La bocciatura da parte del Mise delle istanze di ricerca petrolifera in mare – di cui alcune al largo della costa ionico-metapontina – è una buona notizia che apre un nuovo spiraglio nel rapporto con il Governo. Uno spiraglio che deve intensificare l’attività di pressing ad ogni livello politico ed istituzionale nei confronti del Governo perché è questa la strada che può dare risultati più efficaci della consultazione referendaria. E’ il commento del consigliere regionale Paolo Castelluccio (Fi) che pur riconoscendo l’impegno della Regioni, in particolare dei Consigli Regionali, protagonisti della proposta di referendum, conferma di “non essere appassionato” al ricorso alle urna, tanto più che il Governo Renzi osteggia l’election day con l’evidente scopo di non far raggiungere il quorum di elettori necessario. E poi ci mancava altro che il Mise non applicasse quanto è scritto nella Legge di Stabilità in materia di ricerca petrolifera offshore e del cosiddetto limite delle 12 miglia. E’ ovvio che si tratta di un percorso lungo. Secondo il recente report Mediterranean Marine Initiative, realizzato dal WWF, oltre il 20% del Mediterraneo è dato in concessione per l’industria petrolifera e del gas e la produzione di gas offshore, entro il 2030, sarà quintuplicata, soprattutto nell’area orientale del bacino. L’Italia (e il mondo) ha una fortissima dipendenza dagli idrocarburi e uno stop immediato è inconcepibile. Ma un distacco graduale è non solo necessario per motivi ambientali, ma auspicabile anche per scelta di modello di sviluppo e collegabile a una forte spinta verso l’innovazione tecnologica. Per questo – aggiunge Castelluccio – prima che i Comuni e le comunità del Metapontino possano festeggiare la vittoria ci vorranno ancora altri provvedimenti del Mise e quindi nessuna smobilitazione deve avvenire. L’attenzione – conclude – deve continuare”.
Feb 06