad arte, stanno avendo il risultato di far perdere di vista la verità. E’ comunque almeno utile che coloro che hanno il compito di amministrare e governare i processi non si lascino coinvolgere dall’emotività al fine di mantenere adeguata lucidità per non cadere in logiche populistiche che nulla hanno a che fare con quelle che sono le funzioni a cui si è chiamati. Chi afferma che la Italcementi, con la autorizzazione ad utilizzare al posto di Petcoke e pneumatici triturati i Combustibili solidi secondari (CSS) si trasformerebbe da cementeria a inceneritore dice una falsità grave, lancia notizie fuorvianti e crea ad arte allarmismi nella popolazione. Fanno bene i Consiglieri Comunali a chiedere a questa Amministrazionedi prendere una posizione chiara nei confronti degli inceneritori. Probabilmente chi ha responsabilità di governo dovrebbeautorevolmente e pubblicamente rimarcare la differenza tra inceneritore e cementeria per evitare che vengano veicolate informazioni fuorvianti. I primi bruciano materiali di diverso genere producendo ceneri da smaltire ed emissioni in atmosfera. Le Cementerie utilizzano combustibili ben definiti per produrre clinker ed emissioni controllate in atmosfera e non producono ceneri da smaltire. Qualcuno farebbe anche bene a ricordare che alcuni anni addietro l’Italcementi fu autorizzata dall’Amministrazione Comunale a realizzare una torre di oltre novanta metri, costata oltre 100.000,00 di euro, per abbattere i fumi e le emissioni in atmosfera e rimanere cosi al disotto dei parametri imposti dalla Comunità Europea. Quindi sarebbe necessario quantomeno un minimo di chiarezza e di onestà intellettuale per affrontare con serietà e senza allarmismi questioni legate all’ambiente che stimolano molto facilmente emotività nell’opinione pubblica.
MEDICI CONTRO – I Medici per l’ambiente, invece, dicono no ai rifiuti, anche se trattati, usati come combustibile nei cementifici. «Studi scientifici internazionali hanno dimostrato che la combustione di rifiuti nei cementifici comporta una variazione delle emissioni, in particolare di diossine, composti organici clorurati e metalli pesanti, e la produzione di diossine è direttamente proporzionale alla quantità di rifiuti bruciati». Da Medicina Democratica (Md), movimento di lotta per la salute, fanno notare che il risparmio energetico ottenuto bruciando rifiuti è minore di quello dichiarato: «I cementifici vogliono i rifiuti non perché “risparmiano” combustibili fossili, ma per i guadagni connessi allo smaltimento. Viene detto che i cementifici distruggono i rifiuti con la stessa efficacia di altri impianti di smaltimento», aggiunge Md. «Secondo l’Ente di protezione ambientale Usa (Epa), i cementifici americani sono la seconda fonte di diossine e furani dopo gli inceneritori per rifiuti urbani, grazie alla scelta di utilizzarli per bruciare rifiuti industriali (in particolare solventi e simili). L’Epa ha inoltre stimato emissioni di diossine pari a 0,29 nanogrammi per kg di clinker prodotto nei cementifici che non utilizzano rifiuti come combustibili e di 24,34 nanogrammi/kg nei cementifici che usano rifiuti come combustibile».
Pio Abiusi spesso si schiera dal lato sbagliato e viene usato dai padroni del vapore.
il lupo perde il pelo ma non il vizio. io ti comprendo altri forse no!
Intanto non vi è alcuna normativa che obblighi a produrre CSS solo dal residuo di rifiuti non differenziabili. La normativa di riferimento, che consiste nel DM 14 febbraio 2013, n. 22 dispone semplicemente che il CSS è utilizzabile come combustibile se rispetta dei limiti (piuttosto larghi) che fanno riferimento a tre parametri (potere calorifero, concentrazioni di cloro e di mercurio), per mezzo dei quali peraltro il CSS viene classificato in diverse classi.
Perciò, nel CSS vanno gli stessi rifiuti che altrimenti andrebbero in discarica (a parte, come abbiamo visto, i materiali non combustibili), basta solo che il CSS così prodotto rientri nei limiti individuati dal suddetto decreto.
E’ chiaro che, se la raccolta differenziata è efficiente, sarà minore il quantitativo di rifiuti che va in discarica o nel CSS; viceversa, se la raccolta differenziata è scarsa o assente, nelle discariche o negli inceneritori vanno più rifiuti ovvero più CSS.
Fare correttamente la raccolta differenziata è un dovere civico di tutti e dovere degli enti preposti sarebbe quello di rendere possibile ed agevole ai cittadini farla. Purtroppo però sappiamo tutti che nella realtà dei fatti una gran quantità di materiale differenziabile (plastico e non) viene comunque conferito quotidianamente nei comuni cassonetti dell’immondizia indifferenziata.
D’altro canto, se la raccolta differenziata venisse fatta al massimo, come noi auspichiamo, verrebbe risolto il problema della congestione delle discariche e gli inceneritori stessi non avrebbero alcun senso.
Vi è quindi il fondato sospetto che l’uso del CSS sia la prospettiva di una raccolta differenziata poco efficace e disincentivi la raccolta differenziata da parte degli enti predisposti. Quindi, da qualsiasi punto di vista la si guardi, nella realtà dei fatti è evidente come l’utilizzo del CSS sia ALTERNATIVO ad una buona raccolta differenziata e viceversa. Ad ogni modo, anche nella remota ipotesi che l’uso di CSS riesca a “convivere” con una raccolta differenziata spinta al massimo a fare la parte del leone nel CSS sarebbero sempre materiali plastici o in gomma. Infatti, gli oggetti “misti” costituiti da plastica e gomma, i piatti e le posate di plastica usate, le videocassette, ecc… non sono conferibili nella raccolta differenziata, bensì obbligatoriamente nel residuo indifferenziato! Ma c’è di più, la presenza di materiale plastico nel CSS non è un “incidente di percorso”, bensì un fatto deliberatamente auspicato dai produttori ed utilizzatori di CSS come combustibile: infatti sono proprio i materiali plastici (o comunque i derivati dal petrolio) a dare al CSS quel potere calorifero che viene sfruttato a fini energetici. Tanto che la normativa consente addirittura che per la produzione di CSS vengano utilizzati, fino al 50% del suo totale, anche materiale plastico, gomma sintetica e pneumatici provenienti niente meno che…dalla raccolta differenziata! In altre parole, se la raccolta differenziata è stata così efficiente da rendere il CSS residuo troppo povero di materiale plastico, gomma e pneumatici, allora i produttori di CSS possono recuperarne altro da quello che i cittadini hanno già diligentemente differenziato! Concludendo, a conti fatti vale quello che abbiamo detto prima ovvero che l’impatto ambientale del CSS è, in ogni caso, del tutto comparabile con quello dell’incenerimento dei rifiuti solidi urbani presi nel loro insieme. E questo vale anche nell’ipotesi in cui la raccolta differenziata venisse fatta a dovere.
Ci sono pro e contro in tutto, ma già sapere che a pochi passi da Matera ed in pieno Parco delle Murge si bruciano Pneumatici PFU, lascia inorriditi, sentiamo noi la notte la puzza acre che arriva nelle nostre case e che facciamo respirare ai nostri bimbi. Piuttosto usate energia elettrica come la usiamo e paghiamo noi, fotovoltaico e pale eoliche, invece di inquinare il parco dove pascolano le nostre belle podoliche.
E fu così che l’ambiente e la legalità si piegarono alle logiche industriali generando una gran bella ecoballa.
Mi chiedo se al Sig. Abiusi sia mai capitato, passando da piccianello (per esempio) di avvertire quell’odore acre e pungente. O di trovarsi la mattina presto dalle parti di venusio quando le campagne circostanti sono ricoperte da una bassa nuvolaglia nero-rossastra… come ho già documentato un paio di volte a questo gentile sito di informazione locale, salvo poi essere ignorato.
La disinformazione continua a farla Pio Abiusi. E da anni, purtroppo. I cementifici che bruciano rifiuti (CSS) sono da 3 a 7 volte “peggio” degli inceneritori “classici”. Basta studiare un pò per apprenderlo: ecco qui alcuni dati tratti dalla relazione del dott. Di Ciaula: https://twitter.com/ffilippetti/status/690120048254541825/photo/1?utm_source=fb&utm_medium=fb&utm_campaign=ffilippetti&utm_content=690120048254541825. Abiusi (nomen omen?) per favore, il tema è molto serio. Ha una diretta correlazione con la salute nostra e dei nostri cari. Lei che dice di sostenere “ambiente e legalità”, se proprio vuole fare una cosa davvero utile, oltre che buona e giusta firmi l’appello scritto a quattro mani dalla dott.ssa Gentilini e dal “nostro” caro e bravissimo dott. Agostino Di Ciaula: https://www.change.org/p/presidente-della-repubblica-appello-al-presidente-mattarella-per-difendere-salute-ed-ambiente?recruiter=38447824&utm_source=share_petition&utm_medium=copylink.