Margherita De Francesco, Responsabile Dipartimento per la Vita, la Famiglia e le Confessioni Religiose Fdi AN Basilicata: “Fratelli d’Italia ha aderito al “Family day” organizzato dal comitato “Difendiamo i nostri figli”. Di seguito la nota integrale.
In questi anni assistiamo a un preoccupante aumento degli attacchi alla famiglia. Da un lato, le istituzioni pubbliche non sembrano più riporre fiducia in questo istituto antichissimo e fondativo della stessa società civile, e non si preoccupano di venire incontro alle esigenze di chi, soprattutto giovani, spesso non è nelle condizioni di affrontarne l’impegno economico a causa dei cambiamenti sociali; dall’altro lato, istituzioni pubbliche e private, anche internazionali, portano avanti, sul presupposto della tutela del c.d. “diritti civili”, una battaglia culturale diretta allo svuotamento e svilimento dell’istituto familiare. L’equiparazione della famiglia a tutte le unioni affettive, l’allargamento dell’adozione dei minori alle coppie omosessuali, l’attacco all’educazione dei giovanissimi, indottrinati da un esasperato individualismo ed edonismo fin dai primi anni, l’abbandono sistematico degli anziani a sé stessi, la progressiva accettazione sociale della soppressione dei deboli e dei malati, sono tutti effetti di un decadimento culturale che colpisce la famiglia non solo nel nostro paese, purtroppo, ma nella maggior parte dei paesi più ricchi del mondo. Paradossalmente, questa corsa verso la declinazione estrema del pensiero liberale, l’individualismo più radicale, è sostenuta più di tutti da una sinistra culturalmente in stato confusionale, che ha dimenticato i diritti dei lavoratori (ed anzi, se ne fa spesso attiva demolitrice) e le tutele degli emarginati (che con la crisi stanno raggiungendo numeri impressionanti) per farsi paladina di inediti diritti morali la cui unica sostanziale novità è di sostituire la società civile come ci è stata tramandata con una comunità di individui senza legami stabili e senza tradizioni. Su questi temi, che sempre di più nei prossimi anni diverranno terreno di scontro ideale in tutto il mondo, noi chiediamo che sia aperto un dibattito serio e rispettoso di tutti: la nostra società non può vivere senza la cultura dell’istituto familiare; senza l’interposizione della famiglia tra i singoli e le istituzioni (si badi, non solo pubbliche), infatti, la società diventa un campo di battaglia in cui l’unica regola è il denaro e il potere. Senza famiglia non esistono più valori, non esiste più la solidarietà né la tradizione, non esiste più la cultura. Nei paesi del nord Europa, che prima di noi hanno adottato leggi dirette non tanto a tutelare le necessità degli omosessuali (già giustamente tutelate nel nostro ordinamento, insieme a quelle di tutti i cittadini), ma a dissolvere in vari modi l’istituto della famiglia, già si vedono i deleteri effetti di una società che non ha tutelato gli stabili legami di sangue: il prevalere demografico delle minoranze, la debolezza culturale e la deresponsabilizzazione collettiva, la sterilità creativa delle classi dirigenti, sono i sinistri sintomi, crediamo, di una civiltà in affanno. Noi non abbiamo la ricetta, come non ce l’ha nessuno, per i problemi del terzo millennio. Ma possiamo portare il nostro contributo al dibattito e allo scambio di idee. Chiediamo solo di essere ascoltati: l’attacco alla famiglia del ddl Cirinnà è una mossa sbagliata che il governo italiano sta per fare, le cui conseguenze le pagheranno i nostri discendenti. Siamo confortati nelle nostre idee dalla Chiesa di Francesco e da millenni di storia. Bisogna far tornare la famiglia al centro della società: servono sostegni economici per i giovani che intendono sposarsi e fare figli, serve un piano nazionale di edilizia popolare, servono garanzie ai lavoratori, serve soprattutto che alla famiglia sia riconosciuto il superiore compito di non essere un semplice “stare insieme” tra due persone, ma di costituire un patto, spesso drammatico e sempre impegnativo, di reciproco sostegno morale e materiale e di perpetuazione della cultura.
La famiglia è l’unica emergenza, lo Stato non può ignorarlo.