In occasione della Giornata della Memoria pubblichiamo il messaggio inviato alla nostra redazione da Franco Lisanti, orfano di guerra e Presidente dell’Associazione Nazionale Mutilati ed invalidi di guerra di Matera.
In occasione della 71 esima Giornata della Memoria certo di interpretare i sentimenti di tutti gli appartenenti alle associazioni combattentistiche e d’arma, rivolgo un pensiero commosso a tutte le vittime dell’Olocausto. La civiltà attuale è “smemorata”, immersa come è nell’immediato e nella frenesia del futuro. “Chi non ricorda, non vive” diceva il critico letterario Giorgio Pasquali. “Là dove non esiste la memoria, il male tiene aperta la ferita”afferma Papa Francesco. Ma la memoria non deve essere conservata in una biblioteca o in uno scrigno, ma riattualizzata, perché riscaldi sempre il cuore, orienti la vita, dia senso al nostro procedere nella storia. Il ricordo delle vittime dell’Olocausto dobbiamo tenerlo sempre impresso nella mente. Deve essere per ciascuno di noi un viatico che deve sostenerci nel cammino di ogni giorno,fatto di difficoltà, di fatiche, di insuccessi, di incomprensioni e durante il quale, non deve mai abbandonarci la speranza. Quella speranza di una vittima della violenza, Anna Frank che così scrive nel suo diario: “Vedo il mondo mutarsi lentamente in un deserto, odo sempre più forte l’avvicinarsi del rombo che ucciderà noi pure, partecipe al dolore di milioni di uomini; eppure, quando guardo il cielo, penso che tutto si volgerà nuovamente al bene”.
Per celebrare la Giornata della Memoria la poetessa materana Antonella Pagano regala ai lettori di SassiLive un testo poetico che celebra Elisa Springer, scrittrice austriaca naturalizzata italiana e autrice di memorie sulla sua esperienza di deportata al campo di concentramento di Auschwitz e testimone della Shoah. Elisa Springer, alla quale fu conferita la cittadinanza materana grazie all’impegno di Filippo Zollino, è deceduta proprio nella città di Matera il 20 settembre 2004. Di seguito la lirica di Antonella Pagano
Fenicotteri di pace.
Questo sole straniero
sbandiera ancore bizzarre.
Infiorate arcobalenanti
ammantano la follìa.
Volo su fenicotteri di pace.
Han volti di donne e bambini
volano alti su prati d’un verde coraggioso.
I vulcani qui eruttano petali e soffioni
le lave accorate abbracciano il cuore
ustionato il dolore.
Sento nacchere
belati pascolanti.
Le lune volteggiano nel cielo.
Odo voci bambine
intonare canzoni dolci di fichi
odo donne con voci d’uva
odo terre sommesse
odo mari e venti
e flebili sciacquii
odo fluttuar d’ali
cospargere nuvole di zucchero
su monti coraggiosamente aguzzi.
Odo anime attonite allo sciacquio
braccia che stringono altre braccia
mani di seta gareggiar col vento.
Scrivono.
Fan memoria
perenne.mente.
Ogni anno… ogni mattino…per ogni Sole che sorge ed ogni Luna che viene a impreziosire il Cielo: Ricordo.
Ustiona il dolore ma e’ necessaria: la memoria
E’ dolore a dolore….tessitura macabra d’umana specie….ma noi donne siamo chiamate ad essere fenicotteri rosa di pace e noi uomini fenicotteri bianchi di pace. Io amo l’umanità. Chi va coraggiosamente avanti come i prati: che spuntano verdi anche dopo i nostri abominii…e le vette: che coraggiosamente puntano al cielo, solenni, nobili…eleganti.
Non solo il 27 gennaio d’ogni anno, ma tutti i nostri giorni di tutti gli anni in cui la Memoria ha da essere mantenuta accesa, lievito, corroborante di belle azioni future…lampada perenne.