“Lancio una proposta all’Ordine degli Avvocati di Matera: mettiamo nero su bianco un protocollo per regolamentare più compiutamente, presso il Tribunale di Matera, le controversie sulla capacità genitoriale e di affido dei minori. Su questi temi credo sia opportuno sperimentare più e meglio lo strumento dei protocolli giuridici tra magistrati ed avvocati, in questo ufficio giudiziario. Ma penso anche, come magistrato, ad una severa applicazione delle norme sulla condanna alle spese processuali in caso di richieste pretestuose, da parte dei genitori, sull’affidamento dei figli”. A dirlo è Gaetano Catalani, Presidente del Tribunale di Matera, nel suo intervento al convegno organizzato su il tema “Quando il magistrato deve valutare la capacità genitoriale” organizzato dalla sezione materana dell’Associazione Cammino-Camera nazionale Avvocati per la famiglia e i minorenni. “Senza protocolli d’intesa sui comportamenti processuali da tenere nel rispetto dei ruoli tra avvocati e magistrati- ha detto ancora Catalani- corriamo il rischio di applicare norme vaghe e talvolta imperfette che possono provocare al minori più danni più che benefici. Non possiamo continuare ad optare, quando si tratta di decidere sull’affidamento dei figli in presenza di una grande conflittualità tra gli ex coniugi, di rinviare per anni la decisione finale magari aspettando per i minori il compimento della maggiore età. E’ un aberrazione, anche se a volte può essere il male minore”. Ha detto Ettore Nesti, Presidente della sezione civile della Corte di Appello di Potenza: “Ammettiamolo con grande chiarezza. Per la legislazione vigente sul diritto di famiglia e per il tenore di certi interventi che si richiedono soprattutto sulla capacità genitoriale, noi magistrati dei tribunali ordinari non abbiamo le competenze sufficienti per assicurare sempre una giusta decisione. Speriamo che il Legislatore metta mano al più presto al progetto del Tribunale della famiglia”. Sull’affidamento di minori il nodo fondamentale è quello della conflittualità genitoriale. “E’ una conflittualità pericolosissima e senza argini che oggi sta provocando un’alienazione del sistema famiglia- ha detto il docente Paolo Carpi, Presidente dell’Associazione Italiana di Psicologia Giuridica (AIPG)- coinvolgendo non solo i genitori ma tutti quegli operatori che dovrebbero mediare la conflittualità familiare: studi legali e consulenti di parte. E quando questi conflitti arrivano in tribunale quasi sempre è troppo tardi”. Soprattutto, accade in maniera crescente che il figlio diventi una contesa tra i genitori. “Una sorta di preda processuale che è a volte il vero unico risultato da raggiungere anche nella condotta professionale degli avvocati- ha detto l’avvocato Eugenia Ziccardi, vicepresidente dell’Associazione Cammino e consigliere dell’Ordine degli Avvocati di Matera- con guasti inimmaginabili. Per questo ci vorrebbe obbligatoriamente un approccio di tipo diverso alle vicende del diritto di famiglia, da parte di noi avvocati. Non solo per motivi deontologici ma anche per quell’ineludibile grande posta in gioco che è l’interesse del minore”. Un monito da estendere agli stessi genitori per i quali, ha detto Maria Luisa De Natale, docente ordinario dell’Università Cattolica di Milano, ”la capacità genitoriale vuol dire pedagogicamente non solo amare i figli, ma elaborare un progetto educativo per i propri figli. Questa è oggi una domanda che le coppie non sempre si pongono e che lasciano all’introduzione del sociale. Invece questo è il bene educativo che deve essere trasmesso necessariamente dai genitori quali “educatori responsabili”. Ma come possiamo educare alla responsabilità? Educando non solo a rispettare le regole ma proponendo valori”. E quando il rapporto di coppia non c’è più, occorre pensare molto al di là delle vittorie processuali.
“L’affidamento esclusivo è forse una vittoria processuale ma certamente è una sconfitta per la famiglia.
Affido condiviso – ha detto lo psicologo-terapeuta, Saverio Abruzzese- non significa dividere i figli per due come bigenitorialita significa alludere ad un diritto dei figli e non dei genitori. E il genitore migliore è quello che garantisce la presenza dell’altro genitore, non quello con cui vogliono stare i figli”.