Per il Ministero della salute la rete ospedaliera e la sua riorganizzazione in tutto il territorio nazionale, ivi compresa l’area Val d’Agri, costituiscono una priorità per il Servizio sanitario nazionale e, come tale, sono state previste nel Patto per la salute 2014-2016. Lo ha detto il sottosegretario alla Salute Vito De Filippo partecipando a Moliterno ad un incontro-dibattito sui temi dei servizi sanitari territoriali e nello specifico argomentando le ragioni perché l’ospedale di Villa d’Agri possa essere valorizzato come Pronto Soccorso Attivo nell’ambito del Sistema sanitario della Regione che, autonomamente, sta procedendo alla riorganizzazione della rete ospedaliera. I criteri di riorganizzazione a cui fare riferimento – ha ricordato De Filippo – vengono forniti dal decreto interministeriale 2 aprile 2015, n. 70, contenente il “Regolamento recante definizione degli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi all’assistenza ospedaliera”, in attuazione dell’articolo 15, comma 13, lettera c), decreto-legge 6 luglio 2012, n. 95, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n. 135, che richiama l’articolo 1, comma 169, della legge 30 dicembre 2004, n. 311, decreto predisposto dal Ministero della salute e oggetto di Intesa in sede di Conferenza Stato-Regioni in data 5 agosto 2014. Tale Regolamento ha lo scopo di avviare il processo di riassetto strutturale e di qualificazione della rete assistenziale ospedaliera. Inoltre , insieme al rilancio degli interventi di prevenzione primaria e secondaria e al potenziamento delle cure primarie territoriali, il riassetto – ha aggiunto – costituisce una fondamentale linea programmatica di cui il Servizio sanitario nazionale si deve dotare per affrontare le sfide assistenziali dei prossimi anni. La razionalizzazione della rete ospedaliera, fermo restando la garanzia di una piena copertura dei bisogni assistenziali dei cittadini, ha lo scopo di rendere quest’ultima in grado di rispondere in maniera adeguata ai nuovi bisogni, contemperando la qualità dell’assistenza e la sicurezza delle cure con l’uso appropriato delle risorse, promuovendo la realizzazione di forme alternative al ricovero, quando le stesse rispondano più efficacemente ai bisogni di una popolazione anziana e/o non autosufficiente. In tale quadro,- ha affermato il sottosegretario – ogni Regione, tenendo conto delle caratteristiche del proprio territorio e dei bisogni della popolazione, è chiamata a organizzare la rete di offerta in coerenza con gli standard previsti e nel rispetto dei vincoli fissati dalla legge n. 135/2012, con riferimento alla dotazione di posti letto e al tasso di ospedalizzazione. Un’assistenza ospedaliera sul territorio dunque fondata sul concetto di rete integrata dei servizi, anche attraverso il mantenimento dei piccoli presidi ospedalieri, riorganizzati , al fine di garantire un livello di assistenza omogeneo con modelli tecnico – professionali condivisi, utilizzo di équipe integrate e percorsi assistenziali definiti. In alcune regioni si sta realizzando un modello “multi presidio”, che opera ai fini organizzativi per la tutela delle popolazioni in aree geografiche critiche, secondo specifiche “mission” aziendali e di presidio, e che potrà consentire lo sviluppo di attività fortemente integrate, trasportando il sistema verso una maggiore compatibilità assistenziale, caratterizzata da massima efficienza. C’è bisogno di
pianificazione e controllo dell’assistenza sanitaria prendono le mosse dalla necessità di assicurare che lo specifico percorso sanitario scelto per i pazienti sia quello che massimizza i vantaggi sanitari, a parità di risorse impiegate per realizzarlo. Un’ assistenza preveda la completa integrazione dei livelli di cura fra i diversi presidi ospedalieri, al fine di completare il percorso assistenziale fra l’alta intensità, la media intensità e la bassa intensità (per i pazienti post-acuti), facendo riferimento alla integrazione e multidisciplinarietà tra i diversi apporti, per far sì che i provvedimenti terapeutici messi in atto non si ostacolino ma si potenzino completandosi. Un modello orientato alla rifunzionalizzazione del ruolo dei piccoli ospedali che – ha ribadito De Filippo – continuano ad assicurare prestazioni sanitarie nel territorio, con particolare riferimento ai territori con condizioni oro-geografiche disagiate, riorganizzandosi verso una assistenza maggiormente appropriata.