Perdere il posto di lavoro per aver sbagliato il conto alla rovescia del Capodanno e per aver omesso il controllo sui messaggi in sovrimpressione in occasione dello show “L’anno che verrà”, trasmesso in diretta da Matera su Rai Uno. Questi i motivi che hanno determinato il licenziamento del capostruttura di Rai Uno Antonio Azzalini. Sia per il countdown anticipato che per i messaggi incriminati, in particolare uno inviato da Taranto in cui si augurava Buon anno aggiungendo un blasmemo “Porco Dio” con tanti punti esclamativi, i media nazionali hanno alzato un polverone di polemiche contro la Rai, che per la prima volta aveva scelto di trasmettere da una città dei Sud, Matera, già designata capitale europea della cultura nel 2019, il tradizionale appuntamento in piazza nella notte di San Silvestro con uno show di altissimo livello. Persino le associazioni dei consumatori si sono scagliate contro gli errori commessi e così dopo 26 giorni il nuovo direttore generale della Rai, Antonio Campo Dall’Orto, ha deciso di licenziare Antonio Azzalini. Il diretto interessato per respingere le accuse aveva provato a giustificare il conto alla rovescia anticipato parlando di una scelta programmata con i vertici di viale Mazzini per rubare audience alla concorrenza. Vertici che, ovviamente, hanno categoricamente smentito. L’idea di anticipare il countdown a quanto pare è stata solo sua. E prima di metterla in atto non avrebbe avvisato il direttore dello staff, Guido Rossi, che era con lui a Matera. Nè tantomeno il direttore di Raiuno Giancarlo Leone che, dopo aver appreso la notizia, è rimasto sbalordito. A distanza di un giorno davanti alla Commissione di Vigilanza, il presidente Monica Maggioni ha negato però che il licenziamento dell’ex dirigente sia una “azione dimostrativa. E’ stata solo una questione di serietà aziendale“. “La scelta di anticipare il conto alla rovescia è stata deliberata, autonoma e non condivisa da nessuno. Tutto questo rischiava di mettere in discussione la credibilità del servizio pubblico. Decidere scientemente di minare questa credibilità è stato ritenuto un atto inaccettabile. Abbiamo un’altra idea di servizio pubblico“.