In merito alla dichiarazione diffusa dal coordinatore delle associazioni dei diabetici di Basilicata, Antonio Papaleo la Asm in una nota precisa quanto segue:
– l’art. 9 ter del decreto legge 78/2015 (convertito nella legge 125/2015) prevede che i prezzi dei dispositivi medici siano determinati facendo riferimento ai prezzi unitari dei dispositivi medici presenti nel nuovo sistema informativo sanitario del Ministero della Sanita. La Asm ha bandito la prima gara ponendo a base d’asta euro 87.000 per due anni, pari al prezzo minimo del sistema ministeriale. Alla prima gara sono giunte due offerte, entrambe con un prezzo complessivo superiore e dunque incongruo;
– a questo punto la Asm ha bandito una seconda gara da 100 mila euro (prezzo medio ministeriale) su base biennale, dunque di ben 13.000 euro superiore alla prima. Questa gara è andata deserta.
– domattina, come preannunciato nei giorni scorsi, sarà pubblicata una terza gara sul Mepa (mercato elettronico della pubblicazione amm.ne), sempre ad euro 100.000 su due anni. E si spera che qualche ditta finalmente partecipi, considerato che il prezzo di 100.000 euro è completamente in linea con quello medio ministeriale. A meno che qualcuno non pretenda che la Asm faccia spending review al contrario, cioè pagando di più un prodotto.
“Non é possibile -dice il Direttore Sanitario Andrea Sacco- ricorrere ad altre aziende, ad esempio l’Asp, per la piana ragione che l’estensione della fornitura è ammessa solo quando gli appalti sono espletati da un’Azienda per sé e per le altre del servizio sanitario regionale in unione d’acquisto. Ci sembra -ha aggiunto Sacco- che l’operato degli Uffici Economato e Provveditorato sia ineccepibile, rapido, rispettoso della legge, per cui appare persino superfluo commentare dichiarazioni secondo cui l’approvvigionamento di dispositivi medici da parte di un’Azienda pubblica non deve tener conto di vincoli definiti “normative di discutibile interesse”. Una considerazione alla quale la Asm non può adeguarsi”.
Gen 25