L’iniziativa dei consiglieri Aurelio Pace, Luigi Bradascio ed Achille Spada su “Family Day”, la manifestazione di sabato prossimo a Roma, è significativa perché, come avevamo sollecitato nelle scorse settimane, “rompe” finalmente un silenzio politico dei consiglieri regionali che si richiamano al pensiero cattolico ma non deve fermarsi al disegno di legge sulle unioni civili e le adozioni. Essa può positivamente innescare un processo di ripresa dell’impegno intorno ai valori non negoziabili per i cattolici e al protagonismo politico di un pensiero sinora nel dibattito politico-istituzionale della nostra regione troppo subalterno ad un laicismo di moda e di circostanza”. Lo afferma il segretario regionale DC-Libertas Giuseppe Potenza che aggiunge: “ritengo che lo sforzo da campiere sia intorno al bisogno di comunità, di condivisione, di cammino comune. Una nuova voglia di stare insieme in soggetti della rappresentanza sociale, riscoprendo il valore del dialogo, del confronto e del sentirsi parte di un qualcosa che appartiene a tanti. E’ in fondo il significato – continua – di una ricerca di grande interesse condotta dall’Istituto SWG che analizza in modo scientifico gli orientamenti degli italiani e mette in evidenza che progressivamente si archiviano le culture individualiste che hanno dominato la scena negli ultimi 25 anni. Si sta affermando nel Paese e nella nostra regione un orientamento culturale che intorno ai valori portanti come la famiglia, la solidarietà, il contrasto della povertà, il rispetto per la donna e il minore, valori fortemente sostenuti dai “generatori di comunità”, aiuta i processi della partecipazione attiva dei cittadini e rilancia il ruolo della rappresentanza collettiva, delle forme di aggregazione civica, dei movimenti d’opinione e dei partiti politici. In sintesi: uscire dal periodo buio; allontanarsi dal sentimento di oppressione e accerchiamento che ha albergato per lunghi anni; superare rabbia e frustrazione, tristezza, senso di spaesamento e solitudine. Recuperare il senso dello stare con gli altri, della possibilità di costruire e intessere legami (non solo sui social network). Assaporare il calore del dialogo, il pulsare emozionante del condividere, il piacere intimo del sentirsi parte, il gusto di essere se stessi non in un selfie, ma vivendo e facendo esperienze con gli altri. Per questo diciamo che c’è bisogno di comunità. Di ambiti nei quali accogliere ed essere accolti, ambiti nei quali costruire e riflettere. Perché per il bene comune c’è bisogno di allenamento, di pratica, di fatica ed anche tanta pazienza. E queste cose non sono innate, anzi. Ecco allora che la Chiesa, a cui non difetta la secolare saggezza, ha tra i suoi strumenti educativi la comunità . Ci sembra però che oggi la dimensione comunitaria, nella vita delle persone e delle famiglie, faccia sempre più fatica ad essere presente. E’ il caso però di ricordare l’iniziativa della Conferenza Episcopale di Basilicata, con il protagonismo delle associazioni dei laici, sul tema della famiglia ha avuto il grande merito di riconoscere che la famiglia è centrale per lo sviluppo della nostra regione, e non in fondo all’agenda politica ed economica o, peggio ancora, come qualcuno ritiene, una “questione di scarsa attualità”. E’ su questo terreno che si misura – conclude il segretario DC-Libertas – il livello di sensibilità sociale di un governo regionale che pure si richiama al pensiero cattolico e riformista e di quanti siedono agli scranni del Consiglio Regionale e si apprestano a varare un’ennesima manovra finanziaria senza un’anima sociale”
Gen 28