Giovedì 29 gennaio 2016 alle ore 19 presso il cineteatro di Salandra è in programma la presentazione di “SK – SonderKommando”, cortometraggio di Nicola Ragone vincitore del Nastro d’argento 2015 e le letture poetiche di Giuseppe Ragone. Ingresso gratuito. Di seguito la scheda del cortometraggio, la filmografia di Giuseppe Ragone e le note di regia.
Durata: 18 minuti
Genere: Drammatico
Film dichiarato di interesse culturale nazionale dal Ministero dei Beni Culturali
Lingua: Italiano – Tedesco
Sottotitoli: Inglese
Formato: Pellicola 35 mm
Con Marcello Prayer e Tommaso Lazotti
E con Vittorio Viviani,
Marta Nuti, Federica Flavoni, Maximilian Dirr
E con la partecipazione straordinaria di Pietro De Silva
Regia: Nicola Ragone
Produttore Esecutivo: Pierfrancesco Fiorenza
Sceneggiatura: Nicola Ragone, Silvia Scola
Direttore della Fotografia: Daniele Ciprì
Scenografo: Fabio Vitale
Costumi: Marina Tardani
Trucco: Adriano Carboni
Montaggio: Paolo Maselli
Musica: Angelo Vitaliano
Sinossi.
Un treno, un viaggio, una meta che attende inesorabile. Due sconosciuti incrociano i loro sguardi: si cercano, si avvicinano fra la folla di un vagone che sembra un carro bestiame.
Freddo, sofferenza, addii per sempre.
Giunti alla meta la situazione separa i loro destini: il più robusto viene scelto, designato per diventare bracciante della morte in un lager nazista, un Sonderkommando.
Bio e filmografia di Nicola Ragone
Vincitore del Nastro d’argento 2015 – Miglior cortometraggio – “Sonderkommando”
Sceneggiatore, regista teatrale e cinematografico, aiuto regia. Laureato in Lettere e Filosofia all’Università “La Sapienza” di Roma, con una tesi triennale sul teatro di Giorgio Strehler e una tesi Magistrale dal titolo “La zona grigia. Voci dal Lager”, pubblicata da Edizioni Artistiche Italiane. Si forma presso il “Cineteatro” di Roma, frequentando corsi di Regia e Scrittura Cinematografica, Direzione dell’attore e Regia Teatrale. Con altri suoi collaboratori fonda l’officina culturale “Fullframe”. Inoltre collabora con il movimento teatrale “Minimo Comune Teatro”.
Approda alla scena teatrale proponendo adattamenti da testi classici e moderni. Mette in scena “Aspettando Vladimiro ed Estragone” (2009), ribaltando il testo di Beckett che racconta l’attesa nei confronti del misterioso Godot. Con la commedia “Un giudice” (2010), tratta da “La patente” di Pirandello, effettua numerose repliche nei teatri di Roma e del Lazio. In seguito si avvicina al teatro – danza firmando la regia dell’atto unico “L’asse di equilibrio” (2011). Con il progetto “Eyes”, si avvicina al simbolismo del testo “I ciechi”, di Maurice Maeterlink, proponendo uno studio sulla follia e sulla cecità. E’ un percorso in un manicomio abbandonato: spazio decadente che il pubblico esplora in modo attivo, potendo decidere il corso degli eventi. Un viaggio psichico, suddiviso in una trilogia di spettacoli itineranti: “Eyes – tragedia della vista” (2012), “Eyes – open space” (2013), “Eyes – empty space” (in preparazione). Il suo percorso giunge ad una sperimentazione visiva e scenica nella fiaba psichedelica “Studio sull’Adamo Caduto”, tratta dallo scritto di Serafino da Salandra. Una serie di proiezioni animate e create su una parete di tulle e una performance di corpi nudi in uno spazio astratto, per raccontare la cacciata di Adamo ed Eva dal Paradiso.
Al cinema, il suo esordio è il cortometraggio noir dal titolo “L’ultimo nastro” (2009). Di seguito dirige un episodio del lungometraggio “Quilty” (2010), scritto e diretto con altri 4 registi. “David Lazzaretti” (2011), è il cortometraggio in costume commissionato dall’Università “La Sapienza”, tratto dalla storia vera del predicatore di Arcidosso. Il suo successivo cortometraggio, “Oltreluomo” (2011), viene proiettato in circa 40 festival, riscuotendo numerosi riconoscimenti. E’ il racconto di una tragedia avvenuta nel buio di una miniera nel 1881. Il tunnel soffocante e senza uscita diventa metafora esistenziale e simbolo della cecità umana.
Inoltre partecipa, come aiuto-regia, alla realizzazione del documentario/backstage del film “Che strano chiamarsi Federico” (2013), diretto da Ettore Scola. Nello stesso film interpreta, come attore, il ruolo di Marcello Marchesi.
Realizza la regia del video-demo per lo spettacolo “Partitura P” (2013), di e con Fabrizio Falco, disegno luci di Daniele Ciprì.
Successivamente dirige il cortometraggio dal titolo “Sonderkommando” (2014), affresco che racconta la nascita di un amore omosessuale in un campo di sterminio. L’opera viene ritenuta di interesse culturale nazionale e quindi finanziata dal Ministero dei Beni Culturali. La sceneggiatura è di Silvia Scola, mentre la fotografia, in pellicola 35mm, è firmata da Daniele Ciprì. Gli ambienti del campo di concentramento sono stati disegnati, progettati e ricostruiti all’interno dei teatri di posa dell’Augustus color, dall’Architetto Fabio Vitale.
Nello stesso anno, firma la regia del cortometraggio “La Riva”, progetto finanziato dalla Lucana Film Commission e prodotto da Arifa Film e “Marciapiedi”, cortometraggio prodotto da Aureliano Amadei e Maiora Film per il progetto “Cinema Inventato”, con Sara Serraiocco e Petru Dorobat, con la fotografia Daniele Ciprì, in pellicola super 16 mm bianco e nero.
Approda al genere documentaristico con “Urli e risvegli” (2015), ritratto del poeta lucano ex-alcolista Carmine Donnola. Il progetto è prodotto da Ivan Brienza, in collaborazione con la Lucana Film Commission.
Collabora come assistente alla regia nell’opera lirica “La Bohème” (2015), regia di Ettore Scola, in scena al Teatro Carlo Felice di Genova, con la direzione d’orchestra del Maestro Giuseppe Acquaviva.
La sperimentazione su spazi scenici non ortodossi, l’utilizzo narrativo della luce e dei contrasti, il training con gli attori basato sullo studio di materiali teorici e sul corpo, l’utilizzo di immagini-segno, rappresentano la sua cifra stilistica.
Cinema
2009 – L’Ultimo Nastro, short movie
2010 – Quilty, feature collective film
2011 – David Lazzaretti, , short movie
2011 – Oltreluomo, short movie
2014 – La Riva, short movie
2015 – Sonderkommando, short movie
2015 – Urli e dei risvegli, documentary
2015 – Marciapiedi, short movie
Teatro
2009 – Aspettando Vladimiro ed Estragone
2010 – Un giudice
2011 – L’asse di equilibrio
2012 – Eyes, tragedia della vista
2013 – Eyes, open space
2014 – Studio sull’Adamo Caduto
Note di regia di “SK – SonderKommando”, cortometraggio di Nicola Ragone
Primo Levi avvertiva: “se è successo, potrebbe ancora succedere”. La Storia, come diceva già Vico, si ripete, e non perché si ripeta uguale negli atti, ma perché la natura dell’uomo è sempre la stessa. La natura dell’odio e della volontà di “eliminazione dell’altro” perché diverso da sé, non ci ha mai abbandonato ed è questa ragione che ci spinge oggi, nel 2013, a raccontare una storia d’amore così diversa eppure così tristemente uguale.
Un frammento lirico, un affresco che ritrae la nascita di un amore tra due uomini, due deportati in un campo di concentramento. Il viaggio, il treno, un canto da Mahler, il suono stridulo di un’armonica rompe il silenzio dei vivi. Emanuele nota Leone, lo guarda da lontano, si fa spazio tra la folla del vagone, vuole avvicinarsi attratto dal sentimento che Leone esprime attraverso le note di quello strumento trovato in tasca ad un morto ritto accanto a lui. Fasci di luce in movimento, bagliori che dall’esterno svelano l’insufficienza dei deportati ammassati in un carro bestiame. Un quadro espressionista che urla il suo messaggio, ma il grido è muto, tutto è paralizzato, nessuno parla, si risparmia il fiato, l’individualismo cresce, la potenza degli sguardi tra i due, l’unica forma di vita. Due profili in silhouette, due volti vicini, è l’amore che sboccia dove gli pare, come un fiore dal letame. Nel buio, le labbra di Leone sono ad un soffio da quelle di Emanuele, dalle grate del vagone filtra una luce che ha il sapore di un arrivo; le due silhouette si perdono nella sovraesposizione del portellone che si apre.
Caos, grida, cani che abbaiano, un inferno. Dall’alto tante teste che si dirigono fuori dal vagone.
I due destini si dividono, perdiamo Emanuele, inizia l’incubo per Leone. Un corridoio buio, grida sofferenza, smistamenti, condanne. Leone spia, conosce la mostruosità del Lager. Ma lui è diverso, il suo destino è più crudo: vittima e carnefice in egual misura, o doppiamente vittima. Ed eccolo entrare nella “zona grigia”, quella dei corvi del crematorio. E’ stato selezionato per far parte della squadra speciale dei Sonderkomamndo. Condurre i fratelli alle finte docce, rimuoverne i cadaveri a braccia dopo pochi minuti e caricarli sui carrelli da infilare nei crematori, questa la routine.
Immagini eidetiche, poche pennellate, poca luce ad illuminare gli ambienti angusti del Lager. Più che una ricostruzione, un’interpretazione e una configurazione degli spazi secondo una sensazione personale, di chi ha visto, ma non vissuto. Non si vedono corpi, tutto è riflesso negli occhi increduli di Leone. La camera gas è un ambiente oscuro, dove il non-visto evoca ciò che è presente. Lo spogliatoio, rigoroso, geometrico nell’architettura, è sporcato dal gorgo delle file di chi vive per l’ultima volta.
Nel caos generale Emanuele e Leone si scontrano di spalle, si girano … i loro due profili sono vicini come lo erano in treno, in quel bacio rimasto sospeso. Il tempo si ferma (gioia, desiderio, terrore). Un lungo momento di sospensione tra i due, gli occhi negli occhi. E invece tutto è negato da tutto. I due amanti vengono allontanati e divisi dalla folla. Il Sonder deve continuare il suo compito infame ed Emanuele deve procedere verso la camera a gas. La vista ci viene oscurata.
Ma lo sterminio continua … a tutt’oggi.
Nicola Ragone